E mentre in tv una pubblicità non stop offre tutti i giorni divani a prezzo da sballo nella ex capitale del distretto del Mobile Imbottito, al centro di un comprensorio che almeno due lustri fa contava circa 15.000 addetti e un fiorente numero di imprese grandi e piccole, oggi ci si guarda intorno e in un mercato che continua a cambiare e a ridimensionare fatturati e progressioni di un tempo. Antonio Serravezza, che in quel mondo c’è stato tanti anni, mette la mano nella piaga in quella manodopera specializzata che oggi manca e che era il punto di forza delle nostre produzioni. Un campanello di allarme suonato da tempo, silenziato o quasi durante la pandemia da virus a corona e ora passato ai rintocchi di una campana mossa dal vento:.. Soluzione? Si chiama formazione: italiani, migranti? Progetti ex novo e strategie che guardino lontano. Aldilà delle sirene dell’intelligenza artificiale. Per farla breve:rimboccarsi le maniche e tornare a lavorare insieme e con un Distretto che torni a essere operativo, con imprese, sindacati e la ”buona politica” che in giro scarseggia davvero.
LE RIFLESSIONI DI SERRAVEZZA
Il mondo del mobile imbottito è in crisi? Non è una novità perché è un problema che arriva da lontano e non ci si deve meravigliare oggi se suona l’allarme dalle associazioni di categoria. image0.jpegNon leggo da nessuna parte una risposta concreta per far ripartire questo comparto. Solo riunioni o congressi dove gli imprenditori piangono per la mancanza di manovalanza specializzata. Io sono allibito da questa storia perché gli imprenditori, quando il lavoro c’era non si sono preoccupati del futuro anzi non ho mai sentito che abbiano investito sulla loro manovalanza o hanno pensato a creare nuove giovani figure che potessero sostituire o affiancare quella esistente. Ci siamo dimenticati dei corsi di formazione del passato? Quei fondi hanno creato il risultato ricercato? Non voglio soffermarmi sui salari, che sono da lontano tempo sollecitati per un adeguamento al costo della vita. Non andiamo molto lontano nel tempo, cosa è successo durante e subito il periodo del Covid? Ve lo dico io. C’è stato uno strappo tra la produttività regolare e buona parte delle maestranze. E’ successo che si sono trasformati i lavoratori dipendenti a piccoli imprenditori che hanno offerto la loro professionalità come terzisti. Tutto questo ha creato uno sfaldamento del tessuto produttivo. E ora? Purtroppo oggi tutti sono in crisi perché i mercati stanno subendo un terremoto per tanti fattori: economici, meteorologi, politici. Attenzione perché a causa della caduta della domanda c’è una caduta dei prezzi delle materie prime ma il mix che si è venuto a creare è inusuale e pericoloso. Non esiste IA che possa regalare una giusta soluzione. Le vere e immediate soluzioni possono venire solo se, finalmente, si ricostituisca il ‘Distretto del salotto’ e i salottieri riescano finalmente a capire che devono aprire i loro cancelli e si riuniscano intorno ad un tavolo per fare unione per trovare una vera e duratura soluzione per tutto il comparto. Subito.