Se vi piace pasteggiare con l’intelligenza artificiale fate pure…Resterete digiuni, magari vi andrà bene per la prova costume, ma dovrete guardare con gli occhi focacce, un piatto di pasta condita con ragù e basilico, salumi,formaggi, pastorali e via gustando. La provocazione di Slow food Matera alla Fiera internazionale di Bologna ‘’ We Make future” , che traduciamo per quanti preferiscono sventolare il tricolore delle bontà ( Facciamo futuro), di continuare a investire nella tradizione è senz’altro sensata se vogliamo difendere le nostre peculiarità ed evitare che accordi internazionali facciano arrivare in tavola cibi e ingredienti che intaccano la nostra salute, come sta accadendo per la filiera dei fast food e con tutte le conseguenze sulla salute dei ragazzi. E allora che la Basilicata faccia proprio lo slogan invito di Slow Food, per una alimentazione ‘’lenta’’ (altra traduzione) e legata alla filiera del territorio. Buon appetito, ma senza anglicismi a rischio di intossicazione alimentare. E al desk…preferiamo il piatto.
L’EVENTO DI BOLOGNA
Dal 4 al 6 giugno all’interno di BolognaFiere si tiene la Fiera Internazionale WE MAKE FUTURE, la più importante piattaforma globale per la costruzione del futuro. La Regione Basilicata sarà presente con il suo Stand Istituzionale (AREA A10 pad. 21) all’interno del quale dai responsabili dell’Agromarketing della Regione Basilicata – dott. Brucoli e dott.ssa Fornabaio – un Desk è stato affidato alla Comunità SLOW FOOD per la Tutela della Biodiversità Cerealicola del Materano che sta portando avanti un progetto ambizioso: restituire dignità alla produzione cerealicola della sua terra.
Andando un po’ oltre le tematiche della Fiera, legate all’AI ed alle innovazioni tecnologiche, la Comunità Slow Food azzarda una provocazione: la vera innovazione è un passo indietro verso la tradizione!
Gli agricoltori che ne sono parte perseguono la sostenibilità ambientale delle loro colture cerealicole adottando metodi di coltivazione biologici e puntando sull’aumento della biodiversità in campo e per la seconda volta lo scorso autunno hanno scelto di seminare il MEB.
Il MEB è una POPOLAZIONE EVOLUTIVA di GRANO DURO composta da semi che danno origine a piante con caratteristiche differenti (altezza – epoca di maturazione – resistenza ai patogeni) che quindi, risponde meglio ai cambiamenti climatici e dà vita al così detto BOSCO dei FRUMENTI.
L’uso del MEB restituisce all’agricoltore la “proprietà” della semente dandogli la possibilità di riutilizzarla come proprio seme e di scambiarlo con i contadini della zona così ché egli torni ad essere il protagonista dell’intera filiera. Com’era un tempo.
La materia prima ottenuta con la cura e l’attenzione necessarie diventa cibo buono pulito e giusto che arriva dal contadino direttamente sulla tavola di un consumatore consapevole.
Presentare in Fiera quest’idea, e questa esperienza, innovativa – seguita dal punto di vista scientifico dal CREA-AA (Consiglio per la Ricerca in agricoltura ed Economia agraria – Agricoltura e Ambiente) – darebbe la possibilità di incontrare partners e/o finanziatori che vogliano contribuire allo sviluppo effettivo del progetto in qualunque delle sue aree (produzione, trasformazione, commercializzazione e consumo).
Così l’agricoltura tornerà di nuovo ad essere l’attività dell’uomo per il sostentamento dell’altro uomo.
