lunedì, 17 Marzo , 2025
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E’ la ”Biblioteca” la vera Open Future per Matera 2019

Le nozze con i fichi secchi si possono anche fare, ma i convitati vanno via a pancia vuota e con un sospetto che le unioni forzate, magari decise da altri, assenti nei momenti importanti, siano indigeste e destinate a durare poco. E’ la sensazione, insieme ad alcune conferme, emersa nel corso del dibattito promosso dal Premio Energheia e dalla Cgil sul tema ”Il ruolo pubblico della Biblioteca ” Tommaso Stigliani nella capitale europea della cultura 2019”. Quel ruolo di “pubblico” si è scontrato con l’assenza di Enti come il Comune di Matera, che nel gennaio 2016, aveva approvato all’unanimità un ordine del giorno, presentato dai consiglieri comunali Paolo Manicone e Antonio Sansone, che vedeva l’Amministrazione comunale proporsi per un ruolo da ”protagonista” per il Palazzo della Cultura e in vista del 2019. Da allora non è stato mosso un passo ” eppure- come ha riferito il consigliere Manicone in un deciso intervento- la commissione aveva ascoltato il direttore della Fondazione ” Matera-Basilicata 2019” , Paolo Verri, il quale aveva annunciato per il tramite della Regione e dell’allora consigliere Roberto Cifarelli di una disponibilità di 300.000 euro per la ”gestione” della biblioteca.” Non seppe spiegare a come e per quale progetto -ha detto Manicone-ma da allora non abbiamo saputo più nulla. E poi come può la Fondazione, a scadenza dopo il 2019, essere garante della Biblitoeca, che è una istituzione culturale e svolge un ruolo centrale per il diritto allo studio. Se il figlio di una famiglia monoreddito si laurea al Politecnico di Torino merito è delle istituzioni pubbliche , che consentono di studiare senza spendere altri soldi”. Un sasso nello stagno e non è stato il solo che ha contribuito a rendere ancora più intricata la matassa di una Istituzione pubblica, la Biblioteca, vittima delle ”cazzate” istituzionali e populistiche scaturite con il fallimento del referendum di riforma istituzionale del dicembre 2016. Un risultato che ha lasciato le Province in mezzo al guado. Tutto demerito della riforma Del Rio e delle cattive azioni del boy scout di Firenze… Ma ognuno nuota, si fa per dire, nelle pozze di acqua torbida che si merita. Fatto sta che la situazione è di estrema difficoltà , come ha ripetuto Giulia Adduce, segreteraria generale Ggil Funzione Pubblica,nel formulare proposte (delle quali parleremo in altro servizio) e nel ricostruire le vicende storiche e attuali della Biblioteca. Organici dimezzati, senza un direttore da troppo tempo, con un degrado avanzato delle strutture,e con poche risorse a disposizione della Provincia, proprietaria dell’edificio ma che deve tendere la mano alla Regione per mantenere organici e funzioni. E una conferma che, più di quanto si sta facendo non si può, è venuta dal consigliere delegato (un tempo si diceva assessore) Amenta, che ha sostituito il presidente della Provincia Francesco De Giacomo. ” Non è tutto nero -ha detto Amenta- alcune cose riusciamo a farle. Non abbiamo più il budget del passato e dobbiamo fare i conti con una situaziome normativa, che va chiarita dopo l’esito del referendum”. Una situazione, per dirla in maniera efficace, da Ente Provincia che non è nè carne e ne pesce con deleghe a metà, che mettono in imbarazzo anche la Regione . E in proposito l’assessora ha fatto riferimento all’intesa con Apt e Regione per l’open space di informazione turistica, che troverà ospitalità nel Palazzo dell’Annunziata. L’investimento regionale è 1 milione di euro, in vista di Matera 2019. La cosa ha procurato inevitabili brusii in sala su una presenza, che toglierà spazi a un Palazzo, con una precisa identità e che vorrebbe mantenerla. L’intervento di Teresa