Braccianti e caporali, sfruttamento e ribellioni,fame e disperazione ieri in Piemonte o in Lucania dove quella piaga resiste, nonostante le leggi di riforma, le quote di immigrazione e, purtroppo, i tanti rischi di incidenti che contrassegnano le storie di migranti che vengono dall’Africa, dall’Asia o dall’Est europeo. La presentazione a Chieri ( Torino) del Libro ‘’ Schiavi Mai-! – La ribellione dei braccianti nel Piemonte del caporalato’’ di Antonio Olivieri e Boris Pesce è l’occasione per cittadini, sindacati, politici, e gli stessi braccianti per riflettere, guardarsi intorno e impegnarsi perché le storie di quel libro non aprano ad altri capitoli di sfruttamento, che vorremmo chiudere per sempre. E i contributi dei partecipanti, come riportato nell’annuncio che segue, possono dare una mano per accrescere attenzione su un problema di stretta attualità.
L’ANNUNCIO
📚 Presentazione del libro “Schiavi mai! – La ribellione dei braccianti nel Piemonte del caporalato” 📚
🗓 Venerdì 24 gennaio 2025 alle 16.30
📍 Sala conferenze biblioteca CHIERI
Unitevi a noi per un evento imperdibile, organizzato in collaborazione con l’Associazione Culturale Amici della Lucania di Chieri per riflettere su uno dei capitoli più significativi della lotta per la dignità nel lavoro: la rivolta dei braccianti di Castelnuovo Scrivia del 2012.
✨ Intervengono insieme agli autori, Antonio Olivieri e Boris Pesce:
👤 Francesco Candido, Rappresentante dell’Associazione Culturale Amici della Lucania – Chieri APS
👤 Stefano Rossotto, Presidente della CIA Agricoltori delle Alpi
👤 Daniele Valle, Consigliere della Regione Piemonte
🎤 Modera: il giornalista Enrico Bassignana
Durante l’evento verrà proiettato un filmato autoprodotto dal Presidio dei Lavoratori, che documenta la forza e il coraggio di chi ha alzato la voce contro lo sfruttamento.
Sinosssi
“Schiavi mai!” non è semplicemente un saggio. Nelle sue pagine, infatti, scorre la storia della clamorosa rivolta bracciantile di Castelnuovo Scrivia del 2012: una rivolta provocata dalla fame di diritti a cui furono costretti i lavoratori immigrati, forzati a sopportare le durissime condizioni imposte loro da una rete di possidenti senza scrupoli. La ribellione dei braccianti, allora, rappresentò un atto di accusa senza precedenti nei confronti di un sistema schiavile che, dai campi alla tavola, passando per la logistica e le catene dei supermercati, fu costretto a mostrarsi per ciò che era e purtroppo, in molti casi, è ancora: un terribile ingranaggio fondato sullo sfruttamento; una realtà il cui funzionamento, anche nel cuore del Piemonte, viene subordinata alla pratica del caporalato. Contro un simile stato di cose, l’organizzazione dei lavoratori seppe strutturarsi attivando insospettabili reti di solidarietà ma fronteggiando anche una dura violenza padronale e, immancabilmente, una altrettanto dura repressione. Boris Pesce e Antonio Olivieri, in prima linea nel corso della lotta, ne ripercorrono le tappe in un libro di rara passione civile. Lo stesso sentimento di rabbia che spinse gli sfruttati alla sollevazione.
