venerdì, 18 Luglio , 2025
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I “Fottuti e fottenti” di Unaderosa perdono e vincono

Fottuti e fottenti”, di Unaderosa, Altrimedia Edizioni (Matera, 2024), pag. 84, euro 16.00.

La prima volta che ho ascoltato i Renanera, quella dell’innamoramento, anzi dell’amore a prima vista, fu molti anni fa oramai; erano gli esordi del festival d’Aliano. Sentivo Truncellito allora. E cercai di più su di loro. Ed ecco adesso Unaderosa. La cantante del gruppo.

Napoletana, con quella voce che riconoscerei sempre già alla nota appena accennata, da continuare a inseguire, aspettare.

Quindi ho scoperto che oltre a scrivere canzoni, sia per sé che per altri interpreti, e recitare, ha storie scritte che colpevolmente ancora non conoscevo. Ché m’ero fermato alla prima, per me, coincidenza; quando ho scoperto, nel 2022, che col suo partner artistico e compagno di vita, Antonio Deodati già da tempo trasferitasi in Basilicata ha composto la colonna sonora del film – girato nelle terre lucane – “La notte più lunga dell’anno” (regia di Simone Aleandri, sceneggiatura d’Andrea Di Consoli).

Ma la seconda delle coincidenze, è stata ancora più mirabolante.

Unaderosa ha pubblicato il suo secondo libro di racconti, “Fottuti e fottenti”, con la mia casa editrice del cuore: la materana Altrimedia Edizioni.

Con undici racconti l’autrice presenta la semplicità delle vite minori.

“(…) Vivono in cinque in quaranta metri quadri: i genitori, il nonno, Rosalba e suo fratello maggiore, che poi sarebbe il fratellastro, perché è il figlio che sua madre ha avuto col marito precedente, morto schiacciato sotto una macchina raccoglitrice in un campo di tabacco”, riferisce la narratrice in uno dei primi capoversi di “Come il ragù”. Che poi arriva al punto di svolta della protagonista della storia, Rosalba, piccolina che “ha sette anni nel 1987 ed è una bambina come tante altre”. Il momento che prima d’essere una specie d’iniziazione in tono minore è un passaggio naturale nella quotidianità di paese di gente ‘umile’, dedicata alla fatica. Dove neppure è possibile perdere di rispetto. Altrimenti nemmanco i sacrifici fatti per sopravvivere basterebbero. Ed è vero che qui Unaderosa deve abbastanza, rinnovandola, alla tradizione dei racconti di Scotellaro.

E ci fa stare dalla parte delle donne. Perché “(…) Sì, la menava, come menava sua moglie, e i motivi erano diversi, perché si sa, non c’è mai da giustificarsi quando si alzano le mani addosso a qualcuno. Una volta la pasta era scotta, un’altra volta la camicia non era stirata bene, un’altra ancora ‘quell’amica era una zoccola’ (…).” In “La cosa giusta”. Quando però: “La scelta di Luisa di crescere da sola Simona era stata di sicuro tra le più ardite, ma adesso non le importava più nemmeno di suo padre Carmelo, anche se il dolore viveva in lei costantemente”.

E che coraggio nel titolare un testo “Una nonna di merda”.

Ci sono insomma gli incubi dei marginali della società. Brutti sogni reali che possono essere sconfitti al mattino. Quelli fatti dalla frazione d’umanità detta dei ‘penultimi’. Che dovremmo conoscere sempre, anzi sempre di più, e sicuramente meglio.

NUNZIO FESTA

Nunzio Festa
Nunzio Festa

BREVE NOTA BIOGRAFICA

Nunzio Festa è nato a Matera, ha vissuto in Lucania, a Pomarico, poi in Lunigiana e Liguria, adesso vive in Romagna.

Giornalista, poeta, scrittore.

Collabora con LiguriaDay, L'Eco della Lunigiana, Città della Spezia, La Voce Apuana e d'altri spazi cartacei e telematici, tra i quali Books and other sorrows di Francesca Mazzucato, RadioA, RadioPoetanza e il Bollettino del Centro Lunigianese di Studi Danteschi; tra le altre cose, ha pubblicato articoli, poesie e racconti su diverse giornali, riviste e in varie antologie fra le quali: Focus-In, Liberazione, Mondo Basilicata, Civiltà Appennino, Liberalia, Il Quotidiano del Sud, Il Resto.

Per i Quaderni del Bardo ha pubblicato “Matera dei margini. Capitale Europea della Cultura 2019” e “Lucania senza santi. Poesia e narrativa dalla Basilicata”, oltre agli e-book su Scotellaro, Infantino e Mazzarone e sulle origini lucane di Lucio Antonio Vivaldi; più la raccolta poetica “Spariamo ai mandanti”, contenenti note di lettura d'Alessandra Peluso, Giovanna Giolla e Daìta Martinez e la raccolta poetica “Anatomia dello strazzo. D'inciampi e altri sospiri”, prefazione di Francesco Forlani, postfazione di Gisella Blanco e nota di Chiara Evangelista.

Ha dato alle stampe per Historica Edizioni “Matera. Vite scavate nella roccia” e “Matera Capitale. Vite scavate nella roccia”; come il saggio pubblicato prima per Malatempora e poi per Terra d'Ulivi “Basilicata. Lucania: terra dei boschi bruciati. Guida critica.”. Più i romanzi brevi, per esempio, “Farina di sole” (Senzapatria) e “Frutta, verdura e anime bollite” (Besa), con prefazione di Marino Magliani e “Il crepuscolo degli idioti (Besa).

Per le edizioni Il Foglio letterario, i racconti “Sempre dipingo e mi dipingo” e l'antologia poetica “Biamonti. La felicità dei margini. Dalla Lunigiana più grande del mondo”.

Per Arduino Sacco Editore “L'amore ai tempi dell'alta velocità”.

Per LietoColle, “Dieci brevissime apparizioni (brevi prose poetiche)”.

Tra le altre cose, la poesia per Altrimedia Edizioni del libro “Quello che non vedo” (con note critiche di Franco Arminio, Plinio Perilli, Francesco Forlani, Ivan Fedeli, Giuseppe Panella e Massimo Consoli) e il saggio breve “Dalla terra di Pomarico alla Rivoluzione. Vita di Niccola Fiorentino”.

Per Edizioni Efesto, “Chiarimenti della gioia”, libro di poesie con illustrazioni di Pietro Gurrado, note critiche di Gisella Blanco e Davide Pugnana.

Per WritersEditor, la biografia romanzata “Le strade della lingua. Vita e mente di Nunzio Gregorio Corso”.

Per le Edizioni Ensemble, il libro di poesie “L'impianto stellare dei paesi solari”, con prefazione di Gisella Blanco, postfazione di Davide Pugnana e fotografie di Maria Montano.

Per Bertoni Editore, il libro di poesie “Semplificazioni dai transiti sotto la coda di Trieste”.

Per Tarka Edizioni, il saggio narrativo “Ai piedi del mondo. Lunigiana e Basilicata sulle corde degli Appennini”.

Per BookTribu, il romanzo breve “Io devo andare, io devo restare”.

nunziofesta81@gmail.com.

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