La diffusione dell’intelligenza artificiale riguarda anche il mondo del giornalismo. Il ricorso a questa tecnologia pone però alcune questioni di natura deontologica: chi firma il pezzo se l’AI ha contribuito a scriverlo? Chi verifica le fonti dell’AI? Chi ha la responsabilità giuridica per i contenuti generati dall’AI? E a chi appartengono i contenuti realizzati dall’intelligenza artificiale? Dall’Europa all’Italia, le istituzioni stanno scrivendo le regole relative all’impiego di questa tecnologia. Il ricorso alla quale solleva anche questioni di natura etica. Questi i temi affrontati in un convegno svoltosi a Varese -nell’ambito della dodicesima edizione del Festival Glocal- dal titolo “La rivoluzione artificiale – regole e principi del giornalismo dell’AI” e organizzato in collaborazione con il Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti (commissione cultura). Ha introdotto i lavori – moderati da Danilo De Biasio, vice presidente della commissione cultura del CNOG e direttore della Fondazione dei diritti umani- Elena Golino presidente della stessa Commissione Cultura del Consiglio Nazionale. Relatori: il sottosegretario all’Editoria, con delega all’informazione Alberto Barachini e la segretaria generale della Fnsi, Alessandra Costante. Sono intervenuti: Stefano De Alessandri, responsabile relazioni sindacali della Fieg, Brando Benifei, Capodelegazione del Partito democratico e relatore dell’AI Act al Parlamento Europeo, in collegamento da remoto il sociologo belga naturalizzato canadese, Derrick De Kerckhove, tra i più illustri ed autorevoli sociologi al mondo. Carlo Bartoli, presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, ha sottolineato come : «La situazione che si sta costruendo in Europa ci rassicura molto più che altrove. Il tema principale è la tutela dell’occupazione. Il cuore dell’attività giornalistica è il lavoro di verifica: continuerà ad essere essenziale. L’integrazione tra uomo e Intelligenza artificiale è necessaria, ma occorre un arricchimento culturale per confrontarsi. Il ruolo dell’Ordine dei giornalisti è anche quello di creare consapevolezza». Ha, quindi, lanciato una proposta: “dovremmo creare delle Creative Commons in autoregolamentazione, un impegno di buona pratica da parte delle testate e di chi fa informazione, che dovrebbero dotarsi di strumenti per informare sull’uso dell’A.I. Questo generebbe fiducia in chi legge e darebbe trasparenza.” QUI IL VIDEO INTEGRALE DEL CONVEGNO:
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