Le strombazzate di governo che “tutto va bene o quasi’’, sono una ricorrente nota stonata che non incanta nessuno. L’economia segna il passo, tranne quella delle armi, naturalmente, mentre le tasche degli italiani sono sempre più vuote. A cominciare dalla fascia medio bassa , con retribuzioni da fanalino di coda rispetto ad altri Paesi dell’Unione, da quelle del precariato esplose con il job act fino ai pensionati e alle fasce di indigenza o sociali, se vogliamo, che riceveranno 80 euro una tantum – come annunciato dal Governo- in attesa di una riforma e di risorse delle quali si sa bene poco. E allora gli aumento dei prezzi, che si vorrebbero legati all’energia, a conflitti vanno presi con le pinze, alimentati dalla impennata dei carburanti. Federconsumatori Matera, guidata dal Angelo Giannella, e in linea con la Federazione nazionale, non ci sta e chiede trasparenza. Mica semplice. Se il debito pubblico è aumentato mentre qualità e servizi sono diminuiti, è i caso della Sanità pubblica, servirebbe una operazione verità. Consumi in calo, boicottiamo, scioperiamo? Se servisse a qualcosa..
LA NOTA DI FEDERCONSUMATORI
Federconsumatori: aumenti dei prezzi alimentari “ingiustificati”
Torna a salire l’inflazione a marzo: secondo le stime dell’Istat si attesta al +1,2% su base annua. Un’accelerazione, spiega l’Istituto di Statistica, dovuta all’aumento dei prezzi dei servizi relativi ai trasporti, nonché all’attenuazione della discesa dei prezzi dei beni energetici. Cattive notizie per le famiglie, che non solo non hanno visto scendere i prezzi dopo i forti aumenti registrati negli ultimi anni (nonostante il calo registrato sulle materie prime, specialmente in campo alimentare), ma che ora devono fare i conti con ulteriori aumenti: secondo le stime dell’O.N.F. — Osservatorio Nazionale Federconsumatori, con l’inflazione a questi livelli, le ricadute per una famiglia media ammontano a +378 euro annui. Ricadute che continueranno a colpire il potere di acquisto delle famiglie, specialmente quelle a basso reddito, incidendo sulle loro scelte di consumo e costringendole a rinunce e sacrifici.
La Federconsumatori, nel Consiglio nazionale dei consumatori (Cnc), ha preso parte alla Commissione di allerta rapida sui prezzi, presso il Ministero del Made in Italy, nel corso della quale sono stati presentati i dati sull’andamento dei costi all’origine e al dettaglio di un paniere di prodotti alimentari. I dati emersi sono “preoccupanti”, sostiene Federconsumatori, “e attestano come i prodotti più acquistati dalle famiglie italiane abbiano subito, negli ultimi anni, forti incrementi, solo in minima parte giustificati” dagli andamenti dei costi della materia prima, degli imballaggi e delle lavorazioni, mentre i prezzi di energia e carburanti, che hanno fortemente inciso sugli aumenti nel medio lungo-periodo e sui picchi registrati l’anno scorso, singolarmente non determinano l’effetto inverso quando diminuiscono.
Aumenti oltre 35%
Nel medio-lungo periodo, anche quando gli incrementi dei costi delle materie prime e dei costi di produzione si sono arrestati, i prezzi al consumo sono rimasti, nella migliore delle ipotesi, stabili, ma in molti casi hanno continuato la loro corsa al rialzo. In base ai dati illustrati nell’ultima riunione del Cnc, nel periodo febbraio 2019/ febbraio 2024, i prezzi al dettaglio dell’olio extravergine d’oliva sono rincarati in Italia dell’81,1%, la pasta secca è aumentata del 35,6%, le uova del 25,7%, la passata di pomodoro del 41,9%, le mele del 21,1% e il latte fresco del 21,5%.
Impoverimento delle famiglie
Un andamento che ci deve far riflettere, comunica Federconsumatori infatti, non vi siano più le condizioni che hanno provocato il rialzo dei listini al dettaglio, i prezzi dei prodotti alimentari non sono tornati ai livelli precedenti. Tale tendenza, in assenza di una adeguata crescita dei redditi fissi, stipendi e pensioni, che sono invece rimasti inspiegabilmente fermi, non ha fatto altro che determinare un progressivo impoverimento delle famiglie, una contrazione del loro potere di acquisto, un aumento delle rinunce e dei sacrifici sul fronte dei consumi, arrivando ad intaccare settori fondamentali quali la salute, oltre che causare danni alla crescita economica complessiva e al mercato interno”. L’importanza di “adottare misure strutturali di riduzione dei prezzi dei beni energetici e dei carburanti, che condizionano i costi di produzione e di distribuzione delle merci, agendo sui sistemi di regolazione pubblici e sugli oneri fiscali e parafiscali che li appesantiscono, perché i loro aumenti incidono fortemente sui prezzi al dettaglio dei beni di largo consumo”.
I prezzi devono scendere
I prezzi devono scendere senza se e senza ma, perché la mancata riduzione configura una intollerabile speculazione a danno delle famiglie, trattandosi di beni primari di cui le famiglie devono sostenere anche nella difficoltà. Per questo, nel ringraziare il Garante dei prezzi per il lavoro svolto sulla trasparenza della filiera, ribadiamo la necessità di istituire Osservatori territoriali anti-inflazione presso tutte le Prefetture con il compito sia di monitorare in tempo reale l’andamento dei listini sia di segnalare con immediatezza anomalie e criticità.
