mercoledì, 11 Settembre , 2024
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Lettera aperta a Giovanni Caserta sul 21 settembre 1943 di Matera.

Mancano pochi giorni dall’80 anniversario dei “fatti” di Matera del 21 settembre 1943 che vedrà una due giorni di iniziative -con inizio il 20 settembre- organizzata su proposta dell’Associazione nazionale Partigiani d’Italia (Anpi – Comitato provinciale di Matera), Spi Cgil e Flc Cgil con il patrocinio del Comune e della Provincia di Matera, della Regione Basilicata, dell’Università di Basilicata e dell’Ufficio scolastico regionale, a cui la Città è invitata a partecipare (https://giornalemio.it/cronaca/scuolacostituzione-e-resistenza-per-gli-80-anni-a-matera-della-memoria-del-21-settembre/). Nel merito, riceviamo e pubblichiamo la seguente “Lettera aperta al prof. Giovanni Caserta riguardo al 21 settembre 1943 di Matera” inviataci da Francione Francesco Paolo. “Caro Giovanni,
i fatti di Matera del 21 settembre 1943 meritano senz’altro ulteriore approfondimento, ma restano occasione propizia per rendere omaggio ai caduti per la libertà : senza ambiguità e tergiversazioni di sorta, perché, pur nel rispetto di tutti i morti, non si deve dimenticare che alcuni si sono sacrificati per conquistarla, altri per ostacolarla.
Il regime fascista ha gravissime responsabilità, non solo per l’immane sciagura della guerra, ma anche per aver creato confusione e disorientamento – come tu ben fai a ricordare – per le modalità con cui ha annunciato e gestito l’armistizio dell’ otto settembre, a Matera, a Cefalonia e in tutta Italia, senza predisporre animo, armi e tempi adeguati per combattere contro quelli che fino al giorno prima stavano fianco a fianco con i nostri soldati.
Ciò che non mi convince della tua analisi è la frammentazione insistita dei vari momenti di quella giornata, la scrupolosa ricerca di testimonianze individuali, ( la signora Caione, il giovane Mario Ombrosi), i molteplici tasselli che non vengono collocati in un quadro che dia sintesi significativa all’avvenimento. Non viene colto, a mio parere, o non vien messo nel giusto rilievo, il significato complessivo dei fatti su cui getta, invece, luce macabra ma rivelatrice l’esplosione del palazzo della milizia con le vittime innocenti della rappresaglia per l’uccisione dei due tedeschi. Di qui nasce il mito di quella giornata, che non è alterazione della verità.
A Matera tutto era tranquillo il 21 settembre, affermi nella tua analisi. Ma i fatti di quel giorno non possono essere compresi con la categoria dell’incidente di guerra; essi sono scintilla di una insurrezione che anticipa e indica la tragedia che per quasi due anni, fino al 25 aprile del 1945, insanguinerà il nostro paese. Con lo stesso copione spaventoso delle ritorsioni nazifasciste contro i civili, donne e bambini che mai avevano impugnato un fucile: così vengono arrestati al passaggio a livello i due soldati giunti a casa camminando sui binari della calabro lucana, Farina di 19 anni e Tataranni, Vincenzo Luisi di 16 anni; con lo stesso atteggiamento di ritorsione sadica viene imprigionato e ucciso il siciliano, il Farina che va inutilmente a implorare per il figlio portando tutti i suoi averi, le cinquantamila lire, per riaverlo libero. Un episodio che ferì l’anima di tutta la popolazione materana , fino a diventare leggendario racconto dei nostri genitori e seme fecondo per la nostra educazione democratica.
Matera era tranquilla il 21 settembre ! E’ vero. Diciamo pure che la città quietamente aveva aderito al fascismo, seppure non con l’entusiasmo del vescovo Pecci e dei vari podestà che si susseguirono. Ma quel vescovo va via dalla città riconoscendo le sue responsabilità e quelle dei suoi coetanei (“ gli innocenti bisogna cercarli solo tra i lattanti”), molti gerarchi si affrettano, invece, a cambiare casacca e a rimettersi quella che s’erano tolta nel 1922! E’ questa spregiudicata leggerezza, penso, causa di rovina per il nostro Paese e temo che la tua analisi possa essere strumentalizzata da coloro che stentano ad accettare la Costituzione della Repubblica nata anche dalla guerra partigiana.
So bene quanto la visione politica possa manipolare la lettura e la scrittura della storia e tengo ben presente i dubbi di Francesco Paolo Nitti, testimone oculare dei fatti, e di Raffaello Giura Longo. La storia – d’altra parte – la scrivono i vincitori, e non mi meraviglierei più di tanto per le medaglie assegnate alla città a distanza di molto tempo.
Tu sai quanto sia importante per me la mobilitazione per la pace e per l’Europa, ma non posso accettare la tua proposta di trasformare il 21 settembre materano in giornata della pace e dell’Europa Unita.
Sono convinto che l’opposizione ad ogni forma di fascismo è la premessa per la pace e per l’Europa.
Ti chiedo, perciò, che oggi la tua ricerca – coerentemente con la tua storia politica e culturale – dia forza a quanti vogliono rintuzzare i revisionismi interessati che anche qui non mancano. Un cordiale saluto.” Francione Francesco Paolo

Una “risposta“ aperta a Francesco Paolo Francione

Vito Bubbico
Vito Bubbico
Iscritto all'albo dei giornalisti della Basilicata.
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