Sonorità e solidarietà per un popolo e una Repubblica, sulla carta, come quella del Kurdistan sacrificata spesso sull’altare dei compromessi internazionali tra Iraq, Turchia,in particolare e altri ‘’Paesi’’ che lasciano intatti questioni del passato. Ma ci sono musica e cultura che non hanno confini e approdano in quel caravanserraglio di incontri che il festival internazionale dei ‘’Suoni della Murgia’’. Domani all’agriturismo Posta Mangieri di Corato ( Bari) il concerto dello spagnolo ‘’Dignity road project Gani Mirzo Band’’. Un percorso della dignità, che non potrà non dimenticare il leader curdo del Pkk Abdullah Ocalan ristretto in Turchia da quasi 25 anni…Un canto di libertà.
SUONI DELLA MURGIA
Venerdì 14 luglio – ore 20.30 Agriturismo Posta Mangieri, Corato
DIGNITY ROAD PROJECT GANI MIRZO BAND Il percorso della dignità
Un progetto “Geo-Eventi del Parco”
The Dignity Road è un viaggio di solidarietà attraverso la musica del Kurdistan e l’esperienza internazionale dei musicisti della Gani Mirzo band. Un patrimonio da tutelare e divulgare, uno spettacolo ricco di vita e di ritmo con sei artisti sul palco. Questa nuova iniziativa e spettacolo musicale è la continuazione di un progetto di solidarietà e sostegno al campo di Domiz nella provincia di Duhok (nel nord dell’Iraq o Kurdistan iracheno) e alla fondazione musicale Mirzo in Kurdistan, per aiutare i bambini che studiano musica e motivarli con l’arte, di fronte alla desolazione e alla tristezza della vita in un campo profughi.
Nasce dall’incontro tra i musicisti della Gani Mirzo Band ed il cantante armeno Ibrahim Keivo il progetto The Dignity Road– Il percorso della dignità a sostegno delle donne curde yazidi, recentemente liberate da Daesh, che si trovano attualmente nel campo profughi di Domiz nella provincia di Duhok, in Kurdistan. Sono tutte donne che sono state trattate come schiave sessuali o ridotte in schiavitù, perseguitate e torturate dallo Stato Islamico (Isis). Dopo aver subito la prigionia, una volta liberate, le donne devono continuare ad affrontare molti altri ostacoli. Quando tornano nei loro luoghi d’origine, sono psicologicamente devastate perché non solo sono state violentate e ridotte in schiavitù, ma hanno anche assistito all’uccisione dei loro familiari, molti dei quali sono stati portati via. Donne che si sono viste portar via i figli, privati di una parte molto importante del loro futuro.
Ibrahim Keivo voce, bouzouki, saz, jumbush
Neila Benbey voce, percussioni
Gani Mirzo oud, percussioni
Juan José Barreda chitarra flamenca
Josean Martin chitarra, bouzouki
Fran Lasuen violino, percussioni, voce
Ibrahim Keivo proviene da una famiglia armena scampata al genocidio. Il suo canto e la sua musica esprimono con intensità la musica del Jezireh, dove arabi, assiri, caldei, curdi e armeni vivono insieme e condividono canti e musica. La band Gani Mirzo, guidata dal musicista curdo, ma residente a Barcellona, in Spagna, Gani Mirzo, è un gruppo noto per le sue ricerche sulla fusione tra musica orientale e flamenco. Il loro ultimo album Campo Domiz è dedicato al campo profughi di Domiz, situato nella regione curda del Kurdistan iracheno, dove vivono più di 100.000 persone.
GANI MIRZO
Curdo di nascita ma spagnolo di Barcellona d’adozione, Gani Mirzo è stato attratto dalla musica fin dall’infanzia. Pur appartenendo alla comunità curda, la cui musica e cultura erano proibite in Rojava e in Siria, è riuscito a studiare musica: prima al conservatorio di Aleppo e poi a Barcellona. Dal 1994 al 2000, Mirzo ha svolto ricerche sul flamenco presso il Conservatorio del Liceo, con l’aiuto del professor Manuel Granados. Nel 1995, ha creato la Gani Mirzo Band, riconosciuta per la ricerca sulla fusione della musica curda e orientale con il flamenco e il jazz. La carriera musicale di Mirzo si è sviluppata come solista e come membro della band Gani Mirzo Trio. Si è esibito in Spagna, Francia, Belgio, Germania, Olanda, Messico, Marocco, Algeria e Kurdistan. Ha inoltre composto la colonna sonora dei film documentari “Activists in Iraq” di Alberto Artzea e “Vendetta Song” di Elam Caftán, e dello spettacolo teatrale “Le mille e una notte” di Els Comediants. Dal 2014 Gani Mirzo collabora con i campi profughi in Kurdistan (Siria e Iraq). Nel 2018 ha creato un centro musicale a Shingal, nel Kurdistan iracheno, dove si insegna la musica a bambini e adulti vittime della guerra e del fondamentalismo islamico. In collaborazione con Musicians Without Borders, dal 2018 conduce una campagna per raccogliere strumenti da portare nei centri musicali del Kurdistan siriano, dove la cultura curda è stata bandita per anni. Nel 2020 nasce Mirzo Music Foundation, con l’obiettivo di formalizzare le attività avviate nel 2014 e intraprendere nuovi progetti come la Khanasore School e i centri culturali nei campi profughi.
