Diabolik a Matera in una delle prossime avventure del noto disegnatore di fumetti Giuseppe Palumbo?
E’ una possibilità concreta che l’autore materano ha annunciato nel corso della presentazione del libro ”I cruschi di Manzù” scritto da Marcello Lavieri e con illustrazioni dello stesso Palumbo nel corso di uno degli affollati incontri del Women’s Fiction Festival 2015, svoltosi presso la Libreria dell’Arco.
E’ stato l’architetto Tonio Acito a stimolare una risposta in tal senso, citando il primo ciak del film ”Wonder Woman” annunciato a Matera per la prossima primavera, un lavoro lontano dal filone religioso e dei kolossal storici. E a qualcuno sarebbe piaciuto il personaggio di Eva Kant, compagna inseparabile e scaltra di Diabolik, che Palumbo considera come un cultore dell’arte a giudicare…dai furti di capolavori che compaiono qua e là nelle storie dell’astuto personaggio, contrastato senza fortuna dall’ispettore Ginko.
”Mi sono sempre chiesto -ha detto Palumbo- come facesse Diabolik negli anni Sessanta a modellare tante maschere per le sue imprese. Oggi ci sono tecniche, tecnologie e materiali che facilitano la realizzazione delle maschere. Ma ieri? Di certo era un’artista… Ho visto il film ” Mission Impossible”, antesignano di Phantomas, e mi sono fatto un’idea in tal senso.
La storia ambientata a Matera su Diabolik avrebbe questo taglio legato all’arte, alla cultura. Nel numero che uscirà a novembre ho inserito una scultura, la goccia di Azuma, che sta in piazza Pascoli. La cosa, pensate, ha avuto un po’ di perplessità nell’editore che di primo acchito ha pensato fosse Barbapapà…, un personaggio apprezzato dai bambini”.
Ma Giuseppe guarda anche ad altre storie, legate comunque al territorio.
Ha detto di aver letto il ”Quaderno a cancelli” di Carlo Levi, un libro poco noto e quasi dimenticato dello scrittore e pittore piemontese, che gli ha offerto tanti spunti di lavoro a cominciare da una dedica a Rocco Scotellaro (ricordiamo la storia a fumetti del romanzo “Uno si distrae al bivio”) e alla presenza di un ”avatar” birmano…
Stranezze, logiche transculturali? La fantasia di Palumbo non conosce limiti e dopo l’ennesima domanda è passato al banchetto di libreria per le dediche sui libri venduti.
Peccato che nessuno abbia pensato a una ”serta” o a un assaggio di peperoni cruschi per legare il cibo della mente a quello del corpo… Pazienza.
Dalla fantasia all’impegno sociale per i diritti della persona, come quelli che hanno calamitato l’attenzione di un uditorio attento e variegato davanti al Caffè Ridola per il libro di Cristina Obber ”L’altra Parte di me”, a cura del Collettivo donne e rete degli studenti medi di Matera. E con lei Francesca Vecchioni – autrice di ”T’innamorerai senza pensare”- che ha letto alcune pagine del libro e ribadito il concetto che il problema non è l’omosessualità ma l’omofobia.
Ed è stata un altro appuntamento del Women’s fiction festival tra i tanti previsti dal variegato programma, accanto ad altri approfondimenti tematici, alla borsa del libro e ai workshop.
La formula piace e gli appassionati, ma anche i curiosi, sono presi dalla voglia di ascoltare,entrare in libreria, sfogliare un libro (il fruscio e i tempi di lettura del cartaceo sono una sensazione senza tempo) e comprarlo anche in versione e book… Libri, cultura e turismo internazionale.
Il Women’s fiction festival da 12 anni è anche questo.