Ambrico , dipendente della Biblioteca ”Tommaso Stigliani” a valle dell’intervento dell’assessore regionale Roberto Cifarelli, in rappresentanza del presidente Marcello Pittella, ha tirato fuori l’aspetto dei contenuti e delle attenzioni sui soggetti che in diversi contesti hanno mostrato interesse a ” investire” nel Palazzo dell’Annunziata. “Finora – ha detto Teresa Ambrico- stranamente si è mostrata attenzione non sui servizi che la Biblioteca garantisce tutti i giorni, nonostante organici e personale ridotto, ma sul Palazzo. Noi sopravviviamo per un patrimonio librario e culturale e per i servizi…Abbiamo visto altri soggetti venire qui somo per sfruttare gli spazi…Questo mi indigna” . E la cosa non è piaciuta all’assessore regionale alle Attività Produttive Roberto Cifarelli che ha invitato a non fare demagogia. L’assessore, che ha definito oggettivamente critica la situazione della Biblitoeca, ha invitato a proseguire il dialogo sulle cose da fare evidenziando quegli aspetti che finora – per complessità o assenza di un progetto unitario- non hanno consentito di trovare una soluzione. ” Mettiamoci d’accordo sul che fare -ha detto Cifarelli. Ricordo quanto emerso in passato confrontandoci sui Piani Unesco, con una indicazione di fare della Biblioteca un luogo di animazione e aggregazione culturale a tutto tondo. Questo, tra l’altro, è un luogo che ha diversi ingressi e che ospita diverse funzioni. Poi c’è il problema delle competenze e c’è una legge regionale antecedente all’esito del referendum istituzionale. La Provincia è rimasta e sono contento. Il Comune, che ha approvato un ordine del giorno di impegno avanzato per la Biblioteca, non è possibile che non faccia nulla da allora. Anche la Provincia, e c’è la legge regionale del 2015 che anticipa il riordino delle Biblioteche, deve poter gestire il suo patrimonio librario. C’è poi l’Università di Basilicata che utilizza questi spazi e ha un sua dotazione libraria da mettere a disposizione. E poi la Regione che farà la sua parte, se glielo si chiederà, anche sul piano della manutenzione strutturale…. Ma ricordo che fu detto come ci fosse un luogo, come la Fondazione ”Matera-Basilicata 2019”, per verificare le istanze un nuovo layout per la Biblioteca, con un confronto con gli addetti ai lavori. Confrontiamoci”. Una linea di apertura, che non poteva entrare nel merito di questioni, da approfondire, e che avrebbero richiesto la presenza di soggetti che hanno titolo di storie e vicende che precedono l’insediamento del neo assessore. Ma ruolo della Regione e della Fondazione, così come l’assenza del Comune, hanno rappresentato un “argomento sensibile” nel variegato uditorio, che commentava a bassa voce quanto potrebbe accadere se il Palazzo dell’Annunziata avesse altri gestori e altre funzioni, fuori da quell’ interesse pubblico per la formazione,istruzione e la ricerca. E Angelo Bianchi, a nome degli Amici della Biblioteca, ricordando forse il periodo di vendemmia… ha messo in guardia dal possibile ritorno di una enoteca e dall’uso improprio di spazi. ” Noi non vogliamo sostituirci al personala della Biblioteca- ha detto Bianchi- ma siamo disposti a collaborare, come volontari, per la catalogazione per esempio dell’archivio di Leonardo Sacco ,ceduto alla Regione per la simbolica cifra di 1 euro, e che ora si trova sepolto e inutilizzato in magazzini e negli scantinati”. E puntualizzazioni, le riportiamo senza la cronologia stenografica , sono venute dal collega Pasquale Doria che ha ricordato la dotazione davvero unica della biblioteca, le 500 presenze al giorno, gli 800 prestiti al mese e il rapporto con l’Università, precisando – a valle dell’intervento della consigliera Anna Maria Amenta- che “se le risorse della Provincia sono poche è anche vero che qualcosa va fatto per far