Domani, lunedì 9 ottobre, alle ore 18.00, a Matera -nella sala conferenze Open Space dell’APT Basilicata del Palazzo dell’Annunziata, in Piazza Vittorio Veneto- ci sarà la presentazione del libro di Antonio Petrocelli , “La Patria guarda altrove“. Con l’autore dialogherà Giuseppe Melillo ed interverrà anche Presidente del Comitato Provinciale ANPI di Matera, Carmala La Padula. Il libro di Petrocelli si occupa di quella storia poco nota che riquarda centinaia di migliaia di militari italiani che, dopo l’armistizio, rimasero fedeli alla Patria e si rifiutarono di seguire Mussolini che rimaneva a fianco dei nazisti “contro l’Italia“. Patrioti che furono segregati nei lager. Alcuni di loro ce l’hanno fatta a tornare come l’accetturese Giuliano Dimilta, la cui vicenda umana è stata recentemente scritta dal figlio Vincenzo nel libro “In una vita“(https://giornalemio.it/cultura/lottare-per-non-morire-come-siamo-natilinvito-ai-giovani-di-giuliano-dimilta/), altri invece no, come Armando Miele, sottotenente, originario di Montalbano Jonico (Basilicata), che morì di stenti e fatica in uno di questi lager. E’ di lui che si occupa il libro di Antonio Petrocelli, bravo come attore, scrittore e ricercatore storico. “La Patria guarda altrove” racconta, infatti, in modo documentato e con una scrittura coinvolgente , di una storia poco conosciuta, ciò che accadde a uno di questi 600mila soldati italiano che mai tradirono la Patria e invece vennero traditi da Mussolini e usati da Hitler. Dal libro “Armando è costretto a spogliarsi all’aperto, a lasciare la sua uniforme per terra e ad entrare nudo, insieme a tutti gli altri, in un freddo locale dove deve sottoporsi ad una doccia di acqua caldissima che all’improvviso diventa freddissima. Poi gli ufficiali vengono spinti a forza ad uscire di nuovo nel cortile, e ad attendere, bagnati, nella fredda giornata di fine ottobre, che i vestiti ritornino dalla stanza della disinfestazione. Armando aspetta, raccogliendosi con le braccia intorno al corpo nudo e stringendosi nel gruppo, nel vano tentativo di difendersi dalle folate di freddo, fino a quando una guardia non rovescia nel cortile i vestiti fumanti, che hanno subito la disinfestazione. È una pena andare a ricercare nel mucchio la propria roba e rivestirsi, senza la possibilità di asciugarsi”. Questi militari italiani, con lo status di civili vennero usati come manodopera nella industrie belliche tedesche e fatti lavorare in condizioni disumane di fame, freddo e fatica. Mussolini assecondò tutto, e mai trattò con Hitler la liberazione di queste migliaia italiani che erano considerati un pericolo per la propaganda fascista. Allora: Chi tradì la patria e gli italiani? Chi sono i traditori della Patria? E’ chiaro! La storia è implacabile! Ma c’è chi sta provando ad edulcorarla e quei miasmi del fascismo in forme e sembianze diverse provano ad ammorbare la nostra democrazia. Occore impedirlo. E l’unico antidoto è la memoria che va coltivata continuamente, per evitare che venga rimossa da un revisionismo storico strisciante. I libri come questo di Antonio Petrocelli rimettono alla attenzione la drammaticità del fascismo e del nazismo, opernado contestualmente proprio contro “l’erosione della memoria”.
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