sabato, 21 Giugno , 2025
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Mappe e nuova frontiera.Farinelli a Matera racconta

L’argomento può sembrare da addetti ai lavori, magari sciorinando sul tavolo polverose mappe, come quella che consentì al grande navigatore genovese Cristoforo Colombo di partire alla scoperta delle Indie, grazie ai regnanti di Spagna, salpando da Palos con le tre caravelle Nina, Pinta e Santa Maria, fino a risalire all’età moderna . E a quella del presente e del futuro fatte di conoscenza, coscienza e intelligenza artificiale, che sta creando apprensione ma anche opportunità. Ma a patto che sia l’uomo, non uno solo ( e su questo occorre fare molta attenzione) ,a governare questi processi. E allora parlarne con un esperto, come il professor Franco Farinelli (Università di Bologna), geografo di fama mondiale, che ha dedicato e continua a farlo studi interessanti sul concetto di mappa , serva a capire a cosa servono, sono servite e serviranno negli anni a venire. Lo abbiamo incontrato a Matera in occasione del simposio, ospitato presso la sala Nino Rota del Conservatorio ”E.R Duni”,
dove il professor Fabrizio Festa fa gli onori di casa oltre che a partecipare, sul “Mappe Intelligenti e Algoritmi Cartografi” che vede la partecipazioni di studiosi, ricercatori e professionisti interessati alle intersezioni tra cartografia, urbanistica, sociologia, antropologia, arte, musica e informatica, ed anche ad un pubblico più vasto, che voglia avvicinarsi ad uno degli strumenti più importanti, la mappa appunto, nella storia dell’umanità. Ne abbiamo parlato nel servizio https://giornalemio.it/eventi/a-proposito-di-mappe-lesplorazione-continua-con-gli-algoritmi-simposio-al-conservatorio/ e il programma è all’altezza delle attese di studiosi e di neofiti. Al professor Franco Farinelli abbiamo chiesto quale sia la nuova frontiera delle mappe e, necessariamente, ne ha ripercorse le tappe con un bel ripasso della storia, quella insegnata a scuola.
“Più tempo passa più ci accorgiamo che quello che ci hanno insegnato a non è vero.Anzi oggi è proprio il contrario- esordisce Franco Farinelli. A scuola una delle prime cose che ci hanno lasciato credere , senza avercelo mai detto fino in fondo ed era data per scontata fin dalla prima elementare è che una mappa è la copia del mondo. Per tentare di capire quello che oggi sta avvenendo bisogna rovesciare il rapporto e partire esattamente dalla posizion opposta Oggi il mondo è la copia di una mappa e questo è, tutto sommato, il grande programma mai espresso in maniera diretta e chiara di tutta l’epoca moderna che comincia così. C’è una storia formidabile , chiara che si fa fatica a vederla. E’ sempre davanti agli occhi ,vale a dire la scoperta dell’America .


E’ la storia che ci hanno insegnato da piccoli, ma che non abbiamo mai capito. Colombo parte e scopre l’America perchè parte da una mappa che ha in tasca. La mappa famosa di Paolo Dal Pozzo Toscanelli , che raccoglieva la grande tradizione cartografica fiorentina , di una città che era abituata a fare i conti e gli affari con il mondo. Questa carta mostrava qualcosa che nessuno aveva mai visto , in cui Colombo credeva ciecamente . Il navigatore genovese scopre quella che lui credeva l’India , perchè ha quella mappa in tasca. Colombo riesce nell’impresa perchè ha un modello che precede la realtà. E lui crede ciecamente in questo modello. E questo è davvero, come ci hanno insegnato a scuola, l’inizio della modernità, proprio perchè stabilisce il primato del modello – la carta- sulla realtà. Tutta l’epoca moderna fino ad oggi ha funzionato sempre più cosi. A tal punto che oggi non abitiamo il mondo se non nella misura in cui il mondo non si dispone in maniera cartografica”. E per far capire il concetto lascia il mare, le Indie per approdare sulla terra ferma e, in particolare sui nastri d’asfalto, che hanno ridotto e non poco le distanze tra Paesi e popoli. ” Faccio un esempio -riprende il Professore- molto semplice che è quello delle autostrade , diverse dalle strade precedenti perchè diritte, prima disegnate, progettate sulla carta e poi realizzate. Oggi faremmo fatica a vivere in un mondo senza autostrade e tantomeno, citando la telematica,le autostrade immateriali sempre più vicine al modello cartografico alla relazione immediata di linee. Questa è la grande lezione della modernità . E’ una linea che consente di comprendere l’intera storia dal Medioevo ( il professor ha parlato di San Tommaso D’Aquino e della Summa teologiae, dove c’è un primato cartografico affermato) in poi”. E allora La nuova frontiera qual è ?

” E’ la ridefinizione della realtà in termini concreti , pratici e passa attraverso la scoperta di un livello di coscienza dei processi. E parlo di coscienza non a caso- conclude Franco Farinelli. C’è una analogia strettissima tra il processo di produzione della realtà che è avvenuta attraverso i secoli con l’applicazione del modello cartografico sulla faccia della Terra e la nostra idea di coscienza. In fondo c’è un parallelismo fortissimo tra questi punti. Questo perchè , come da piccoli ci hanno insegnato,e anche qui senza dirci cosa significasse , perchè a coscienza è una mappa. Noi abbiamo una idea di coscienza , come una mappa. tant’è vero che diciamo ci passiamo una mano sulla coscienza . E’ una tavola e tavola era il nome che i latini davano alla mappa. La mappa è una parola spagnola , un fagottino di stoffa per portarsi appresso le cose . Il nome viene da lì e prima che gli spagnoli introducessero questo uso c’era il termine tavola , materiali diversi ma la funzione è la stessa. E’ un dispositivo in base al quale noi possiamo condensare la realtà che ci interessa in pochi tratti e portarcela dietro”. Tranquilli,con fagotto in spalla e mappe non ci si perde. Anzi si contribuisce a segnarne e a disegnarne di nuove .

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