riparare gli ascensori, in modo da favorire l’accesso dei disabili, o gli impianti termici che hanno un costo oneroso” .L’altra puntualizzazione ha riguardato la Fondazione dopo i riferimenti fatti su ipotesi,coinvolgimento e ruolo di gestione, precisando che nel dossier non si parla di infrastrutture. Considerazioni e posizioni che meriterebbero un chiarimento, visto che nel consiglio di amministrazione, ci sono gran parte dei soggetti che singolarmente (fatta eccezione per la Camera di commercio ) entrano nelle vicende della Biblioteca. Vanno allontanate mire esterne, interessate per diverse funzioni, con possibili ricadute occupazionali, e adombrate nei diversi interventi. Ma allo stesso tempo, come ha ricordato in chiusura il segretario della Cgil Eustachio Nicoletti, serve verificare quanto è stato fatto finora, portare avanti dei focus ( e la Cgil lo farà anche per il Campus Universitario) e attivare un coordinamento. ”Serve eccome -ha detto Nicoletti-ed è arrivato per le opere pubbliche con Salvo Nastasi. La Biblioteca Tommaso Stigliani deve continuare ad avere un ruolo pubblico per la capitale europea della cultura. E invece la si tiene in disparte. Perchè e per farne che? E poi perchè la carica di direttore continua a restare vacante? Ripartiamo da qui, restituendole quella autorevolezza che le spetta”. Coordinamento. Parola d’ordine e barra dritta per evitare, come ha ricordato Pasquale Doria, che a qualcuno venga in mente di portare una parte dei libri altrove per liberare spazi. Ma si attende anche il contributo che potrebbe venire dall’Associazione italiana biblioteche, con un incontro che l’Aib -come ha detto la presidente regionale Antonella Trombone- avrà con i presidenti delle Regioni a tutela della rete dei presidi librari e perchè nei bandi pubblici siano presenti le figure dei bibliotecari. Attenzione anche alle Biblioteche della Basilicata, come quella provinciale di Matera, e a quella di Potenza che avrà casa comune con quella Nazionale presso gli spazi dell’ospedale San Carlo. Citiamo gli interventi della docente dell’Università di Basilicata, Fara Favia, che ha espresso vicinanza e attenzione alla Biblioteca provinciale a nome dei colleghi e parlato delle difficoltà dei piccoli atenei. Al professor Giovanni Caserta, da sempre fuori dal coro e abituato a chiamare le cose con il giusto nome,il compito di sintetizzare in 10 minuti o giù di li, la storia della Biblioteca ricordando le osservazioni del giovane professore Giovanni Pascoli che a Matera non aveva trovato libri. Senza dimenticare le persistenti difficoltà dell’Amministrazione comunale a sistemare un busto bronzeo, pronto da tempo, e realizzato dall’artista Raffaele Pentasuglia. Ma ha parlato anche di ”monumenti” viventi che hanno fatto la storia della Biblioteca guidandola con serietà e lungimiranza per lunghi anni, come l’ex direttore Raffaele Lamacchia, salutato in sala da uno scrosciante applauso. Poi l’affondo finale sugli sprechi delle notti bianche da 30.000 euroe su Materadio che non produrebbe cultura. ” Sono risorse preziose che vanno fuori città- ha detto Caserta. Non si trovano ,invece, soldi per la Biblioteca che è una risorsa culturale con il paradosso che rischia di morire, mentre le librerie via via scompaiono”. Un dibattito sulla capitale europea della cultura, sugli abitanti culturali destinato ad alimentare le polemiche.Ma la Biblioteca va salvata e rilanciata. E’ la ” Tommaso Stigliani” – a conti fatti- il vero Open Future di Matera 2019. “A Foggia hanno salvato la biblioteca , dotata del fondo Zanichelli- ha ricordato Pasquale Doria – grazie un intervento della Regione, che ha garantito risorse e ripristinato gli organici”. E da noi che abbiamo una miniera di saperi del passato?

 

 

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