La piccina e fascinosa e pollinosa Cersosimo, picco lucano della provincia potentina- il 7 di marzo alle ore 19,00 – presso la sala “Angela Ferrara”, ospiterà lo spettacolo teatrale d’Ulderico Pesce con Lara Chiellino: “Evviva Maria: i moti di Reggio Calabria del 1970 e l’assassinio di cinque anarchici”.
L’opera, già qualche anno fa, era stata portata in scena per esempio a Roma. Sia al noto e accattivante Teatro dell’Orologio che sul palcoscenico in forma di quartiere in uno degli spazi ancora liberti di San Lorenzo.
La descrizione della creazione è precisa. E non lascia spazio a dubbi di sorta. Né sui contenuti, né sulle motivazioni: “Le vicende rievocate sono quelle relative ai moti del 1970 in Calabria quando a seguito di una grande rivolta popolare, esplosa come forma di protesta rispetto alla decisione di nominare Catanzaro capoluogo di regionale invece di Reggio, città molto più popolosa, ci furono decine di morti e feriti. Ma come si lega questa vicenda, terminata dopo dieci mesi con i carri armati nella città, alla morte dei cinque giovani che nella notte del 26 settembre 1970 erano diretti a Roma con l’intento di fornire prove ad un giudice riguardo proprio l’attentato al treno La Freccia del Sud dove morirono sei persone quella stessa estate? Cosa c’entrano i fascisti, già sobillatori della rivolta popolare tramutatasi in azione violenta? E infine: quale ruolo aveva l”ndrangheta queste stragi?”
Entrambi gli episodi, va ricordato, furono in fretta archiviati. Relegati nella categoria degli “incidenti”, dove si seppellisce tutto quel che si vuole insabbiare. Per l’impunità.
Ma questi eventi furono “attentati con cui si mirava a destabilizzare l’ordine sociale e a mettere a tacere ragazzi scomodi che avevano intuito i manovratori reali, o meglio gli strumentalizzatori dei Moti di Reggio Calabria che, approfittando della battaglia dei reggini, miravano a conquistare l’Italia con la forza”, aggiunge senza timore il regista e attore Ulderico Pesce.
Angelo Calle, Franco Scordo, Gianni Aricò, Annalise Borth, Luigi Lo Celso. Sono i cinque ventenni, gli anarchici della Baracca – dal luogo dove loro e altre ragazze e ragazzi della contestazione si riunivano – morti in un incidente stradale. Grazie al quale, oltre alle loro vite lanciate oltre gli stessi concetti di libertà e verità, furono cancellati i materiali che avevano raccolto a sostanziare le tesi dei coinvolgimenti d’Ordine Nuovo, Avanguardia Nazionale e ‘ndrangheta nelle vicende che segnarono le memorie di quante e quanti prendevano il famoso treno cantato negli inni militanti.
Come il nostro ragionare.
BREVE NOTA BIOGRAFICA
Nunzio Festa è nato a Matera, ha vissuto in Lucania, a Pomarico, poi in Lunigiana e Liguria, adesso vive in Romagna.
Giornalista, poeta, scrittore.
Collabora con LiguriaDay, L’Eco della Lunigiana, Città della Spezia, La Voce Apuana e d’altri spazi cartacei e telematici, tra i quali Books and other sorrows di Francesca Mazzucato, RadioA, RadioPoetanza e il Bollettino del Centro Lunigianese di Studi Danteschi; tra le altre cose, ha pubblicato articoli, poesie e racconti su diverse giornali, riviste e in varie antologie fra le quali: Focus-In, Liberazione, Mondo Basilicata, Civiltà Appennino, Liberalia, Il Quotidiano del Sud, Il Resto.
Per i Quaderni del Bardo ha pubblicato “Matera dei margini. Capitale Europea della Cultura 2019” e “Lucania senza santi. Poesia e narrativa dalla Basilicata”, oltre agli e-book su Scotellaro, Infantino e Mazzarone e sulle origini lucane di Lucio Antonio Vivaldi; più la raccolta poetica “Spariamo ai mandanti”, contenenti note di lettura d’Alessandra Peluso, Giovanna Giolla e Daìta Martinez e la raccolta poetica “Anatomia dello strazzo. D’inciampi e altri sospiri”, prefazione di Francesco Forlani, postfazione di Gisella Blanco e nota di Chiara Evangelista.
Ha dato alle stampe per Historica Edizioni “Matera. Vite scavate nella roccia” e “Matera Capitale. Vite scavate nella roccia”; come il saggio pubblicato prima per Malatempora e poi per Terra d’Ulivi “Basilicata. Lucania: terra dei boschi bruciati. Guida critica.”. Più i romanzi brevi, per esempio, “Farina di sole” (Senzapatria) e “Frutta, verdura e anime bollite” (Besa), con prefazione di Marino Magliani e “Il crepuscolo degli idioti (Besa).
Per le edizioni Il Foglio letterario, i racconti “Sempre dipingo e mi dipingo” e l’antologia poetica “Biamonti. La felicità dei margini. Dalla Lunigiana più grande del mondo”.
Per Arduino Sacco Editore “L’amore ai tempi dell’alta velocità”.
Per LietoColle, “Dieci brevissime apparizioni (brevi prose poetiche)”.
Tra le altre cose, la poesia per Altrimedia Edizioni del libro “Quello che non vedo” (con note critiche di Franco Arminio, Plinio Perilli, Francesco Forlani, Ivan Fedeli, Giuseppe Panella e Massimo Consoli) e il saggio breve “Dalla terra di Pomarico alla Rivoluzione. Vita di Niccola Fiorentino”.
Per Edizioni Efesto, “Chiarimenti della gioia”, libro di poesie con illustrazioni di Pietro Gurrado, note critiche di Gisella Blanco e Davide Pugnana.
Per WritersEditor, la biografia romanzata “Le strade della lingua. Vita e mente di Nunzio Gregorio Corso”.
Per le Edizioni Ensemble, il libro di poesie “L’impianto stellare dei paesi solari”, con prefazione di Gisella Blanco, postfazione di Davide Pugnana e fotografie di Maria Montano.
Per Bertoni Editore, il libro di poesie “Semplificazioni dai transiti sotto la coda di Trieste”.
Per Tarka Edizioni, il saggio narrativo “Ai piedi del mondo. Lunigiana e Basilicata sulle corde degli Appennini”.
Per BookTribu, il romanzo breve “Io devo andare, io devo restare”.