Non se la passa bene (aldilà dei cambiamenti climatici) il settore olivicolo del BelPaese, del Mezzogiorno e in particolare della Puglia, dove il flagello della Xylella continua a creare apprensione tra produttori e ambientalisti. Eppure quella pianta millenaria, spesso sottratta furtivamente per abbellire ville e giardini di altre regioni, ci ricorda di essere un simbolo di pace e di una economia antica che produce olive e olio extravergine di oliva per i diversi usi (dall’alimentazione alla cosmesi). L’inaugurazione della mostra ”Le Mie origini” dell’artista pugliese Michele Carpignano, presso la chiesa del Purgatorio di Matera, è un esempio di presenza e di riflessione su quanto l’ulivo rappresenta per la cultura e per l’economia primaria italiana. Nonostante i luoghi comuni sul made in italy (messi a nudo dal passaggio in mani straniere di marchi italiani e dalla perdita del primato nel settore) e i limiti imposti dalla legislazione europea che premia le produzioni industriali (spagnole) rispetto a quella artigianale delle specificità locali dei nostri frantoi. E quadri di Carpignano ci ricordano la funzione e gli ambienti millenari dei nostri ulivi. Quelle piante , dal forte vigore scultoreo, che evidenziano immagini, spazi, situazioni che quasi abbracciano l’uomo, invitano all’ascolto, all’osservazione alla tutela. Un messaggio rivolto all’uomo, assente figurativamente tra gli ulivi da quella iconografia dei raccoglitori e delle raccoglitrici. Il resto lo disegnano i colori, le forme, le foglie e i corsi d’acqua, bene prezioso, come l’olio che fanno parte della nostra storia. Vi invitiamo a visitare la mostra, organizzata dalla galleria Opera Arte e Arti in collaborazione con la cooperativa Oltre l’Arte , fino al 22 giugno 2025.
COMUNICATO STAMPA
Le Mie Origini
Michele Carpignano
Rassegna “Percorsi Contemporanei tra Luoghi e Radici”
Sabato 22 marzo 2025 alle ore 19:00, si inaugura la mostra personale del maestro Michele Carpignano “Le Mie Origini”, organizzata dalla galleria Opera Arte e Arti in collaborazione con la cooperativa Oltre l’Arte presso la Chiesa del Purgatorio a Matera.
L’evento concesso dall’Istituto Diocesano per il sostentamento del Clero dell’Arcidiocesi di Matera-Irsina, è patrocinato dalla Regione Basilicata, dalla Provincia di Matera, dal Comune di Matera e dall’Azienda di Promozione Turistica (APT) di Basilicata.
Interverranno: Enrico Filippucci (organizzatore), la storica dell’arte Milena Ferrandina (curatrice) e presenzierà l’artista. La mostra sarà visitabile fino al 22 giugno 2025.
La mostra Le Mie Origini di Michele Carpignano, un poetico cantore della sua terra che la fa vibrare nelle sue opere. Ulivi secolari che egli propone in primo piano dalle forme contorte e dai tronchi nodosi, che testimoniano la forza e la resilienza di questi alberi, utilizza una tecnica pittorica che si distingue per l’uso di colori intensi e contrastanti, creando un’atmosfera di forte impatto emotivo. Mentre gli scenari di campagna, di bosco e dei torrenti sono rappresentati con sgargianti e armoniose danze di colori e sfumature di tonalità, rese ancora più suggestive dall’uso magistrale che egli fa della spatola, suo strumento principe. Le sue opere sono caratterizzate da pennellate energiche e vibranti, che rendono le immagini particolarmente espressive. La sua arte è un omaggio alla bellezza della natura e alla ricchezza della cultura mediterranea, invitando a riflettere sul nostro rapporto con l’ambiente e sulla necessità di preservare la bellezza del paesaggio.
“Negli ulivi dipinti da Carpignano si avverte sicuramente il fatto che siano esseri sensibili e dignitosi, uniti fra loro, come Mancuso suggerirebbe, in una forma di reciproca assistenza, una constatazione che potrebbe essere estesa a tanti altri pittori che si sono trovati a dipingere lo stesso soggetto, come ad esempio Van Gogh. Tuttavia, direi che in Carpignano c’è qualcosa di più, un approccio apparentemente divergente rispetto a quanto affermano Mancuso o rappresenta Van Gogh. Il rispetto istintivo, panico, quasi religioso che Carpignano rivolge agli ulivi non è solo in nome della storia degli uomini che essi simboleggiano, né della loro specificità come piante. Carpignano riverisce l’albero esattamente come farebbe con una persona umana, un vecchio saggio pronto a mettere a disposizione di chi lo interpella la sua memoria, la sua esperienza.” Vittorio Sgarbi, 50 Anni di Colore, Torino, Aurora Edizioni, 2022,
L’esposizione rientra nel progetto “Percorsi contemporanei tra luoghi e radici”, ideato dal Direttore Artistico Enrico Filippucci. La rassegna è un invito a viaggiare attraverso quattro elementi fondamentali che hanno plasmato l’esperienza umana: i segni lasciati sulla sabbia, fragili come l’esistenza; le forme dell’acqua, fluide e adattabili come il pensiero; il silenzio di Frida Kahlo, un silenzio carico di significato, un linguaggio a sé stante; e l’ulivo, con la sua storia millenaria e i suoi molteplici significati, che rappresenta un ponte tra culture, religioni e tradizioni diverse, invitando alla riflessione sui valori universali di pace, saggezza e resilienza.
