Quando l’arte cerca di denunciare il disagio di un’epoca, mettendo da parte occhi, sguardi di donne e uomini che hanno lasciato sul campo vite e ricordi, tocca all’artista amplificarne il messaggio aprendo alle capacità descrittive di un paesaggio che ne descrive sofferenze e speranze. L’arte del tedesco Anselm Kiefer è tra queste. La mostra “Angeli Caduti’’ inaugurata a Firenze, a Palazzo Strozzi, ha una traccia precisa da elaborare, con soggetti, colori che danno un colpo d’ali alle riflessioni su quello che sono state le tante vicende umane e i conflitti del secolo scorso. Se avesse tempo e possibilità l’ottuagenario artista tedesco, con una apertura alare su Ucraina e Gaza, avrebbe riprodotti altri cieli…come quelli del documentario ‘’Anselm’’ di Wim Wenders Un altro spunto di Armando Lostaglio per visitare la mostra fino al 21 luglio.
A Firenze, Palazzo Strozzi, in mostra “Angeli caduti” di Anselm Kiefer, un viaggio di una straordinaria potenza espressiva, un impatto scenico fra mito e filosofia.
E’ aperta fino al 21 luglio, un invito a non perderla: rappresenta la capacità di un uomo di concepire opere di superba fattura, su misure straordinarie, in cui ogni millimetro emana un cromatismo simbolico che merita equi approfondimenti. Del resto, è lo stesso secolare Palazzo Strozzi luogo di incontro fra architettura e arte, teatro visivo in ogni suo spazio.
Noi ci nutriamo di dettagli, immagini non sempre in primo piano, dove può apparire il sorprendente e quindi lo stupore. Qui ha luogo “il timido inizio, il godimento”, direbbe Roland Barthes: “La letteratura come l’arte non permette di camminare ma permette di respirare.” E paradossalmente l’artista tedesco sembra toglierci il respiro quando ci si immerge nelle stanze della mostra, specialmente quella degli specchi che riflettono le opere fissate sulla volta della stanza.
E così fa l’arte, così fa il cinema, quell’arte in movimento, in divenire, a guidare lo sguardo dove non guardiamo.
Kiefer il soggetto del documentario “Anselm”: il film di Wim Wenders si concentra sul pittore e scultore, illumina il suo lavoro, il percorso di vita, l’ispirazione, il processo creativo e il fascino dell’artista per il mito e la storia, la spiritualità oltre ogni sua forma. Wenders quasi attratto dagli angeli come nel suo Cielo sopra Berlino, rende aeriforme il confine tra opera filmica e pittura.
Armando Lostaglio
