“Gli uomini hanno scatenato, in trenta secoli, circa 5000 guerre. Hanno avuto il torto (la trovata risale a Albert Camus, se non di cominciare la Storia, di proseguirla. Io non li condanno. La loro colpa peggiore, o più recente, era l’Imbruttimento del mondo. Si usava aggiungere altre imputazioni: l’Inquinamento, l’Inferocimento (anzi, con eufemismo, la ‘violenza’). L’Inflazione. (Senza eufemismo: la peste monetaria).
Guido Morselli, “Dissipatioo H.G.”.
Poco prima di morire, uccidendosi, Morselli nel suo capolavoro descrive la morte nella forma e sostanza dei vivi; li assolve, sembrerebbe: eppeure il suo giudizio è un non-giudizio: siamo difronte ad un’inappellabile condanna.
Sono passati lustri, da allora. Ma l’involuzione culturale galoppo inseguendo, certo, quella morale della società.
L’unica cosa che conta, sembrerebbe, è quella di commentare i fatti imposti dai dominanti. Siano essi quelli certi e grandi (seppur spesso nascosti) che quelli dei piccolissimi personaggi del gossip di tutti i tipi.
In questo contesto ho sempre pensato che, invece, sarebbe utile dedicarsi completamente alle possibilità di resistenza e riscatto dei margini.
In questo contesto scrivere e dibattere sulle anomalie dell’immondo mondo, grazie alle quali si cerca nel quotidiano di convincere chi spende e vota della necessità d’essere razzisti e sessisti, egoisti e anaffettivi (escludendo la passione per il potere) serve ma sempre meno.
I notissimi Trump e Musk fanno quello che vogliono – nel frattempo – oltre i neo-nazisti che stanno tornando definitivamente in Germania adesso addirittura, come fu per la Francia di Le Pen, in Gran Bretagna scoprono d’aver in casa l’uomo giusto: Farage. Come tutto quello che vuole fa il meno noto ma di certo non meno esecrabile politico basilisco Pittella.
Una ventina d’anni fa, prima di conoscerci personalmente, al politico Viti ricordavo sul giornale regionale al quale, fra le altre cose, collaboravo all’epoca, che lui venissime dai tempi della Dc lucana dove lo statista Emilio Colombo aveva bisogno di tasche large per raccogliere i bigliettini con richieste di raccomandazioni dell’elettorato sempre speranzoso; erano anche anni durante i quali lui stesso era appellato più con un nomignolo buono per quelle stagioni e a quella carriera politica: il bugiardo.
Il torto è quello d’aver ragione. Un mio amico del paese era solito prennunciare la sua volontà, un giorno, in futuro, quando ne avrebbe avute le possibilità, di trasferisi in campagna. Per non voler sapere niente di niente del mondo circostante. Pur rispettando sino in fondo questa volontà sua, sono ancora abbastanza scettico all’idea. Nonostante abbia conosciuto in seguito diversi tipi d’esperienze comunitarie, dalla Sicilia a Mutonia per dire. Ogni volta un poco fuori dal mondo, alla fine. Ma comunque sia dentro questo presente continuo.
In effetti siamo oltre il nostro Guido Morselli. E’ il momento perfetto dell’Intelligenza Artificiale, un metodo che sublima il furto del sapere, oltre a legalizzarlo. Con la conoscenza e l’espressione artistica messe in mano ad un prodotto che garantisce loro l’ultimo colpo, il mortale. Da tassello del mercato a gesto ex-soggetto del mercato. Un libro scritto da una persona, per esempio, diviene prima oggetto del mercato, per poi essere privato anche di quella sua ‘soggettività’, della funzione all’interno della scatola/mercato. L’Ia prende senza il bisogno di dare: toglie perfino l’ultimo elemento di dignità. Crea niente: ruba. Inpunemente. Anzi, con tanto di gratificazioni. Fino a quella che presto sarà la santificazione di questo strumento.
Tutto è bene quel che finisce.
