Intelligenza Artificiale C’è da preoccuparsi? L’Italia è pronta? Lo abbiamo chiesto a Ruben Razzante, professore di Diritto europeo dell’informazione, di Diritto
dell’informazione e di Regole della comunicazione d’impresa all’Università Cattolica
del Sacro Cuore di Milano a Matera, in piazza Duomo, poco prima della presentazione del libro “ Il governo dell’intelligenza artificiale. Gestione dei rischi e innovazione responsabile’’, come abbiamo riportato nel servizio di presentazione https://giornalemio.it/tecnologia/intelligenza-artificiale-calma-e-gesso-incontro-a-matera-con-ruben-razzante/ . ” Ci sono rischi e opportunità – dice Ruben Razzante . Non si tratta di avere soltanto una nuova tecnologia, ma di entrare in una nuova dimensione . Certamente bisogna stare all’erta . Ma bisogna di cercare di cogliere tutte le opportunità”. Certo ma ci sono tutti i rischi di rimetterci, e parliamo di libertà, autonomia, visto che questa invenzione- dimensione è per gran parte nelle mani di privati, per gran parte miliardari statunitensi che vedono accrescere potere in un settore, quello della informazione, dei dati ,che ha ridotto a poca casa la tutela della privacy.
” Sicuramente -afferma il docente- c’è una concentrazione oligopolistica di grandi aziende che producono soluzioni di intelligenza artificiale e le vendono o le mettono a disposizione di altre aziende . C’è un problema di concentrazione e di equilibri di mercato . Ci sono dei rischi per alcuni diritti fondamentali delle persone, in primis la privacy e anche il copyright , anche in ambito giornalistico” . Intelligenza artificiale , pertanto, può essere considerato come un grande fratello più raffinato.” E’ un occhio invadente, più subdolo e questi, certamente sono i rischi- aggiunge Razzante. Ma vediamo anche il bicchiere mezzo pieno. Per esempio nell’ambito sanitario la possibilità di prevenire malattie gravi , di ridurre per quanto possibile i costi della sanità, visto che abbiamo sempre meno medici, infermieri, posti letto da garantire . Si possono fare interventi chirurgici a distanza, praticare cure a domicilio . Può essere positivo, come l’esperienza fatta con la guida autonoma ha dimostrato molte situazioni di funzionare. In molti contesti formativi le possibilità di apprendimento si accelerano con l’intelligenza artificiale e lo stesso per la fruizione dei musei, il tracciamento dei cibi”. Restano fuori argomenti sensibili, legati a opere di creatività intellettuale, come il diritto di autore.
” E un problema fortemente a rischio – precisa Razzante-perchè bisogna stabilire i requisiti di autorialità. L’opera creativa dell’intelligenza artificiale può essere coperta da copyright? Se un giornalista scrive un articolo grazie a Chat GPT, poi può rivendicare la titolarità dei diritti sul quell’articolo? E la proprietà di Chat Gpt può a sua volta rivendicare nei confronti del giornalista di essere stata utlizzata per produrre quell’articolo? Sono problemi seri…” Che possono portare a contenziosi nelle proporzioni, attuali, e con un vuoto normativo, da Davide (il giornalista, lo scrittore, il grafico) contro Golia la società globale privata che si occupa di intelligenza artificiale. E allora che fare? Prima di tutto informarsi, capire. ” Parlare in modo documentato – prosegue Razzante, docente universitario in atenei privati di prestigio come la Cattolica di Milano- della intelligenza artificiale, interessarsi alla sua evoluzione , capire come va applicata, studiare le norme e farsi trovare pronti, perchè la troveremo sempre più in tutti i settori . I cittadini comuni che hanno a che fare con la pubblica amministrazione dovranno interfacciarsi con questi argomenti” E qui mettiamo la mano nella piaga, visti i ripetuti attacchi hacker che stanno interessando la rete informatica, con la marea di dati sensibili, di Enti pubblici, aziende, come è accaduto in Basilicata per il sistema sanitario a cominciare dalla Asm. L’Italia è pronta ? o si diletta a organizzare convegni e talk show su un argomento che è di moda, tant’è che spesso ci si limita a indicare l’acronimo in inglese IA…
” L’Italia è messa peggio di altri Stati, come Francia e Germania, che hanno investito poco-osserva Razzante. Noi appena 1 miliardo di euro, gli altri due paesi 5 e 6 e quindi sono più avanti di noi. ll nostro Paese ha fatto un disegno di legge che deve essere discusso in Parlamento, ma non sappiamo con quali tempi di discussione. Quindi, in questo momento, io sospendo il mio giudizio sull’Italia e dico che ‘se il governo riuscirà a portare avanti la strategia di adozione della intelligenza artificiale , coinvolgendo tutte le parti vive della società e del mondo imprenditoriale e, allora ‘Sì”. Se,invece, i bizantinismi prenderanno corpo e allora non faremo passi avanti. L’intelligenza artificiale è una scommessa :può rivelarsi un volano di crescita o un veicolo di nuove disuguaglianze , di nuove discriminazioni e anche di un impoverimento dell’economia , perchè l’intelligenza artificiale toglierà posti di lavoro in molti settori” . Ma ne creerà, magra consolazione, pochi e ultraspecializzati. Per il BelPaese che non ha da tempo una politica industriale, con scarsi investimenti in ricerca, un debito pubblico corposo e una migrazione di giovani in aumento è una scommessa in salità. E qui ci vogliono buon senso, programmazione e lungimiranza di governo. Altro che intelligenza artificiale…