domenica, 16 Febbraio , 2025
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Maragno è una ” Virtù” nel pentagramma della storia di Matera

Ne avevamo parlato nell’ottobre scorso https://giornalemio.it/cultura/virtu-maragno-attende-di-tornare-in-musica-nella-sua-matera/ a seguito di un lavoro di ricerca e di rapporti che il concittadino Gianni Maragno, pronto a sintonizzarsi sulle sequenze della memoria, che lo ha portato a segnalarci quanti materani hanno fatto fortuna dall’altra parte del globo nell’arte, nell’imprenditoria, nelle scienze o nella musica. E i Maragno sono tra questi, con una bella storia di composizioni, direzioni e tournèe che meritano di deliziare gli appassionati di Matera e della Basilicata. E’ un ponte con la memoria e con la buona musica e questa è una ‘’Virtù’’ da coltivare.

Le virtù musicali di Virtù Maragno
di Gianni Maragno

Il 9 novembre del 1895, in un angolo affascinante di Matera, nel “Sasso Baisano” lungo la storica via Lombardi al civico 4, nacque un bambino destinato a lasciare un segno indelebile nel mondo della musica. Il suo nome completo, che incarna una genealogia di virtù e speranza, era Benvenuto Salvatore Angelo Raffaele Michele Arcangelo Maragno. Figlio dei coniugi Virtù Maragno, impiegato, e Traietta Maria Concetta, il piccolo Benvenuto, purtroppo, non poté godere della compagnia dei suoi genitori per molto tempo: nel 1922 sposò Anna Dresda, che probabilmente morì poco dopo il matrimonio. Questa tragica perdita lo spinse a cercare nuove opportunità oltreoceano, emigrare in Argentina e stabilirsi a Santa Fé, dove incontrò l’amore di una nuova vita e divenne padre di quattro figli. Autodidatta nel cuore e nella mente, Benvenuto imparò a suonare l’organo, accompagnando le messe nella cattedrale di Santa Fé e incantando le nozze con un repertorio di canzoni italiane. Ma la passione musicale era un’eredità che non si sarebbe fermata alla sua generazione. Il figlio maggiore, Virtù Maragno, (1928-2004) prese a cuore questa tradizione e, crescendo, divenne un vero e proprio virtuoso della musica. E così, come nel 1700 la famiglia Duni di Matera, anche i Maragno si distinsero per la loro maestria con la musica: Francisco, direttore di coro, Apollinaria, casalinga ma con una passione nascosta per la musica, e Conception, professoressa di lingue moderne, univano all’intelletto musicale una dedizione senza pari. La storia della famiglia Maragno, però, non sarebbe giunta fino a noi senza un incontro che oggi è divenuto parte integrante di questa narrazione. Qualche anno fa, mi arrivò una richiesta di amicizia su Facebook. Era Andrea Maragno, mezzosoprano di fama internazionale e figlia del compianto Maestro Virtù, scomparso nel 2004. Andrea, madre di due figli e moglie del musicista Rodrigo Novoa, è una donna dal cuore ricco di emozioni musicali e di una passione inossidabile per il padre e la sua musica. Con i suoi fratelli, Leopoldo, pittore, e Cecilia, oboista, Andrea non ha mai conosciuto Matera, ma sogna con fervore di portare la musica del padre nella città d’origine del nonno. Con grande generosità, Andrea ha inviato curriculum, foto, documenti e partiture, intraprendendo un percorso volto a far conoscere al mondo la grandezza di Virtù Maragno. Il Maestro argentino, infatti, è stato uno degli artisti più influenti della sua epoca, raggiungendo vette straordinarie nel panorama musicale internazionale. Dopo aver vinto numerosi premi in tutta l’America Latina, Maragno divenne uno dei pionieri delle tecniche compositive più avanzate, sperimentando nuove sonorità e approcci innovativi alla musica. Fu durante il suo soggiorno in Italia, dal 1959 al 1978, che Maragno si immerse nel fermento musicale del periodo, studiando con Goffredo Petrassi al Conservatorio di Santa Cecilia e avvicinandosi alla musica sperimentale. Il suo incontro con la RAI di Milano, dove frequentò lo Studio di Fonologia Musicale diretto da Bruno Maderna, fu determinante per un’evoluzione stilistica che lo portò alla realizzazione di opere da camera, sinfoniche, e musiche per il cinema e il teatro.

Tra le sue imprese più celebri, si distinguono le sinfonie Ecce Homo (1969-1970) e Amo (1978), che segnano il culmine della sua carriera. Quest’ultima, in particolare, è un’opera di grande intensità, con un doppio significato: un atto di resistenza contro la dittatura argentina e, nel contempo, un omaggio alla sua compagna di vita, Maria Olga. Ma la sua eredità musicale non si è fermata a queste opere. Nel pieno della sua notorietà, fu invitato a scrivere un’opera che raccontasse le dolorose vicende della lotta dei contadini nativi argentini, ispirata dal libro Fuego a Casabindo di Héctor Tizón. Così nacque Fire in Casabindo, la sua ultima grande opera, rappresentata postuma al Teatro Colón di Buenos Aires. Ma c’è un altro legame che unisce la musica di Virtù Maragno alla terra da dove suo padre Benvenuto partì, Matera. Non lontano da dove Benvenuto nacque, si trova un luogo che ancora oggi conserva il fascino di un passato lontano e affascinante: la Chiesa Rupestre della Madonna delle Virtù. Questa chiesa, scavata nella roccia, rappresenta una delle espressioni più autentiche della spiritualità e della tradizione materana. La sua denominazione, “Madonna delle Virtù”, sembra quasi un richiamo profetico, un richiamo a quella famiglia di musicisti che, nel corso dei decenni, avrebbe portato il nome della virtù stessa in giro per il mondo. Un legame simbolico, quindi, che si fonde tra l’arte della musica e quella spiritualità che ancora oggi permea le pietre millenarie di Matera. E proprio nel cuore della musica argentina, Virtù Maragno ha lasciato un segno indelebile. La sua arte, che spazia dall’avanguardia alla musica elettroacustica, passando per il folklore e la sperimentazione, continua a ispirare generazioni di musicisti e compositori. Con la sua poliedricità e la sua capacità di ampliare le frontiere del suono, ha scritto una pagina fondamentale nella storia della musica mondiale. Come ben scrissero di lui: “L’eclettico compositore e didatta Virtù Maragno ha lasciato un prezioso contributo che ha permesso di ampliare le frontiere della musica argentina. La sua musica continua a risuonare come un faro luminoso di innovazione, passione e amore per l’arte”.
Virtù dirige il coro

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