giovedì, 24 Aprile , 2025
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Realismo esistenziale? Quello dell’Italia che si rimboccava le maniche

E a ragione, per quanto il BelPaese seppe fare con l’approssimarsi del boom economico, ma con tutta una serie di problematiche su identità, ruolo, condizioni dell’uomo e delle donne, che si trovavano a confrontarsi e a vivere in situazioni dove le emozioni, le capacità di sentire oscillavano come un pendolo in una lunga sequenza di stati d’animo compresi tra reazione, protesta, ambizione , passione, entusiasmo e insoddisfazione. E l’arte, quella del Realismo Esistenziale, con le ”sintonie artistiche nell’espressione dell’umano”, come riporta il titolo di dimensioni wertmulleriani della mostra collettiva ospitata dal 2 al 9 marzo presso lo studio Arti Visive di Matera, è stata la forma per descrivere la fabbrica, con i ritmi e il grigiore della catena di montaggio, gli annunci dei giornali sugli effetti della guerra fredda tra Usa e Urss e l’affacciarsi sugli scenari asiatici del presidente del Partito comunista cinese Deng XiaoPing e altre segni e linguaggi impressi nelle opere di di Giuseppe Banchieri, Floriano Bodini, Mino Ceretti, Gianfranco Ferroni, Giuseppe Guerreschi, Bepi Romagnoni, Tino Vaglieri.

E con loro non potevano mancare due ”giovani” testimoni del tempo come Ginetto Guerricchio con un quadro che agita la freschezza di un garofano della tradizione socialista e le sculture in gesso, dedicate a donne e contadini, di un monumento dell’arte internazionale come Franco Di Pede, che ha varcato gli Oceani. Tutto documentato, anche per i devoti a San Tommaso…Del resto i 60 anni dello Studio Arti Visive non sono un caso. Matera, in particolare, gli deve tanto. Peccato che mediocri e insipienti continuano, per ignoranza o presunzione, a far finta di nulla. Che siano presi da affezioni da iperrealismo esistenziale, che procura vertigini e, chissà, qualche ”mea culpa” dopo l’ennesimo ”selfie” da protagonismo dell’apparire comunque e dovunque? La cura c’è…un bagno d’umiltà e tanta cultura. Lo Studio Arti Visive e Franco Di Pede sono una miniera, da sempre….uno degli archivi della memoria da conoscere e valorizzare.

LA NOTA DI PRESENTAZIONE DELLA MOSTRA
Realismo esistenziale e sintonie artistiche nell’espressione dell’umano

Dal 2 al 9 marzo 2024 lo Studio Arti Visive ospita “Realismo esistenziale e sintonie artistiche nell’espressione dell’umano”, mostra collettiva di artisti appartenenti al “realismo esistenziale”, nel quale operarono come gruppo – per circa un decennio – artisti del calibro

La mostra dà il via al 60esimo anno di attività dello Studio Arti Visive e sarà visitabile tutti i giorni (festivi esclusi) dalle ore 18,30 alle ore 21 o per appuntamento al 3403049740.

IL REALISMO ESISTENZIALE
Intorno alla metà degli anni Cinquanta del secolo scorso, si formò a Milano, in una particolare temperie culturale e sociale, una corrente artistica innovativa e di grande impatto emotivo legata ad una visione dell’arte cosiddetta “esistenziale”. Il realismo esistenziale fu così denominato dal critico Marco Valsecchi nel 1956, poiché tale corrente artistica scaturiva dal tentativo di “riscoperta” della dimensione dell’umano non disgiunta da una feroce critica nei confronti della realtà e della società del tempo.

“Noi non volevamo – scriverà Romagnoni – fare politica attraverso quadri-manifesto o dichiarazioni programmatiche, ma attraverso una ricostruzione dell’uomo, esterna ed interiore insieme”.

Di qui la scelta “del non-colore” e la predilezione per “le periferie urbane, le fabbriche, gli interni con evanescenze fantasmatiche di larve umane, i muri umidi spesso diroccati, i personaggi solitari” (F. Negri).

OPERE CHE SUGGERISCONO QUESTIONI SEMPRE ATTUALI
La visione delle opere esposte in questa mostra genera suggestioni e riflessioni che dal recente passato si proiettano pienamente nel presente in quanto rimandano a questioni sempre attuali: la fatica e la precarietà del vivere (oggi acuita dalle pandemie e dal ritorno delle guerre), l’idea di libertà (nel mondo ancora oggi minacciata e troppo spesso negata), la ricerca di una nuova concezione di uomo (in tempi in cui si discute di “umanesimo trans-umano” e di “umanesimo oltre-umano” oltre che di intelligenza artificiale), la critica al conformismo sociale.

La mostra si completa con alcune opere, opportunamente selezionate, di Franco Di Pede, Luigi Guerricchio e Felice Lovisco, artisti lucani che condividono un “comune sentire” artistico con gli esponenti del realismo esistenziale.

Questo perché l’artista, riprendendo le parole di Bodini, “solo o in gruppo, catalogato in correnti o battitore libero, a mio parere non può fare altro che stare in mezzo agli impicci della vita”.

UNO SGUARDO PARTICOLARE SU BODINI
A Floriano Bodini e con la collaborazione del Museo Civico Bodini di Gemonio, la mostra dedica una particolare attenzione. Maestro di chiara fama mondiale, Bodini è stato scultore, incisore e medaglista oltre che autore di diverse opere monumentali sia civili che religiose. Tra queste non si può non ricordare anche la porta in bronzo della chiesa di S. Vincenzo de’ Paoli al borgo La Martella, che, inaugurata nel 2006 ad appena un anno dalla sua morte, rappresenta, di fatto, l’ultima sua creazione.

Si ringrazia Giuseppe Gatti di Milano e i collezionisti privati per il prezioso contributo offerto all’organizzazione della mostra.

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