mercoledì, 9 Luglio , 2025
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La poesia dedicata di Pedretti, da Santarcangelo

CHI SEI

Tu non sei un fiume

una strada del sud, né un manto di verde

ma un porto che s’apre

dove morire vorrei o vivere eterno.

Tu non sei un unguento

né un dolce vino, né una musica lieta

ma il libero corpo

nel puro dell’aria.

Ci sono autori che ci giungono come una rivelazione. Da tempo anelavo di conoscere meglio l’opera del poeta santarcangiolese Nino Pedretti. Ed il momento è giunto nel tempo più inatteso, imprevisto, forse addirittura indesiderato a questo punto.

“(…) Passeranno immagini viventi / acque di desideri”, dice in fondo fra le pagine di “Gli uomini sono strade” – che titolo azzeccatissimo! – il poeta al quale la sua cittadina natale è perennemente devoto, al pari forse soltanto di Guerra, anche più, di sicuro, del Baldini; e allora, dicevamo, queste parole universali appunto della poesia di Pedretti agganciano il senso di questi giorni di nuovo transito, dalla Liguria alla Romagna, che scandisce una nuova, oppure soltanto rinnovata, comprensione del passato, quello recente, e del futuro dunque.

Ecco allora che quei ‘desideri‘ toccano la vastità di trasformazione di qualcosa che da “amore” diventa “un sentimento”, e che da sicurezza si fa prima insicurezza e poi nulla più. Ma c’è un bene nonostante tutto, dice la poesia:

PIERROT

Io vorrei

saperti dare un fiore

come fa Pierrot.

Gesti che spezzi

nell’aria

la mano – la rosa

e qualcuno raccoglie

a Trieste

guardando il mare.

Potrebbe esser troppo tardi, molto probabilmente lo è già davvero. Eppure difficilmente ci si può pentire, rischiando la presa in giro diffusa, di donare qualcosa ad un’altra persona. Ancora. Pure. Al di là che perfino il gesto sia controproducente, che arrivi a spingere ancora più lontano e in altri lidi di gioie il soggetto beneficiario. Pedretti in questo è maestro, capiamo. Dunque ci piace, assai. Moltissimo lo sentiamo andare a farsi fiume magro nelle nostre vene oramai arterie maciullate.

Fiore dei mie disinganni”, riparte il nostro. Epperò il Nori amerebbe più “Urlo

Come quando la tigre scuote l’aria / e la paura mi stringe alla sua gabbia / l’amore-che-se-ne-va ha quel grugnito / che mi rompe il petto. Amore che stai / nei miei recinti e nel palazzo del corpo / esci ti prego adagio che io non senta / l’urlo, lascia qualche fiore sui tuoi passi”.

E se “non vederti è come vuotare il tempo”: i versi sono una salvezza.

Il poeta, però, è quest’anima dolce, senza il bisogno di sentire dire ‘buono‘ e ‘gentile‘, questi pensieri pensati perché spazzino via la cattiveria di certe intimità, magari soltanto di certi errori di sensazione, o di volontà di sospensione desiderosa, che tutte le volte fanno qualcosa di giusto e di sbagliato allo stesso tempo:

La poesia altro non è

che tutto ciò che c’è

nel cuore della gente.

La poesia è nelle loro mani

che io inseguo male con la mente”.

Ed ecco insomma quel distico di chiosa che c’ammala. E il silenzio urlante che ammazza poi: “Che cosa può provare / un cane a quarant’anni / vestito da uomo? / Se beve e perché / gli fa pena / avere un nome e cognome”.

Ancora e ancora, “il peso che si butta / per liberare il cuore”.

Noi tutti carnali. Di tormenti tutti corporali, abbiamo anche questo.

Nunzio Festa
Nunzio Festa

BREVE NOTA BIOGRAFICA

Nunzio Festa è nato a Matera, ha vissuto in Lucania, a Pomarico, poi in Lunigiana e Liguria, adesso vive in Romagna.

Giornalista, poeta, scrittore.

Collabora con LiguriaDay, L'Eco della Lunigiana, Città della Spezia, La Voce Apuana e d'altri spazi cartacei e telematici, tra i quali Books and other sorrows di Francesca Mazzucato, RadioA, RadioPoetanza e il Bollettino del Centro Lunigianese di Studi Danteschi; tra le altre cose, ha pubblicato articoli, poesie e racconti su diverse giornali, riviste e in varie antologie fra le quali: Focus-In, Liberazione, Mondo Basilicata, Civiltà Appennino, Liberalia, Il Quotidiano del Sud, Il Resto.

Per i Quaderni del Bardo ha pubblicato “Matera dei margini. Capitale Europea della Cultura 2019” e “Lucania senza santi. Poesia e narrativa dalla Basilicata”, oltre agli e-book su Scotellaro, Infantino e Mazzarone e sulle origini lucane di Lucio Antonio Vivaldi; più la raccolta poetica “Spariamo ai mandanti”, contenenti note di lettura d'Alessandra Peluso, Giovanna Giolla e Daìta Martinez e la raccolta poetica “Anatomia dello strazzo. D'inciampi e altri sospiri”, prefazione di Francesco Forlani, postfazione di Gisella Blanco e nota di Chiara Evangelista.

Ha dato alle stampe per Historica Edizioni “Matera. Vite scavate nella roccia” e “Matera Capitale. Vite scavate nella roccia”; come il saggio pubblicato prima per Malatempora e poi per Terra d'Ulivi “Basilicata. Lucania: terra dei boschi bruciati. Guida critica.”. Più i romanzi brevi, per esempio, “Farina di sole” (Senzapatria) e “Frutta, verdura e anime bollite” (Besa), con prefazione di Marino Magliani e “Il crepuscolo degli idioti (Besa).

Per le edizioni Il Foglio letterario, i racconti “Sempre dipingo e mi dipingo” e l'antologia poetica “Biamonti. La felicità dei margini. Dalla Lunigiana più grande del mondo”.

Per Arduino Sacco Editore “L'amore ai tempi dell'alta velocità”.

Per LietoColle, “Dieci brevissime apparizioni (brevi prose poetiche)”.

Tra le altre cose, la poesia per Altrimedia Edizioni del libro “Quello che non vedo” (con note critiche di Franco Arminio, Plinio Perilli, Francesco Forlani, Ivan Fedeli, Giuseppe Panella e Massimo Consoli) e il saggio breve “Dalla terra di Pomarico alla Rivoluzione. Vita di Niccola Fiorentino”.

Per Edizioni Efesto, “Chiarimenti della gioia”, libro di poesie con illustrazioni di Pietro Gurrado, note critiche di Gisella Blanco e Davide Pugnana.

Per WritersEditor, la biografia romanzata “Le strade della lingua. Vita e mente di Nunzio Gregorio Corso”.

Per le Edizioni Ensemble, il libro di poesie “L'impianto stellare dei paesi solari”, con prefazione di Gisella Blanco, postfazione di Davide Pugnana e fotografie di Maria Montano.

Per Bertoni Editore, il libro di poesie “Semplificazioni dai transiti sotto la coda di Trieste”.

Per Tarka Edizioni, il saggio narrativo “Ai piedi del mondo. Lunigiana e Basilicata sulle corde degli Appennini”.

Per BookTribu, il romanzo breve “Io devo andare, io devo restare”.

nunziofesta81@gmail.com.

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