Un reportage presso il Centro di cura per disturbi alimentari di Chiaromonte (Potenza) tra il novembre 2014 e l’aprile 2015, in punta di piedi, con discrezione per cogliere aspetti,impressioni, sacrifici e poi gioie di quanti ce l’hanno fatta ad accettarsi senza rincorrere i modelli deleteri ed eterei da taglia 36 o giù di lì, visti alle sfilate di moda o su carta patinata. Carla Cantore, fotografa con una sensibilità particolare per il vissuto quotidiano , ne aveva parlato con i referenti della struttura, il dottor Mario Marra e la dott.ssa Rosa Trabace,che si prendono cura di una particolare categoria di persone, in prevalenza adolescenti ma anche di altre fasce di età alle prese con disturbi come bulimia e anoressia, fotografati negli scatti a colori e nei diversi momenti della giornata dalla terapia di gruppo all’ippoterapia a quella sessuale ad eccezione, come è giusto che sia, di quelle individuali.
” Cosa ho colto? Il cambiamento emotivo– commenta Carla. I ragazzi cercano amore, nei loro volti è segnato il forte distacco… e poi l’aspetto emotivo con quel bisogno di essere ascoltati e resi protagonisti. In due ragazze ho riscontrato una bella vena artistica nel cogliere le immagini della vita. E spero che possano coltivare questa passione, perché ne hanno le qualità ”.
Carla, sfogliando le pagine del libro-esperienza, sorride sui ricordi di una esperienza unica. ‘’Cosa mi ha colpito? Il grande coraggio di stare insieme –risponde- di provarci, di mettersi in discussione e guardarsi dal disturbo”. Lo testimoniano foto a colori, riferite a interni. Con alcuni degli ospiti è andata anche al cinema insieme a vedere una pellicola esilarante con i protagonisti di ”Striscia la notizia”.
‘’Era un modo – aggiunge Carla- per riportare la vita nel quotidiano . I ragazzi mi hanno insegnato ad vere fiducia negli altri. Ho apprezzato,poi, lo spirito di sacrificio degli operatori che ci hanno messo e ci mettono davvero tempo e cuore. Ha pubblicato 55 foto delle 1000 realizzate, ma senza azioni invasive. Importante è il guardarsi e guardare. Perchè ho chiamato il lavoro Mirrorless? Senza specchio interno …perchè i ragazzi hanno solo un piccolo specchietto da utilizzare e questo è nella terapia, per recuperare via via e accettare la propria immagine”.
Il progetto nasce con la campagna di Crowdfoonding su Crowdbooks.com, che dal 13 ottobre (un numero e un giorno fortunati) che andra avanti fino al 14 novembre 2016. Il crowdbooks è una piattaforma di publishing partecipativo che si rivolge al mondo dei fotografi e delle graphic novel. Il pubblico supporta i progetti selezionati con una donazione e riceve in cambio rewards ed esperienze dirette con gli artisti. Terminata con successo la raccolta di fondi, i libri vanno in stampa e le copie che restano diventano disponibili per l’acquisto on line su store.crowdbooks.com. Facile e a porta di ‘’click’’ a raffica… CIFac per l’acquisto online su store.crowdbooks.com.
