lunedì, 19 Maggio , 2025
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Dall’Arno lucente ad Artemisia di Firenze

Negli occhi del bambino

di Botticelli

: soltanto lì troviamo

l’amore per la madre

d’ogni signore dei bordelli

di van Honthorst

l’irriverenza d’Artemisia Gentileschi

con gli araberschi di terrore

del Caravaggio

: un oltraggio è un dolore

che si nasconde

anzi

molto: meglio

l’innocenza

di dichiarare amore

indifendibile per quello

che le onde dell’affezione

riportano alla propria genitrice.

FIRENZE – La notte ha trasformato le critiche possibili al colore dell’Arno, sotto le fiaccole della luce naturale, col mistero serioso della visione dei palazzi e delle chiese degli interni domestici e dei locali e della ruota panoramica, in un ricordo più lontano dei mille ponti dell’intera giornata. L’avanzamento silente della notte tolta dal mezzo corpo della settimana è più sensuale che dolente. Spuntano un paio d’elementi che, paradossalmente, a cielo limpido avevamo perso. E con loro, un’altra serie di dettagli buoni a ridarci spunti di riflessione: dal Ponte Vecchio delle macellerie che furono alla porzione di mercato dell’oro attuale, a qualche millimetro di senso dalla nota – troppo tristemente – via dei Gergofili, fino a tornare indietro (per la nostra scelta di percorso) alle tanto turistiche eppur imperdibili ancora Piazza del Duomo e Piazza della Signoria; innamorati come ci siamo del Campanile di Giotto e della Cupola del Brunelleschi della Cattedrale di Santa Maria del Fiore, dalla statua di Nettuno in marmo di Carrara di Bartolomeo Ammannati, del Ratto della Sabine e dell’Ercole e il centauro Nesso del Giambologna.

Se nella Basilica di Santa Maria Novella siamo stati travolti dalle opere di Paolo di Dono, al secolo Paolo Uccello, recentemente restaurate ed abbiamo potuto sbirciarciare, da uno spiraglio delle impalcature, la Trinità del Masaccio in recupero che si contende gli spazi con il Crocifisso di Giotto ed opere di: Vasari, Ghirlandaio, il primo impatto da segnare con gli Uffizi è stato con il Busto di Francesco I de’ Medici, sempre di Jean De Boulogne (detto Giambologna). Simone Martini, Beato Angelico, Cimabue, Piero della Francesca aprono il viaggio. Che prevede, per noi, una sosta più lunga nelle sale dedicate a Botticelli, dove l’Annunciazione c’ha stordito maggiormente della Primavera, dalla Venere, della Calunnia; dove per sempre ricorderemo gli occhi dell’infante in braccio alla madonna, pieno di quella carica d’amore che in nessuno degli altri grandi artisti, da Raffaello Sanzio in avanti, abbiamo rintracciato nel sangue delle opere. Nel corridio degli autoritratti ci siamo fermati al napoletano Luca Giordano, al nostro Rubens, agli adorati Velàzquez, Delacroix, Chagall, Giuseppe Pellizza da Volpedo. Passando per Bill Viola, Morandi, Guttuso, Previati (morto in Liguria, nella bella Lavagna). Fino ai viventi: Pistoletto, Sardelli, Pignatelli. Prima di tornare ai quadri firmati dal Correggio, Parmigianino, Guercino, Pontorno, Rosso Fiorentino. Ai Barocci, che ci hanno ricordato la mostra in corso ad Urbino. Tiziano, Bruguel il Vecchio, Mantegna, Tintoretto, Tiziano con la sua Venere d’Urbino…

L’elenco è il più brutto dei messaggi che si possano spedire. Allora ecco che ci metteremmo in una serata dipinta da van Honthorst, dopo aver benedetto e salutato il gesto di riscatto della Gentileschi.

NUNZIO FESTA

Nunzio Festa
Nunzio Festa

BREVE NOTA BIOGRAFICA

Nunzio Festa è nato a Matera, ha vissuto in Lucania, a Pomarico, poi in Lunigiana e Liguria, adesso vive in Romagna.

Giornalista, poeta, scrittore.

Collabora con LiguriaDay, L'Eco della Lunigiana, Città della Spezia, La Voce Apuana e d'altri spazi cartacei e telematici, tra i quali Books and other sorrows di Francesca Mazzucato, RadioA, RadioPoetanza e il Bollettino del Centro Lunigianese di Studi Danteschi; tra le altre cose, ha pubblicato articoli, poesie e racconti su diverse giornali, riviste e in varie antologie fra le quali: Focus-In, Liberazione, Mondo Basilicata, Civiltà Appennino, Liberalia, Il Quotidiano del Sud, Il Resto.

Per i Quaderni del Bardo ha pubblicato “Matera dei margini. Capitale Europea della Cultura 2019” e “Lucania senza santi. Poesia e narrativa dalla Basilicata”, oltre agli e-book su Scotellaro, Infantino e Mazzarone e sulle origini lucane di Lucio Antonio Vivaldi; più la raccolta poetica “Spariamo ai mandanti”, contenenti note di lettura d'Alessandra Peluso, Giovanna Giolla e Daìta Martinez e la raccolta poetica “Anatomia dello strazzo. D'inciampi e altri sospiri”, prefazione di Francesco Forlani, postfazione di Gisella Blanco e nota di Chiara Evangelista.

Ha dato alle stampe per Historica Edizioni “Matera. Vite scavate nella roccia” e “Matera Capitale. Vite scavate nella roccia”; come il saggio pubblicato prima per Malatempora e poi per Terra d'Ulivi “Basilicata. Lucania: terra dei boschi bruciati. Guida critica.”. Più i romanzi brevi, per esempio, “Farina di sole” (Senzapatria) e “Frutta, verdura e anime bollite” (Besa), con prefazione di Marino Magliani e “Il crepuscolo degli idioti (Besa).

Per le edizioni Il Foglio letterario, i racconti “Sempre dipingo e mi dipingo” e l'antologia poetica “Biamonti. La felicità dei margini. Dalla Lunigiana più grande del mondo”.

Per Arduino Sacco Editore “L'amore ai tempi dell'alta velocità”.

Per LietoColle, “Dieci brevissime apparizioni (brevi prose poetiche)”.

Tra le altre cose, la poesia per Altrimedia Edizioni del libro “Quello che non vedo” (con note critiche di Franco Arminio, Plinio Perilli, Francesco Forlani, Ivan Fedeli, Giuseppe Panella e Massimo Consoli) e il saggio breve “Dalla terra di Pomarico alla Rivoluzione. Vita di Niccola Fiorentino”.

Per Edizioni Efesto, “Chiarimenti della gioia”, libro di poesie con illustrazioni di Pietro Gurrado, note critiche di Gisella Blanco e Davide Pugnana.

Per WritersEditor, la biografia romanzata “Le strade della lingua. Vita e mente di Nunzio Gregorio Corso”.

Per le Edizioni Ensemble, il libro di poesie “L'impianto stellare dei paesi solari”, con prefazione di Gisella Blanco, postfazione di Davide Pugnana e fotografie di Maria Montano.

Per Bertoni Editore, il libro di poesie “Semplificazioni dai transiti sotto la coda di Trieste”.

Per Tarka Edizioni, il saggio narrativo “Ai piedi del mondo. Lunigiana e Basilicata sulle corde degli Appennini”.

Per BookTribu, il romanzo breve “Io devo andare, io devo restare”.

nunziofesta81@gmail.com.

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