Naturalmente ci riferiamo alla momm, l’attenn e a tutta la ‘’ Sacra Famugghj’’ come si diceva un tempo, allargata ai tanti materani che hanno fatto registrare il tutto esaurito al cinema Comunale, per la replica della commedia in vernacolo ‘’ Prjm Marustocch’’ della compagnia Il Sipario https://giornalemio.it/eventi/prjm-so-nzre-marustocch-con-il-sipario-si-replica/. Due ore buone di sano divertimento con una storia ben scritta, fatta di battute in dialetto , sorprese, doppi sensi, situazioni imbarazzanti con il ritmo dell’antico vicinato dove, eventi tristi e lieti, coinvolgevano anche l’inevitabile ficcanaso, pronta a fare il passaparola- a modo suo- in lungo e in largo. E il matrimonio con una ragazza da marito come Marustocch( Maria Eustachia) ‘’ bell’ a momm’’ (bella per sua madre) ma ‘’ lall’’ (brutta) tanto non fare nulla per migliorare il suo aspetto ‘’nan s toghhj monch u mustozz… pert la gonna marro’ e u capudd d nonnò ( non si taglia i baffi, indossa una gonna marrone e ha un taglio di capelli come quello della nonna). In quelle condizioni come lo trova un marito? E in famiglia ci sono fratello e sorella che premono come Cosimino fidanzato con Chiarina e Lucia con Saverio.
Ma tradizioni e priorità vanno rispettate…E allora ci vuole una trovata. Solo un cieco potrebbe sposare a ‘’scatola ‘’ chiusa Mariastocch…e così viene fuori la figura di Biasino Braciola, che serve i pasti in carcere e ha una vista limitata. Meglio di così. Un accenno in famiglia, senza entrare nel merito e la sorella vacantira (zitella) non vede l’ora di incontrare l’amato. Sembra facile mettere nero su bianco. Situazione sbloccata con la pratica, in voga con un marito emigrato all’estero, di sposarsi per procura ( per pr’cuch, per percochi equivoca Marustocch) con un delegato presente in loco. Compito affidato al ‘’maestro’’ dal tic facile e allusivo Raffaele Culofino che capisce poco del dialetto materano, con l’equivoco del delegato che fa le veci e che per una ‘’f’’ finisce nel cesso.. Tutto liscio come l’olio, anzi il rosolio? O come la peretta ‘’aglio, olio e peperoncino’’ che la nuora minaccia di fare alla recalcitrante suocera restia a mangiare un piatto di fave ( u’ cuzz’l) di stagione? Macchè.
La Provvidenza è sempre dietro l’angolo per complicare le cose. Perché nonostante il brindisi augurale ‘’Cuss mmir iè bbell e ffin, brunds fozz a Marustocch e Biasin ‘’fatto da papà Ciccil , in occasione del matrimonio per procura, il ‘’cecato’’ che serviva pasti in carcere viene rilasciato per buona condotta e arriva a Matera pronto per impalmare l’amata. Naturalmente atto non valido, perché quel ‘cecato’’ con casacca a righe bianche e nere aveva ingannato tutti,stava scontando una pena, e poi il matrimonio non era stato consumato. Niente sentenza della ‘Sacra Ruota’’ vaticana e la vita per la nuova coppia Rafajal, il maestro, e la illibata Marustocch poteva girare, consentendo anche a fratello e sorella di sposarsi. ‘’Cacoll i callin’’, confetti e confettini per tutti anche per la nonna dalle orecchie grandi…trasferita a forza dal lamione dei Sassi dove avrebbe voluto finire i suoi giorni. Preferisce il vino e non beve acqua perché dice che ‘’va dietro alla spalla’’ .
E,poi è una ‘’ingrata’’ a sentire la nuora Teresa che le risponde a tono e non vede l’ora che il ‘’Signore’’ se la venga a prendere… C’è tempo. In quella casa oltre ai ‘’profumi’’ dei legumi e del water ‘’ si sente anche quello dei fiori di arancio, anzi di ‘’marongj allo stoccj’’ alla staccia. Così arriva il beneagurante ‘’ E vissero felici e contenti…’’ con l’abito bianco e con una famiglia destinata a crescere, nonostante le lamentele per la tavola che riserva ‘’ U llntacchj cu papidd… sorsi di idrolitina…cialledd che l’uv mi fece mel… (le lintecchie bucate dal parassita ‘tonchio’, l’acqua frizzante e la cialledda con l’uovo che fa male). Poco male semplicità, pazienza e litigi erano e sono il segreto per andare avanti. Magari riascoltando in sotto fondo le canzone degli anni Sessanta che hanno fatto da colonna sonora alla commedia ‘’ Prjm Marustocch’’. E non sarebbe male se la Compagnia il Sipario ci facesse sapere se la famiglia di Marustocch e Rafajal è cresciuta e pasciuta…Al lavoro. U’ matarris attendono p’ scattscè u men… per battere le mani e sentire e parlare il dialetto, che andrebbe valorizzato.
