La suggestione degli ordini cavallereschi, come quello dei Templari, e delle poco conosciute ”Sorores Penitentes” ma note nella storiografia locale mista a leggenda come ”Penitenti di Accon” sono il filo conduttore di un giallo che dalle Crociate giunge al terzo millennio, collegando due luoghi di cultura come Accon e Matera sui percorsi della ricerca, del coraggio e di intrighi internazionali che seminano violenze e omicidi per scoprire e tutelare un antico segreto legato al “Santo Sepolcro”: l’ultima reliquia di Cristo.
E’ il filo conduttore, davvero interessante, del libro di Domenico Bennardi “Il segreto delle nove monache di Akkon” pubblicato da Watson Edizioni per la Collana Le Luci, che presenta in maniera originale uno spaccato di storia cittadina, riletto con i ritmi del ”thriller” e della narrazione che offre tanti spunti da approfondire…magari lungo un itinerario sui luoghi degli episodi narrati o in quelli come la biblioteca provinciale ”Tommaso Stigliani” che sono una miniera di saperi da sfogliare.
Ma c’è spazio anche per guardare agli importanti contributi che sulla materia stanno venendo da ricercatori locali come Salvatore Verde, che portano avanti con pazienza e pignoleria la ricerca sui Templari in Basilicata, cominciando da Tursi dove storia e leggenda hanno aperto squarci interessanti sulle gesta dell’ Ordine.
Bennardi, che ha presentato il libro al concorso ”La Giara” promosso dalla Rai, ci ha messo anche fantasia, una storia d’amore con qualche sorpresa ma da lieto fine, e tanta passione e competenza nel portare a termine un lavoro durato due anni, mettendoci dentro una parte della sua vita e tanta cultura legando Firenze a Matera.
E così la traccia di una cartolina, una delle nove ricevute senza mittente e raffigurante immagini di chiese medievali, con la frase ..” I templari c’entrano sempre,in qualche modo i templari hanno le mani in pasta.” tratta dal Pendolo di Foucault di Umberto Eco…l’improvvisa telefonata di un avvocato di Matera che annuncia la morte del nonno del protagonista Vincenzo Cipolla e il lascito di una eredità, l’incontro -scontro con individui senza scrupoli del Priorato di Mosca espressione dell’Ordine dei Cavalieri di Rodi fanno partire il viaggio a ritroso nel tempo verso la Terra d’Otranto e a Matera, la ”provincia più orientale d’Italia”.
L’arrivo a Matera con la giovane russa Klara, che sarà per il protagonista una ”sorpresa” in tutti i sensi, consentirà di riallacciare i contatti con conoscenti che alla fine dimostrarono di avere un ruolo preciso nella storia che ruota intorno alla Chiesa di Santa Maria dei Foggiali, poi ribattezzata Santa Maria La Nova, dalle nove monache giunte nel tredicesimo secolo da AKKon, San Giovanni d’Acri,(Siria) e oggi San Giovanni Battista.
Una presenza caratterizzata da mille interrogativi sui motivi della fuga in Occidente (per preservare qualcosa che non doveva cadere nelle mani dei Saraceni), come si sostennero e di quali protezioni godettero per secoli e sui tanti misteri (anche di mistificazione e alterazione storica) che ne tutelarono presenza e operato.
E proprio quei luoghi nascondo curiosità architettoniche, che consentono di ipotizzare il luogo dove venne custodita la preziosa reliquia, ma anche fatti di sangue inquietanti come quello del 28 ottobre 1350 quando, all’interno della basilica, furono sgozzati ventotto uomini della nobile famiglia di Mastro Martino Cipolla , per mano di un altro nobile casato, quello dei Verricelli.
Un’altra data quella del 29 dicembre 1514, scolpita su un elemento architettonico. ricorda la trama per trucidare il conte Giancarlo Tramontano. E il sangue scorrerà ancora nell’antico Tempio materano dove cultura, prevaricazioni, vendetta e la volontà di vivere -oltre ogni tempo- di figure quasi ”immortali” e rimaste nell’ombra consentiranno di preservare il gran segreto, custodito dalle nove monache di Akkon.
Un numero perfetto il ”9” che apre a tante similitudini e riferimenti da scoprire leggendo un romanzo, che meriterebbe una trasposizione rappresentativa.
Matera 2019 (un altro 9) è anche questo, per legare Europa a Mediterraneo sfogliando le pagine della sua storia.

Bella recensione, da parte di chi, è evidente, conosce già questa parte della affascinante storia locale. Interessanti le riflessioni finali. Trasposizione cinematrografica? Perché no. 🙂
Grazie Franco.