L’artista romagnolo Maurizio Boiani ospite a Matera della ” Grafica di via sette dolori”, per una mostra a tutto tondo sulle sue produzioni che sono un cesello di ”arte, storia…e turismo”,ha già in mente un progetto per rafforzare il legame con la ” Città dei Sassi”, dove il professor Giovanni Pascoli insegnò al Liceo classico tra il 1882 e il 1884. L’idea progetto – da quanto ci ha preannunciato – prevede una dedica particolare a Matera con una incisione su lastra, che raffigurerà con l’ immagine dei rioni Sassi, due grandi nomi della letteratura italiani legati a Matera. Si tratta di Giovanni Pascoli, autore di una corposa produzione poetica e letteraria e del piemontese Carlo Levi artista e autore del celebre libro ” Cristo si è fermato ad Eboli”. Boiano riporterà anche altrettanti pensieri o scritti riferiti ai due personaggi. Senz’altro un’idea valida nella prospettiva degli appuntamenti per Matera ”capitale europea della cultura 2019” e oltre, visto che si è fatto ben poco per ricordare il legame che Giovanni Pascoli ebbe con Matera. Citiamo, in proposito, le singole iniziative (saggi compresi) dello storico locale Giovanni Caserta e dell’Unitep . Ci sono una targa marmorea, una piazzetta dedicata a Pascoli a ridosso di Palazzo Lanfranchi e poi … un busto, realizzato dall’artista Raffaele Pentasuglia, ma per ora l’opera resta sul cavalletto in attesa che si decida il da farsi. Si aspetta la cavallina storna? Forse.
E il riferimento a quei celebri versi, che toccarono non poco la vita di Pascoli per la tragica fine del padre, porta ai luoghi pascoliani e non solo grazie alla mostra di Maurizio Boiani che ci illustra una brochure, stampata a caratteri mobili, per la mostra a San Mauro Pascoli, con gli scorci della casa natale, di Barga , il ponte Lungo Reno (dove il Pascoli sentì una voce, ma desistette dal compiere un insano gesto) demolito 150 anni fa e servito per il sagrato di San Petronio a Bologna. Lavori accompagnati da versi e ricordi del poeta. Ma Boiano è anche un testimonial, ci passerà il termine, delle tante bellezze della terra di Romagna. E così, attorniato dalla consorte e dagli infaticabili animatori della Grafica di via Sette Dolori, Vittorio Manno e Angelo Rizzelli, ci illustra una serie di opere che destano non poco curiosità. E così è per una storica cartiera, chiusa da alcuni anni, che lavorava carta a rullo e filigrana come poche. Ma senza liquidità non si va avanti e si fallisce. Pensate che, aveva stampato gli inviti di nozze del Duce e di altre personalità europee. Un tuffo nel passato per ville, che hanno ospitato re e principesse, ma che rischiano di andare in rovina. La principessa Matilde di Canossa e il direttore d’ orchestra Guido Cantelli, giovane e valido allievo del maestro Arturo Toscanini, scomparso prematuramente. Boiano l’ha raffigurato per un concerto nel “Paradiso” della musica, con lo sfondo del teatro e le note dello Stabat Mater con il puntiglio che caratterizza quanti sono interamente presi dalla grafica. Il maestro ha anche dipinto. Pennelli, colori e tavolozza fanno parte del passato…e poi la grafica richiede tanto tempo, da dedicare- come ha annunciato- anche a un’opera dedicata a Matera. L’attendiamo. Nel frattempo potete visitare la mostra presso la sede del Distretto del Mobile imbottito fino al 31 maggio 2017.
Caro Franco, complimenti per la puntuale conoscenza del Pascoli e della sua poesia. Ma non è per questo che ti scrivo. Lo faccio per dire che, al posto di Maurizio Boiani, mi guarderei dal rendere omaggio a Matera in nome e per conto del Pascoli. Una città che ha un sindaco che si vanta di far cultura solo perché aggiusta qualche tufo ad un palazzo nobiliare o ad una chiesa, credendo che la cultura del restauro sia cultura tout court, in assoluto, unica, in tutto preferendo l’immagine alla vita interiore (dello spirito), è , di conseguenza, una città che non trova posto per onorare un poeta che molto diede a Matera, qualificandosi come il maggior poeta dell’Italia del Novecento. Il suo busto giace ancora nella polvere, a cinque anni di distanza. Voglio dire che Matera è rimasta, sostanzialmente, una città di dispetti, di rancori, di pettegolezzi, in toto una “città di trogloditi”, così come la vide lui, Pascoli, venendo da Bologna (essa sì vera e benemerita capitale della cultura europea). Dall’aldilà Pascoli direbbe ancora, di Matera, “povera città di trogloditi”, per cui molti “abitanti culturali” si sono sentiti offesi. Ma lo direbbe non col senso di umana pietà che lo contraddistingueva. Lo direbbe, invece, con spirito sarcastico, non senza una connotazione di disgusto.
Dispetti, rancori, pettegolezzi in una città di trogloditi e di una parte di abitanti culturali che si sono sentiti offesi, né più né meno come accaduto per la fiction ”Sorelle”. Pascoli probabilmente non cambierebbe di una virgola il giudizio riportato nelle missive alla famiglia. Peccato che l’oblio, come le erbacce, rischia di seppellire una parte della nostra memoria. Qualcuno, comunque, ci prova a disboscare la ”selva oscura” ma gli arbusti dell’ignoranza e del protagonismo non ci fanno fare passi avanti. Anzi. Un bicchiere romagnolo di ”Sangiovese” serve ad auspicare che qualcosa cambi, anche per tirar fuori Pascoli e non solo dal forziere delle occasioni perdute.