Prelati, nobili e l’alone di un delitto eccellente, quello del conte Francesco Gattini,quasi un “cold case” che viene dal passato e che l’associazione asd Giallo Sassi (attendiamo il ritorno di Stefania, in dolce attesa) ha proposto con la professionalità e con quella sana voglia di divertirsi, che coinvolge cittadini e turisti. E poi è l’occasione per scoprire anche luoghi inediti della città magari, come abbiamo fatto noi, facendosi accompagnare da una delle figlie del conte la graziosa Raimondina Gattini ( Lucrezia Stella) o dal bonario e simpatico frate Antonio ( Giuseppe Frega) confessore delle giovani nobildonne, che l’illustre e previdente genitore pensò bene di mettere in salvo trasferendole in terra di Puglia. E fece bene perchè l’8 agosto del 1860, prima che arrivassero i Mille di Garibaldi, traditori, mestatori, provocatori e sicari gli fecero la festa trucidandolo per le strade cittadine. Cosa accadde quei giorni è riportato con dettaglio nel libro di Niccolò De Ruggieri ” L’eccidio del Conte Gattini” ma lasciando un alone di mistero su mandanti e situazioni che portarono Matera a scrivere una della pagine buie della sua storia. Come lo era stata quella dell’eccidio del Conte Carlo Tramontano e come lo sarà negli anni Cinquanta per la rivolta delle terre e per le tessere annonarie. E così piazze,palazzi nobiliari, documenti, scritte e quesiti sui luoghi e sulle vicende del conte Francesco Gattini, nobile di Matera, trucidato l’8 agosto 1860 da contadini in rivolta,sobillati probabilmente da provocatori, sono stati al centro del gioco storico sulla memoria cittadina realizzato dall’Associazione “Giallo Sassi” . L’evento -hanno spiegato gli organizzatori – intende riproporre, con Matera 2019, attraverso percorsi e personaggi in costume , una pagina particolare della storia cittadina con un delitto ancora oggi avvolto nel mistero, consumatosi all’alba dell’Unità d’Italia, in un periodo di forti contrasti sociopolitici e di rivendicazioni economiche su terre demaniali che si verificarono al tramonto del Regno Borbonico”. I corpi del nobile di altri che erano con lui vennero oltraggiati sulla piazza. Alla rivolta seguì la repressione e la individuazione postuma dei colpevoli, condannati dalla gran Corte ciriminale della Basilicata ai lavori forzati,con pene comprese tra i 10 anni e a vita. Furono tanti gli interrogativi lasciati aperti da quell’eccidio eccellente,a cominciare dallo strano immobilismo della guardia regia che lasciò fare a quanto pare per un provvedimento di amnistia in corso. Mah. Mistero… E’ toccato ai partecipanti,all’urban game, divisi in squadre di detective, incontrare i testimoni della vicenda, tra la cappella dei Conti Gattini e Palazzo Bernardini, dal chiostro del museo archeologico “Domenico Ridola” a piazza del Sedile che, in cambio del superamento di una prova di abilità, risposte a quesiti, hanno fornito indizi utili a far luce sul giallo. Anche alla luce di lanterne, candele o di preghiere recitate al lumicino, in memoria del Conte. In quello che un tempo fu la sua dimora, e ora trasformato in un Luxury di qualità, restano i fasti di un tempo e i ricordi meritori proposti dall’associazione Giallo Sassi. che ha all’attivo altre rievocazioni storiche, legate alla suspence nella ricerca del passato come la vicenda del Conte Giancarlo Tramontano, autore del cinquecentesco castello rimasto incompiuto. Appuntamento a settembre con i giochi del passato. Ma questa è un’altra prova e per partecipare occorre avere la testa al gioco o, come si dice in dialetto materano, la ”cap o sciuc”.