sabato, 21 Giugno , 2025
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Un libro e la canzone di Sammartino. C’è un raglio di pace contro tutte le guerre.

Asina! Non di certo Regina, nel modo di pensare e di fare. Quel solipede dalla forte tempra, protagonista del libro di Mimmo Sammartino ‘Nostra Regina dei burroni e delle mosche’ https://giornalemio.it/cultura/avanti-regina-e-con-rispetto-a-matera-il-libro-di-sammartino/ che a Matera ha espresso più di un raglio di soddisfazione se confrontato con l’insipienza, il protagonismo, la spregiudicatezza delle tante teste malate e deviate protagoniste del ”nuovo ordine” mondiale, che alimentano venti e teatri di guerra dagli esiti deleteri. Già, come scritto nel retro di copertina ” Un canto di terra e di diserzione. Un inno alla disobbedienza dinanzi all’insensatezza delle guerre, testimonianza implacabile racchiusa in un raglio stonato”. Stonato, come ” Oh Gorizia tu sei maledetta” il canto composto da un anonimo dopo quella battaglia, andata avanti dal 6 al 17 agosto 1916, che causa la inutile morte ” una carneficina” di 100.000 soldati italiani e austriaci. Erano giovani e furono mandati al massacro, senza ragione. Quella canzone fu un inno contro la guerra e chi la cantava rischiava di essere passato per le armi.

Del resto le guerre lasciano una scia di sangue, di polemiche anche dopo anni, come scrive Sammartino, ricordando l’intreccio di situazioni con un altro canto, che parlava di insurrezione finita nel sangue, con ” Venezia Bella”. E ci aveva pensato una figura come Benito Mussolini, ex socialista, più avanti fascista e interventista, che con un diario dal fronte riscrive i versi per altri fini ” Gorizia che sei la più bella, il tuo nome risuona lontano, or sei passata al dominio italiano, sarai protetta dal nostro valor”. Una miccia rimasta accesa che innescherà polemiche e proteste a causa di un cambio di parole il 20 giugno 1964, con il Nuovo canzoniere italiano che durante il festival dei Due Mondi di Spoleto intonò ”Oh Gorizia tu sei maledetta” nello spettacolo ” Bella ciao”. Una bomba, uno scandalo…

Parole – scrive Sammartino- che fanno sobbalzare un ufficiale e altri spettatori presenti in sala : ” Traditori signori ufficiali, che la guerra l’avete voluta, scannatori di carne venduta e rovina della gioventù”. Lo spettacolo venne ostacolato ripetutamente da fascisti e per i componenti del Canzoniere ( Michele Straniero, Roberto Leydi, Filippo Crivelli e Gianni Bosio arrivò anche la denucia per vilipendio alle forze armate. Finita? Ormai quel canto contro la guerra si era diffuso e nessuna persecuzione poteva fermarlo. Tant’è che una anarchica a Carrara nel 2015 l’aveva cantata durante le celebrazione del 4 novembre… Una nota, un raglio stonato? Non ha stonato di certo Mimmo Sammartino, anzi. Ed è stato davvero una sorpresa, per noi e per quanti convenuti alla Libreria dell’Arco per la presentazione del libro insieme a Beatrice Volpe e Caterina Falotico Vitelli. Ha cantato, accompagnandosi con chitarra e armonica, ” Il disertore” . Una canzone dello scrittore francese Boris Vian, composta dopo la guerra in Indocina e con quella di Algeria alle porte. Davvero intensa. Un inno alla libertà di coscienza e alla vita. La cantarono in tanti: da Johnny Halliday a Joan Baez e in Italia Luigi Tenco, Ivano Fossati. Mimmo l’ha cantata con la preoccupazioni di oggi, rendendo omaggio a tutte le Regine che non si risparmiano e tirano dritto con coerenza.

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