Mentre nella testa questo avviso m’aggredisce, devo scegliere ancora se andare a visitare finalmente la Faenza rossa tanto cara a Dino Campana, la Urbino di Volponi oppure Sansepolcro, matria aretina di Piero della Francesca.
NUNZIO FESTA
BREVE NOTA BIOGRAFICA
Nunzio Festa è nato a Matera, ha vissuto in Lucania, a Pomarico, poi in Lunigiana e Liguria, adesso vive in Romagna.
Giornalista, poeta, scrittore.
Collabora con LiguriaDay, L’Eco della Lunigiana, Città della Spezia, La Voce Apuana e d’altri spazi cartacei e telematici, tra i quali Books and other sorrows di Francesca Mazzucato, RadioA, RadioPoetanza e il Bollettino del Centro Lunigianese di Studi Danteschi; tra le altre cose, ha pubblicato articoli, poesie e racconti su diverse giornali, riviste e in varie antologie fra le quali: Focus-In, Liberazione, Mondo Basilicata, Civiltà Appennino, Liberalia, Il Quotidiano del Sud, Il Resto.
Per i Quaderni del Bardo ha pubblicato “Matera dei margini. Capitale Europea della Cultura 2019” e “Lucania senza santi. Poesia e narrativa dalla Basilicata”, oltre agli e-book su Scotellaro, Infantino e Mazzarone e sulle origini lucane di Lucio Antonio Vivaldi; più la raccolta poetica “Spariamo ai mandanti”, contenenti note di lettura d’Alessandra Peluso, Giovanna Giolla e Daìta Martinez e la raccolta poetica “Anatomia dello strazzo. D’inciampi e altri sospiri”, prefazione di Francesco Forlani, postfazione di Gisella Blanco e nota di Chiara Evangelista.
Ha dato alle stampe per Historica Edizioni “Matera. Vite scavate nella roccia” e “Matera Capitale. Vite scavate nella roccia”; come il saggio pubblicato prima per Malatempora e poi per Terra d’Ulivi “Basilicata. Lucania: terra dei boschi bruciati. Guida critica.”. Più i romanzi brevi, per esempio, “Farina di sole” (Senzapatria) e “Frutta, verdura e anime bollite” (Besa), con prefazione di Marino Magliani e “Il crepuscolo degli idioti (Besa).
Per le edizioni Il Foglio letterario, i racconti “Sempre dipingo e mi dipingo” e l’antologia poetica “Biamonti. La felicità dei margini. Dalla Lunigiana più grande del mondo”.
Per Arduino Sacco Editore “L’amore ai tempi dell’alta velocità”.
Per LietoColle, “Dieci brevissime apparizioni (brevi prose poetiche)”.
Tra le altre cose, la poesia per Altrimedia Edizioni del libro “Quello che non vedo” (con note critiche di Franco Arminio, Plinio Perilli, Francesco Forlani, Ivan Fedeli, Giuseppe Panella e Massimo Consoli) e il saggio breve “Dalla terra di Pomarico alla Rivoluzione. Vita di Niccola Fiorentino”.
Per Edizioni Efesto, “Chiarimenti della gioia”, libro di poesie con illustrazioni di Pietro Gurrado, note critiche di Gisella Blanco e Davide Pugnana.
Per WritersEditor, la biografia romanzata “Le strade della lingua. Vita e mente di Nunzio Gregorio Corso”.
Per le Edizioni Ensemble, il libro di poesie “L’impianto stellare dei paesi solari”, con prefazione di Gisella Blanco, postfazione di Davide Pugnana e fotografie di Maria Montano.
Per Bertoni Editore, il libro di poesie “Semplificazioni dai transiti sotto la coda di Trieste”.
Per Tarka Edizioni, il saggio narrativo “Ai piedi del mondo. Lunigiana e Basilicata sulle corde degli Appennini”.
Per BookTribu, il romanzo breve “Io devo andare, io devo restare”.