Continua a riservare sorprese il sito archeologico Trasanello-Cementificio lungo la vecchia statale ” Appia” che da Matera conduce a Laterza e Ginosa. L’impegno è rivolto al recupero di un monumento sepolcrale, riferito all’età finale del Bronzo- età del Ferro presente all’interno del Villaggio.
A darne notizia è il direttore del museo archeologico “Domenico Ridola”, Anna Maria Patrone, a conclusione della nona stagione della campagna di scavo.
“Le ultime ricerche– riporta la nota- hanno confermato che nel sito di Trasanello si sono conservate importanti testimonianze di una frequentazione umana che dal Neolitico si estende fino all’età dei metalli. La prima occupazione è riferibile al Neolitico antico quando è stata realizzata l’opera di escavazione del fossato che recingeva l’abitato. Dopo un periodo di abbandono di circa tre millenni l’identificazione di due capanne attesta che la frequentazione è ripresa durante l’età del Bronzo. Alcuni secoli dopo sono stati realizzati sulla parte sommitale del pianoro quattro tumuli circolari, ad uso funerario, delimitati da un recinto di blocchi di calcare.Una selezione dei materiali più significativi è esposta già dal 2010 nella Mostra didattica denominata ”Trasanello…quattro passi nella Murgia preistorica”, all’interno del nuovo percorso espositivo della sezione preistorica del Museo Archeologico Nazionale Domenico Ridola di Matera, dove trovano spazio anche ricostruzioni sperimentali e pannelli esplicativi delle attività e dei modi di vita delle comunità vissute nel territorio materano dal quinto al primo millennio avanti Cristo”.
L’indagine conclusa a settembre ha interessato i saggi nel riempimento del fossato di recinzione del villaggio neolitico, recuperando la sequenza stratigrafica del deposito archeologico e un’abbondante quantità di materiale ceramico, attualmente in corso di restauro nel laboratorio del Museo Ridola.
La nona campagna di scavo archeologico è stata condotta in regime di concessione dal Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell’Università di Pisa, sotto l’alta sorveglianza della Soprintendenza Archeologia della Basilicata e grazie al finanziamento e al supporto logistico di Italcementi SpA e della Cementeria di Matera Trasanello, che ospita nella sua proprietà il sito archeologico. I lavori, svoltisi sotto la responsabilità scientifica della prof.ssa Giovanna Radi e del Direttore del Museo Archeologico Nazionale Ridola di Matera dott.ssa Annamaria Patrone, hanno visto la partecipazione del gruppo di studio diretto e coordinato dalla dott.ssa Lucia Angeli.
”La ricerca, avviata nel 2007, -continua la nota- riguarda l’occupazione umana del comprensorio murgiano nella preistoria recente e si inserisce in un programma più ampio della Soprintendenza che risponde ad esigenze di tutela come ad opportunità di valorizzazione del territorio.La ripresa delle indagini nel villaggio neolitico, individuato da Gianfranco Lionetti e successivamente indagato e vincolato, muove dall’interesse ad approfondire lo studio relativo alle prime comunità ad economia produttiva del Materano mediante scavi sistematici, studio dei reperti archeologici e analisi di laboratorio”.
L’auspicio è che la campagna possa continuare ed essere sostenuta in maniera adeguata, vista l’importanza del materiale riportato alla luce.