Fondazione Mirzo Musica
La fondazione creata da Gani Mirzo è nata dopo la visita di Gani nella sua terra natale, il Rojava, nel Kurdistan siriano. Durante il suo soggiorno ha visitato diversi campi profughi e lì ha saputo riconoscere e valorizzare il potere della “ricostruzione musicale”. Dopo questo viaggio, con la collaborazione di musicisti senza frontiere, ha avviato diversi progetti di raccolta per l’acquisto e la raccolta di strumenti con l’obiettivo di inviarli nei campi profughi. Allo stesso tempo, ha iniziato a modellare l’idea di creare spazi culturali nei campi profughi e nelle aree devastate dalla guerra, dove la cosa “normale” da fare era stare bene, un luogo per la ricostruzione sociale e per aiutare a credere che un futuro migliore sia possibile.
Incorniciata nel contesto di una scuola di musica, l’iniziativa della Fondazione Mirzo Musica ha come obiettivo primario quello di contribuire a dare speranza a persone che hanno sofferto gravemente per le conseguenze della guerra. La scuola di musica promuove un ambiente normalizzato in cui i bambini possono concentrare il loro interesse sulla creazione di qualcosa di nuovo, diverso e bello, lontano dalla realtà del loro giorno per giorno. E offre loro una finestra sulla speranza.
Questa tournèe pugliese sarà impreziosita dalla presenza di un importante artista curdo-americano, LUKMAN AHMAD, che si produrrà in azioni di live painting (pittura dal vivo) di solidarietà con il Percorso della Dignità. Nel corso del concerto sarà possibile acquistare le opere realizzate da Ahmad ed aiutare Gani Mirzo nel suo progetto sostegno al campo di Duhok .
LUKMAN AHMAD
Attraverso espressionismo e l’immaginazione, Lukman presenta lo spettro dell’esperienza umana e invita lo spettatore a conoscere un’altra cultura. Da un pennello, musica, danza, risate, sofferenza, compassione e passione, incitano l’occhio dello spettatore a sperimentare la storia di un popolo, un popolo dimenticato e senza una nazione, ma che ha conservato una cultura ricca e piena. Siriano di nascita, Lukman riflette l’esperienza curda e l’esperienza umana. Autodidatta e profondamente in contatto con il suo popolo e con l’intreccio delle culture circostanti, Lukman esprime l’immaginazione e le esperienze con autenticità, lasciando che siano il colore e il movimento a raccontare la storia, sia essa di dolore o di felicità, di contemplazione o di felicità, di contemplazione o di passione. Combina simbolismo e simbolismo e immaginazione, colore e ritmo, per trasportare lo spettatore nel mondo che ha vissuto e nelle emozioni di cui è stato testimone.
Con oltre 45 mostre in vari Paesi, tra cui Siria, Turchia, Kurdistan Kurdistan iracheno, Svizzera, Libano e Stati Uniti, l’artista si sforza di trasmettere questo spettro di vita. Le gallerie e le esposizioni hanno spaziato da mostre personali come a Washington D.C. con la Foundary Gallery (2012), l’edificio della Voice of America (2015) e il palazzo della Voice of America (2015). America (2015) e la Jerusalem Fund Gallery (2013); e mostre collettive, come la West Branch come la West Branch Gallery and Sculpture Park di Stowe, Vermont (2016), Artomatic nel Maryland. (2016), Artomatic nel Maryland (2012, 2015 e 2016), il Museo d’Arte Ackland con l’Università della Carolina del Nord (2011) e il Workhouse Art Center in Virginia (2014). Virginia (2014), The Jerusalem gallery, Washington DC (2013-2019) e Art fabbrica, VA (2022).
Lukman è arte con uno scopo. Con ogni mostra, Lukman non perde di vista il valore dell’arte e il suo ruolo nell’esperienza umana. Il suo lavoro riflette questo valore come percorso di comprensione di se stessi e del proprio ambiente, come metodo per mostrare l’esperienza curda e per rimuovere conflitti e sofferenze. Scopo, valore e visione, attraverso il simbolismo, l’espressionismo e il colore. Attraverso la sua esperienza, che ha iniziato a cambiare dopo lo scoppio della guerra civile in Siria, in particolare nella lotta contro il terrorismo nella sua regione curda nel nord-est della Siria, cerca di evidenziare le violazioni dei diritti umani durante le guerre. Insieme ai suoi dipinti colorati e alle sue emozioni espressive, il colore nero offre anche offre la tragedia della morte e la speranza insieme nei suoi dipinti attuali. La sua esperienza non dipende solo dall’aspetto estetico ma anche dalla sua dimensione culturale e dalle modalità di utilizzo degli strumenti culturali e cognitivi per fare dell’arte un approccio positivo a una cultura civile basata su valori umani di rispetto e accettazione dell’altro e che va oltre la raffinatezza estetica dell’opera artistica. Collabora con VOA dal 2014.