LA PRESENTAZIONE DI ALESSANDRO CIRILLO
Mirrorless
Da quando uno specchio d’acqua ha permesso ad un essere umano di “scoprire” la propria immagine, la duplicazione del sè, l’immagine duplicata del mondo ha iniziato il suo cammino che l’avrebbe portata inesorabilmente nella prima metà dell’ottocento alla messa a punto dell’invenzione della fotografia intesa come tecnica in grado di produrre immagini tratte dalla realtà e finalmente stabili. Dapprima vedute di paesaggi e oggetti che grazie alla naturale staticità consentivano le riprese con i tempi di posa lunghissimi delle prime lastre sensibili, poi ed in modo preponderante i volti di chi finalmente poteva aspirare ad avere una propria immagine da tramandare ai posteri, facoltà concessa prima di allora solo a coloro che potevano disporre delle grandi somme di denaro da dare all’artista di turno che eseguiva l’opera pittorica o scultorea. L’atto di guardarsi duplicati su una superficie, uno specchio e poi una stampa e infine un’immagine proiettata su un telo o visibile su un monitor retroilluminato, resta un momento gravido di significato. Dietro il gesto che quotidianamente compiamo dinanzi allo specchio di casa nostra, in cui cerchiamo una conferma dell’idea che ci siamo fatti di noi, esistono processi profondi che mettono in gioco il concetto stesso di identità cosi caro anche a tutta una corrente dell’arte contemporanea. Il lavoro presentato in questo libro ruota in qualche modo intorno a quel concetto in cui gli specchi assumono un significato che va ben oltre il dato meramente estetico per approdare ad un momento di verifica e spesso di rifiuto e di conflitto. Dunque una sorta di cartina di tornasole. La fotografia esercita spesso una forma di invadenza che dovrebbe suggerire una maggior cautela nell’utilizzo del dispositivo in grado di “catturare” le immagini di quel pezzo di mondo in quel preciso momento. Soprattutto quando si affrontano temi delicati che coinvolgono il disagio che è toccato di vivere a qualcuno di noi. Ciò che colpisce in queste immagini è allora proprio questa delicatezza, la capacità di entrare in punta di piedi, senza far rumore in una dimensione che richiede grande rispetto e non manie predatorie, come ci ricordava brillantemente Susan Sontag in una delle sue opere fondamentali che ogni fotografo dovrebbe leggere. (1) Quelle che vediamo qui non sono immagini “sensazionali”, non vogliono esserlo perché altrimenti trasformerebbero quella realtà in una forma di spettacolo che forse non servirebbe a nulla se non a farci distrarre per un momento dalle nostre faccende quotidiane.
Alessandro Cirillo fotoediting e design
LANCIO CAMPAGNA DI CROWDFUNDING SU CROWDBOOKS.COM
IL PROGETTO
Mirrorless è il primo libro fotografico di Carla Cantore, il racconto di sei mesi di vita trascorsi con i pazienti del Centro per la cura dei Disturbi del Comportamento Alimentare e del Peso “G. Gioia”, di Chiaromonte (PZ) in Basilicata, attivo dal 2006. Nel Centro D.C.A. “G. Gioia”, che accoglie persone con disturbi alimentari da tutta Italia, ogni attività è finalizzata al raggiungimento della consapevolezza di sé e alla gestione delle emozioni per il recupero della propria identità corporea.
Carla Cantore ha seguito alcuni pazienti durante l’intero percorso terapeutico, dall’ingresso nel centro “G. Gioia”, fino alle dimissioni.
Mirrorless testimonia la straordinarietà di ogni esistenza vissuta con coraggio e Carla Cantore, a detta dei medici con cui ha collaborato, ha stimolato i pazienti a valutare, riconoscere e scegliere nuove modalità d’azione. La fotografa ha affiancato il personale del Centro durante il lavoro terapeutico e ha colto una dimensione invertita negli atteggiamenti dei pazienti: nel loro nascondersi e isolarsi, è riuscita a immortalare il desiderio di essere amati, guardati e vissuti per quello che sono.
L’autrice ha dichiarato: “Grazie a questo reportage, ho conosciuto la forza e la determinazione dei pazienti, li ho visti attraversare la paura e la speranza, il pianto e il riso, il rifiuto e l’accettazione per abbracciare l’affetto di chi li circonda”.
Il libro sarà pubblicato da Crowdbooks, in edizione bilingue (italiano-inglese), curata da Alessandro Cirillo e arricchita dai contributi tecnici dei medici del centro: Mario Marra, Rosa Trabace, Federico Lapetina, Ada Nubile e di specialisti del settore come il dott. Gabriele Catania.
CHI E’ CARLA CANTORE
Carla Cantore, nasce nel 1972 a Matera dove vive e lavora. Ha iniziato a occuparsi di fotografia nel 2011 mentre collaborava con l’ARCI di Bari per il Report di Ricerca sui disagi adolescenziali e sulla questione dei rifugiati politici. L’interesse è così forte che decide di frequentare workshop di fotografia sociale e di denuncia, reportage, ritratto e fotografia concettuale. Continua la sua formazione con corsi di composizione e percezione visiva tenuti da fotografi riconosciuti a livello internazionale.
Attualmente è iscritta al Corso di formazione triennale in Arte Terapia orientamento Arti visive/foto/video a Roma. Alcuni dei suoi scatti sono stati pubblicati su diverse riviste online: Espresso Napoletano, La Zona Morta e Fantascienza.
Il suo progetto Materia è stato pubblicato nel 2014 sul sito “aamora” che raccoglie un gruppo internazionale di fotografi, scrittori, artisti, registi, videomarker e designer e ha un portfolio su PhotoVogue online. L’Accademia Internazionale della Luce l’ha nominata socio onorario.
