lunedì, 9 Settembre , 2024
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Una minestra di ceci e grano al posto di “dolcetto o scherzetto”

 

Grano, ceci acqua e sale. Ingredienti tanto semplici quanto preziosi per le indulgenze dei propri cari defunti. E’ “l’anima dei morti” piatto povero, a base di cereali e legumi,  che si cucina in occasione della ricorrenza del 2 Novembre in molte regioni del Sud Italia in special modo in alcuni paesi della Basilicata. Ma a prescindere dagli ingredienti, va ricordato che,  non c’è regione nel nostro Paese che non abbia una propria tradizione culturale e gastronomica  legata  a questa ricorrenza. Tradizioni spesso dimenticate che hanno ceduto il posto al celebre dolcetto o scherzetto e ai festeggiamenti di Halloween importati dai paesi anglosassoni. Ma come si cucina “l’anima dei morti”?

 

La sera che precede la festa di Ognissanti, si mette in ammollo una gran quantità di grano e di ceci (qualcuno ci aggiunge anche del mais) Al mattino successivo, poi, in un grosso pentolone si fa cuocere il tutto a fuoco lento per diverse ore e in abbondante acqua salata. Una volta cotta, la minestra è pronta per essere distribuita in piccole ciotole a vicini di casa e parenti. Più ciotole saranno distribuite, più indulgenze avranno assicurate le anime dei propri defunti.

Il grano, in particolar modo  viene associato sia  alla morte  che alla resurrezione e diviene il simbolo del continuo e incessante ciclo di morte e rinascita della natura. Mentre i ceci sono il simbolo di un paese agricolo e dei raccolti. Anche se, nella tradizione culinaria italiana il grano  è  un alimento molto presente sopratutto nelle regioni meridionali e della Magna Grecia.

Spesso lo si usa come base per dolci per commemorare i propri cari scomparsi. In questo caso, la particolarità sta nel fatto che non si cucinano dolci ma una vera e propria minestra.

Mangiare il grano nel Giorno dei Morti viene così ad assumere, oltre che valore rituale, valore propiziatorio per garantire continuazione alla vita e prosperità. Una tradizione che si perde nella notte dei tempi e che se non si rinnova di anno in anno è destinata prima o poi a scomparire.

 

 

Anna Giammetta
Anna Giammetta
Giornalista freelance . Tra le collaborazioni, Il Quotidiano della Basilicata, Avvenire, Il Fenotipo (periodico dell'Avis Basilicata), Fermenti (periodico Diocesi di Tricarico), Infooggi.
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