Sabato 15 luglio Jazzo Corte Cicero, Altamura
ore 20.30 Piccola Banda Ikona
ore 21:30 DIGNITY ROAD PROJECT GANI MIRZO BAND
STEFANO SALETTI & BANDA IKONA
“Si tratta di musicisti e cantanti con così tanto talento, passione e capacità evocativa… è pura magia“.
Ian Anderson – Folk Roots
Quello di Stefano Saletti & la Banda Ikona è un Mediterraneo ostinato, combattente, resistente che non si arrende. Ostinato come siamo noi popoli mediterranei, forti, antichi, testardi. Ostinato come la ripetizione in musica che diventa stordimento, trance e rituale a cui abbandonarsi.
Il nuovo disco “Mediterraneo ostinato” (uscito nel 2021 per l’etichetta Finisterre) è arrivato al n.2 della World Music Charts Europe la classifica internazionale della world music, è entrato nella classifica della Transglobal Music Chart, è stato finalista alle Targhe Tenco nella sezione dialetto e lingue minoritarie e votato al n.11 della classifica mondiale dei migliori dischi di world music usciti nel 2021. E’ diventato così una sorta di manifesto di un nuovo possibile “Mediterranean Power” nel nome di un passato fatto di arte, cultura, porti aperti, incontri, scambi che come una grande rete si sono intrecciati creando nuovi percorsi, storie condivise e una comune anima mediterranea.
E’ cantato in Sabir, l’antica lingua del Mediterraneo che Saletti ha riportato in vita dall’oblio della storia per farla rivivere nelle sue composizioni originali che attingono anche al grande patrimonio della letteratura mediterranea da Calvino a Pasolini a Alda Merini da Matvejevic a Machado e Kavafis da Cecco Angiolieri a Rilke al poeta curdo Abdulla Goran. Perché nel Mediterraneo tutto si tiene: le piazze assolate a mezzogiorno e il buio che accompagna le rotte dei migranti, la gioia e la disperazione, il bene e il male. Il risultato è un affascinante folk world-mediterraneo, meticciato, una miscela ricca di ritmi e melodie, suggestioni e colori che attinge, oltre ai brani originali, alla tradizione sefardita, araba, balcanica e del Sud Italia.
Il precedente CD “Soundcity: suoni dalle città di frontiera” ha avuto grandi riconoscimenti in Italia e all’estero: è stato tre mesi ai primi posti della WMCE la World Music Charts Europe, nella Top ten della Transglobal Music Charts, disco del mese per la prestigiosa rivista inglese FRoots e per Blogfolk; nella cinquina finale del Premio Tenco nella sezione dialetto e lingue minoritarie.
Compagni di viaggio di Stefano Saletti, polistrumentista già fondatore dei Novalia che suona oud, bouzouki, saz baglama, chitarra, ci sono i musicisti che da anni fanno parte della Banda Ikona: Barbara Eramo (cantante tarantina, una delle voci più interessanti della musica world e popolare), Gabriele Coen ai fiati (grandi ricercatore della tradizione ebraica sefardita), Mario Rivera (bassista potente e creativo), Giovanni Lo Cascio (percussioni e batteria già nei Novalia). Saletti, Eramo e gli altri componenti della Banda Ikona effettuano da anni in Italia e all’estero anche workshop e seminari sulla lingua Sabir, sulle tecniche esecutive degli strumenti a corda e percussione, sulle tecniche vocali, sulle contaminazioni, influenze e specificità dei tanti stili musicali del Mediterraneo.
Stefano Saletti: oud, bouzuki, chitarra, voce
Barbara Eramo: voce, ukulele
Gabriele Coen: clarinetto, sax, flauto
Mario Rivera: basso acustico
Giovanni Lo Cascio: drums set, percussioni
Piccola Banda Ikona
Un viaggio affascinante tra i suoni e le culture del Mediterraneo alla ricerca di un linguaggio musicale e lirico che unisca tanti popoli diversi che si affacciano sullo stesso mare.
Questa è l’idea che anima la Banda Ikona, una formazione creata da Stefano Saletti (fondatore e anima dei Novalia) che ha riunito insieme alcuni dei più prestigiosi musicisti della world music italiana come Barbara Eramo, Gabriele Coen, Mario Rivera, Carlo Cossu, Giovanni Lo Cascio, Arnaldo Vacca.
Nel 2021 la Banda Ikona ha pubblicato per Finisterre il nuovo lavoro discografico intitolato “Mediterraneo Ostinato”