Il prossimo appuntamento sarà il 9 maggio 2025 con il concerto “Frida en Silencio” presso il CineTeatro Guerrieri.
Il progetto è nato da Israel Varela, batterista, compositore e cantante messicano, in collaborazione con Rita Marcotulli, straordinaria pianista e compositrice. Ai due musicisti si aggiungono Mihalis Kalkanis al contrabbasso, Badrya Razeem alla voce, il 4teto d’archi di Miriam Campobasso e la danzatrice di flamenco Marina Pija.
MOSTRA
Michele Carpignano | Le Mie Origini
Progetto mostra: Enrico Filippucci
Organizzazione: Opera Arte e Arti, Matera
Collaborazione organizzazione: Cooperativa Oltre l’Arte
Curatore: Milena Ferrandina
Vernissage: Sabato 22 marzo 2025 – ore 19.00
Spazio Espositivo: Chiesa del Purgatorio, via Ridola, Matera
La mostra resterà aperta dal 22 marzo al 22 giugno 2025
Ingresso con biglietteria
dal 23 marzo al 28 marzo dalle ore 10.00 -16.00
dal 29 marzo al 22 giugno orari 10.00 – 19.00
Per informazioni. www.oltrelartematera.it
Ref. Enrico Filippucci 335.7835212
MICHELE CARPIGNANO BIOGRAFIA
Michele è nato a Palagianello dove attualmente vive, il 24 settembre 1958.
Sin dalla più tenera età sente istintivamente il richiamo dell’arte. Dopo la terza media si iscrive al liceo artistico di Taranto, ma la frequenta per pochi anni, convinto che i canoni scolastici rappresentino un limite delle sue capacità creative. Appena ventenne organizza nel paese natio le prime mostre personali di pittura che gli meritano entusiastici apprezzamenti e lo incoraggiano a proseguire nella sua attività pittorica. L’ispirazione dell’artista tarantino gli viene dall’ambiente che lo circonda: le vecchie case contadine, candide di calcina, la campagna avara in cui domina incontrastato il secolare ulivo, i millenari abituri dei primi abitanti di Palagianello scavati nella roccia calcarea della Gravina.
Si può così confermare che l’arte del Carpignano si innerva e trae linfa sanguigna dalle zolle riarse del paesaggio agreste al fine di trasformare gli elementi della realtà in un personale schema unitario, vivido e concluso. I personaggi preferiti sono gli uomini dalle facce riarse e dalle braccia nodose, le donne volitive che non disdegnano il sacrificio per migliorare le condizioni di vita e per liberarsi da secoli di avvilente servaggio, qualche nudo pudicamente rappresentato dove pare che le sensazioni più delicate si fondano lievemente agli ideali della bellezza e della spiritualità. I mondo degli avi e il loro habitat, reso vivo del paesaggio trogloditico, misero ma nello stesso tempo affascinante, ingentilito dalle chiese rupestri sulle cui pareti campeggiano ieratiche le figure del Cristo Pantocratore, della Teotocos Madre di Dio, dei Santi protettori, frutto dell’arte pittorica di ignoti artisti bizzantineggianti che hanno operato in Palagianello dall’Alto Medioevo al XVI secolo. Ecco perché la pittura del Carpignano oltre che sulla tela si cimenta nell’affresco che, appunto, si ispira alle sacre immagini delle icone lasciateci dai nostri antenati.
A parte alcuni dipinti dove il colore, succoso e robusto, fa agire impulsi complessi, tutta la produzione di Michele Carpignano è limpidamente, sapientemente articolata su pochissimi colori, in un aereo rapporto che non è soltanto figurativo, ma essenzialmente poetico. Sono lì intorno a lui a permettergli di definire un particolare campestre o a sottolineare attimi di vita con tocchi chiari e tersi. Essi sono l’inizio di un discorso dove regna una luminosità dolce e serena che può suscitare vibrazioni di malinconia su muri corrosi dal tempo, sulla pelle antica di un anziano contadino o su quella delicata di una fanciulla che può anche essere, ed è, partecipazione profonda e sentita dell’autore per la natura e la vita.
Con questa pittura molto intima egli fa vibrare lievemente la corda del sentimento, camminando in un paesaggio idillico o contemplando, in silenzio, una cappella bianca nel sole. Il sole come luce ha raccontare, un sogno che si materializza, compagno di tutte le cose e del cielo; ad assegnare valori di spazio e di colore al fine di evidenziare l’intensa situazione emotiva e sentimentale dell’artista.
Nel corso della carriera artistica il Carpignano ha effettuato mostre sparse nel mondo. Attualmente collabora anche con il programma GEO E GEO donandogli come sfondo scenografico le sue opere.
Curatele e testi critici: dell’archeologa Adele Campanelli, del curatore Pietro Penna, della curatrice Mariarosaria Belgiovine, dello storico dell’arte e critico Francesco Boni, dello storico dell’arte Carlo Vanoni, dell’attore e doppiatore Gigi Montini e del critico d’arte, storico dell’arte, saggista Vittorio Sgarbi.
