Il nostro rapporto con il cibo in questa società industrializzata è stato irrimediabilmente alterato e piegato agli interessi del dio denaro. I danni (al gusto, alla nostra salute e all’ambiente) sono sotto i nostri occhi. A fronte di ciò è in continuo aumento la consapevolezza di quanto sia improrogabile ed importante una riappropriazione di questo rapporto.
Lo scorso anno Matera ha ospitato (tramite la Fondazione Sassi) dalla lontana Australia uno dei più accaniti militanti di questa riappropriazione Oliver Vodeb che è docente presso la School of Design, RMIT University di Melbourne, direttore del Memefest – International Festival of Radical Communication, una piattaforma online dal 2002 orientata ai temi della comunicazione critica e radicale, e curatore di Lipstick+Bread, autore del libro “Food Democracy, Critical Lessons in Food, Communication, Design and Art, pubblicato da Intellect Books UK”.
E’ stata, inoltre, illustrata qualche tempo fa sempre a Matera la interessante esperienza del progetto Funky tomato che segue la filiera di produzione del pomodoro in Campania e Basilicata, contro lo sfruttamento del lavoro nei campi e di cui potete leggere nel servizio pubblicato su questo blog: (https://giornalemio.it/cronaca/funky-tomato-con-federico-paolo-e-tutti-noi/) .
Ecco ora debuttare nella Capitale europea della cultura il “Social food forum“, l’evento organizzato dallo scrittore e teorico del design John Thackara, in collaborazione con Mammamiaaa, la web community nata dal percorso “Radici e percorsi” di Matera 2019: l’incontro delle esperienze italiane e internazionali dei produttori biologici e degli attivisti contro gli avanzi, con la convinzione che: buon cibo, cultura del gusto e cura dell’ambiente e del territorio vanno di pari passo.
L’incontro è in programma domenica 10 marzo 2019, alle 10.30, nella sala Levi di palazzo Lanfranchi insieme a 15 social food curator da tutta Italia, un’occasione in cui verranno raccolte le storie di buone pratiche nel mondo dell’agricoltura, della cucina, del cibo, del modo di vivere la città in relazione allo sviluppo sostenibile.
E’ dall’innovazione di giovani imprenditori che nascono le esperienze del forum, come il Social food atlas, una piattaforma online che raccoglie i progetti e il Social food green paper, un documento programmatico per sviluppare i progetti da tutta Europa.
Nell’incontro con Thackara di Matera molte saranno le presenze europee: dal progetto Social innovation in marginalised rural areas proveniente dalla Scozia, a Surcos Urbanos dalla Spagna, a Sustainable food lab e Doors of perception dalla Svezia, a Luma Arles dalla Francia, a Holis dall’Ungheria, a Urbaniahoeve social design lab for urban agriculture dall’Olanda.
Ma tanti anche i progetti made in Italy come: Vazapp (l’hub rurale che riunisce agricoltori e imprenditori dell’agroalimentare), l’azienda biologica “Rete semi rurali – il Querceto” (specializzata nella salvaguardia delle varietà di frumento, orzo e farro), Wonder Grottole (il progetto alternativo di ripopolamento del paesino del materano di Grottole), la bolognese leader nel biologico Alce Nero e Avanzi popolo 2.0 di Bari dove promuove azioni contro lo spreco di cibo e recupero delle eccedenze alimentari per distribuirle ai bisognosi.
Saranno presenti, inoltre, gli animatori del progetto Funky Tomato, di cui abbiamo già detto, “Panecotto ethical bistrot” con il suo progetto di inclusione sociale teso all’inserimento di soggetti svantaggiati all’interno di un franchising lucano che valorizza i prodotti tipici della regione, “Liminaria“, attiva nella zona del Fortore, tra le province di Benevento, Foggia e Campobasso, e “Casa Netural” che da Matera propone di mappare luoghi abbandonati per farli divenire spazi coltivabili.
Ma cos’è il social food? E’ uno dei campi di una filosofia più ampia che tende ad incentivare la nascita di un movimento trasversale, partendo dalla mappatura globale di un’ampia varietà di progetti, dalle cucine comunitarie all’agricoltura terapeutica, dai progetti di ripristino del suolo ai progetti di salvaguardia dei semi. E poi orti scolastici, catering con programmi sociali, progetti alimentari che puntano sull’integrazione di rifugiati, progetti di forest food, apicoltura urbana, progetti di commercio equo.
“Perché il cibo” come sostiene Tackara “significa relazioni, e non solo nutrimento; cura, e non solo consumo”.
L’evento è coprodotto da Casa Netural e Fondazione Matera Basilicata 2019 (ingresso gratuito).
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