The Who hits 50 for ever. Gli Who per sempre…nella Hits, nel firmamento della musica senza tempo.Una carica di adrenalina e una voce quasi intatta a mezzo secolo dall’esordio e dall’avvio di una carriera contrassegnata da album importanti come Quadrophenia , Tommy, My generation e altri. C’ erano anche cinque materani (Romeo, Saverio, Giovanni, Gianni e Serena) lo scorso fine settimana al Wembley Arena di Londra per il concerto dei 20.000, tutti posti a sedere, al quale hanno assistito fedelissimi degli anta e giovani, che hanno scoperto e apprezzato quello che il vinile prima e poi i social oggi hanno diffuso come una pietra miliare del rock mondiale.
Roger Daltrey e Pete Townshend, gli unici sopravvissuti della band di My Generation, hanno confermato che possono staccare un altro biglietto per i concerti del 2020 e passa… E non sono i soli. Il segreto? Il rock di qualità, quello non montato e scopiazzato al computer, ma suonato dopo una ispirazione in strada o dopo qualcosa che ci ha scosso o toccato resta nell’eternità del pentagramma della creatività. La stessa cosa è per un Lp, cd, musicassette (per chi le conserva ancora, se non si sono smagnetizzate)o video degli Who che hanno completato l’organico per il tour mondiale del cinquantenario, con Zark Starkey (il figlio di Ringo Starr) alla batteria naturalmente, Pino Palladino (basso), di chiari origini italiane, Simom Townshend fratello di Pete, e i tastieristi Frank Simes, Loren Gold, John Corey.
I cinque materani, che erano nelle retrovie dell’Arena, hanno azzeccato a memoria i successi della band da Wont’t Get Fooled Aganin a Baba o Riley, senza dimenticare la pietra miliare di 50 anni fa il primo singolo i Cant’ Explain , poi Who are you, Pictures of Lily, Magic Bus, Behind Bluese Eyes., Join Together, I’m one, fino a Love Reign O’er uno dei brani più famosi di Quadrophenia. Il film usci nel 1979 , diretto da Franc Roddam , ispirato al lp degli Who uscito nel 1973, e ispirato alle vicissitudini di un giovane ‘’disturbato’’ deluso dal movimento mod e ambientato nell’Inghilterra degli anni Sessanta. Ricordo che vidi il film al Cinema Impero, ora Comunale, e mi colpirono la locandina in bianco e nero. La musica era a palla nonostante le casse starate e in distorsione non dessero il meglio di sé. Ma gli Who meritavano (il biglietto costava 500 lire)di essere sentiti e visti nella trama del film e quel piccolo aspetto passò in secondo piano. L’emozione di allora e quella dei supporters di oggi, con una età media di 50 anni, hanno fatto scorrere sul palco le immagini in bianco e nero e la canzoni della band, quando c’era il batterista Keith Moon morto di droga e e alcol 1978 o John Entwistle deceduto per infarto nel 2002.
Due colonne sostituite degnamente da nuovi musicisti. Per quanti non hanno assistito al concerto, unica tappa europea che ha interrotto per un attimo il tour negli States, l’invito a riascoltare celebri i brani di Tommy ( disco opera rock del 1969 e film del 1975 diretto da Ken Russel) come Pinball Wizar, Amazing journey e poi due pietre miliari come Baba O’ rilevy, Won’t Get Fooled. Per Romeo, Saverio, Serena, Gianni e Giovanna una full immersion nella capitale londinese per seguire un gruppo leggenda del rock. Prezzo del biglietto 75 sterline, ben spese, alla stessa stregua di quanti hanno assistito al live in prima fila ma spendendo anche 600 sterline.
Effetto uguale e anima rock ravvivata con un sogno nel cassetto: portare gli Who a Matera in concerto per il 2019. Mancano tre anni. Servono volontà e investimenti, magari cominciando con un crowdfunding. Nel frattempo si potrebbe organizzare una serata cult da qualche parte.
I fans e i critici ci sono, dischi e video anche e le biografie si sprecano. Tirate fuori piatti, casse e l’adrenalina degli Who vi, ci, accompagnerà…
