venerdì, 18 Aprile , 2025
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” Schiavi Mai!”. Un libro e una storia di ribellione bracciantile

Diritti e lavoro? Sempre di meno, aldilà delle decantazioni in parte giuste sull’avvento dell’intelligenza artificiale da prendere con le pinze tra usi e abusi e inevitabile perdita di posti di lavoro tradizionali (tanti) a vantaggio di quelli innovativi (pochi) . E allora libri come ”Schiavi mai!- La ribellione dei braccianti del caporalato” di Antonio Olivieri e Boris Pesce, che sarà presentato a Chivasso (Torino) il prossimo 28 marzo sono un invito a riflettere prima che una storia come quella possa ripetersi, in altre parti del Paese o del Mondo. Sfruttamento, globalizzazione e altre forme deleterie del Capitalismo alimentano povertà e taglio dei diritti.

COMUNICATO STAMPA

Chivasso 28 marzo h 17 presso la Biblioteca civica si terrà la presentazione del libro “Schiavi mai! – La ribellione dei braccianti nel Piemonte del caporalato”, a cura dell’Associazione Lucana “G. Novello”, in collaborazione con SPI CGIL Chivasso, l’ Auser Chivasso e il Patrocinio della Città di Chivasso. Interverranno, oltre agli autori, Alice Ravinale, consigliere regionale Piemonte, Lara Calvani segretaria provinciale FLAI CGIL, Francesco Candido, Rappresentante dell’Associazione Lucana “G. Novello”. Il saggio è la storia della rivolta bracciantile di Castelnuovo Scrivia ( Alessandria) del 2012 da parte dei lavoratori immigrati costretti a sopportare condizioni durissime imposte da una rete di possidenti senza scrupoli.

Antonio Olivieri – Boris Pesce
SCHIAVI MAI!
La ribellione dei braccianti nel Piemonte del caporalato
Schiavi mai! non è semplicemente un saggio. Nelle sue pagine, infatti, scorre la storia della clamorosa rivolta bracciantile di Castelnuovo Scrivia del 2012: una rivolta provocata dalla fame di diritti a cui furono costretti i lavoratori immigrati, forzati a sopportare le durissime condizioni imposte loro da una rete di possidenti senza scrupoli. La ribellione dei braccianti, allora, rappresentò un atto di accusa senza precedenti nei confronti di un sistema schiavile che, dai campi alla tavola, passando per la logistica e le catene dei supermercati, fu costretto a mostrarsi per ciò che era e purtroppo, in molti casi, è ancora: un terribile ingranaggio fondato sullo sfruttamento; una realtà il cui funzionamento, anche nel cuore del Piemonte, viene subordinata alla pratica del caporalato. Contro un simile stato di cose, l’organizzazione dei lavoratori seppe strutturarsi attivando insospettabili reti di solidarietà ma fronteggiando anche una dura violenza padronale e, immancabilmente, una altrettanto dura repressione. Boris Pesce e Antonio Olivieri, in prima linea nel corso della lotta, ne ripercorrono le tappe in un libro di rara passione civile. Lo stesso sentimento di rabbia che spinse gli sfruttati alla sollevazione.

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