Venerdì 16 dicembre alle 19,30 e in replica alle 21,30 il Collettivodonnematera e l’Associazione culturale Energheia, al Cinema Il Piccolo di Matera, organizzano la proiezione del docufilm “C’era una volta in Italia. Giacarta sta arrivando“. Saranno presenti i due registi Federico Greco e Mirko Melchiorre con alcuni protagonisti della storia. Il costo del biglietto per la visione è di € 6.00.
È un film che documenta come il nostro Servizio Sanitario Nazionale sia stato smantellato, rivelando tutte le responsabilità politiche. E racconta anche una storia di resistenza, che ha come protagonisti un gruppo di cittadini di un Paese della Calabria, Cariati, che occupa un ospedale chiuso e lotta per la sua riapertura. Attraverso interviste a scienziati, economisti, artisti, attivisti, dimostra che la sanità pubblica italiana oggi è allo sfascio a causa di decenni di tagli al bilancio e privatizzazioni. Il “Piano di rientro” che decretò nel giro di una notte la chiusura dell’ospedale di Cariati, come di altri 18 ospedali soltanto in Calabria, è la prova evidente di un’epoca nella quale il diritto alla salute è sempre meno garantito.
“Nel pieno della pandemia riflettevamo su come (e se) quello che veniva considerato dall’OMS il secondo sistema sanitario nazionale del mondo stesse reggendo la spallata della pandemia” – Spiegano i due registi che aggiungono: “Approfondendo, ci siamo resi conto che la vera spallata alla sanità pubblica è stata data dalla politica, trasversalmente, nei decenni precedenti. Intervistando e parlando per due anni con esperti di rilievo internazionale, dalla Svizzera agli Stati Uniti, dall’Italia alla Francia, abbiamo capito che definanziamento, austerità, tagli, privatizzazioni, globalizzazione e neoliberismo sono legati tra loro a doppio nodo. Senza precise scelte politiche, figlie di interessi economici sovranazionali, i primi non avrebbero avuto luogo. Sono stati chiusi ospedali (173), tagliati posti letto ordinari e di terapia intensiva, è stato bloccato il turnover dei medici e sono stati precarizzati infermieri e personale vario. Questo ci ha impedito di salvare decine di migliaia di persone negli anni del covid, e infinitamente di più prima. Gli studi più autorevoli affermano infatti che a ogni taglio di risorse alla sanità pubblica corrispondono – direttamente – innumerevoli morti. Questa è la nostra storia e ci spiega perché oggi sia così difficile curarsi e quanto ci costi. Se prima eravamo in buone mani oggi non ci resta che… augurarci buona salute!!!”
Questo film, fresco di uscito nelle sale italiane (5 dicembre) è consigliabile non perdere, con la metafora del titolo a sottintendere che quella che c’era una volta è la nostra sanità pubblica. “Giacarta sta arrivando” è una scritta che comparve sulle case degli attivisti pro Allende poco prima del golpe del 1973 preannunciando loro il prossimo ripetersi dell’ecatombe dei militanti di sinistra avvenuto in Indonesia dopo il colpo di stato contro Sukarno. Insomma, nel nostro caso è il preannuncio del rullo compressore delle privatizzazioni che sta arrivando per schiacciare la sanità pubblica. E al Sud, anche a Matera, le avvisaglie sono molto tangibili.
Nel film i due giovani autori-registi fanno assurgere Cariati, il piccolo paese calabrese, a simbolo universale della lotta per il mantenimento della sanità pubblica. Perchè lì, un manipolo di ribelli aveva deciso di protestare occupando l’ospedale per ottenerne la riapertura. Affinchè tornasse a funzionare ci fu, all’epoca, l’appello del leader dei Pink Floyd Roger Waters che rivediamo nel film con Gino Strada, che in Calabria ha lavorato e nel film interviene con cognizione di causa, ad affermare che il sistema sanitario non dovrebbe fare utili ed è un’aberrazione che i tagli avvengano su sanità e istruzione, aggiungendo che è più facile aprire un ospedale a Kabul che nella Calabria di oggi. Il docufilm ricostruisce il percorso seguito per la privatizzazione del settore sanitario: illuminando manovre senza scrupoli del potere economico e dei governi per raggiungere accordi, già denunciati in documenti resi noti da Julian Assange (che anche per questo rimane chiuso in carcere, solo per aver svolto il suo lavoro di giornalista). Questa deriva è già una realtà ampiamente sperimentata sulla pelle di chi si ammala (Pronto soccorso ridotti e scarsamente efficienti, tempi biblici per esami e visite con lunghissime file…che spingono -chi può, altri rinunciano- a pagare per ottenere cure) e il nostro servizio sanitario nazionale che non è più quel fiore all’occhiello di cui potevamo vantarci.

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