La foto in bianco e nero riporta al secolo scorso a quel 12 aprile del 1975 a Ginosa, quando il materano Aldo Montemurro e la ginosina Rosa Pistoia decisero di giurare per sempre un grande amore che li avrebbe portati a condividere un percorso fatto di soddisfazioni, sacrifici e a scrivere una storia… con una ”S” per i rioni Sassi. E la serata di sabato 12 aprile 2025 , nella chiesa della Madonna delle Virtù Nuova,nel Sasso Barisano, quel legame si rafforzerà con il rinnovo del ”Sì” alla presenza di don Davide. E’ l’occasione per sfogliare l’album dei ricordi. Sembra ieri, ricordano Aldo e Rosa. Dopo il matrimonio parenti e amici si trasferirono a Matera per festeggiare nella sala del Hotel President di via Roma in compagnia di cento invitati (per la cronaca il pranzo costò un milione) allietati dalla musica del duo Di Troia e Taccardi. Allegria e tanti auguri e figli maschi…come accadde con l’arrivo di Marco e Fabio, che hanno dato loro amorevoli nipoti. Chi è Aldo Montemurro? Fa parte di quella nota famiglia di editori, tipografi e gestori di una libreria in centro che sono stati parte della storia culturale e imprenditoriale della Città dei Sassi. Nato a Matera l’ 08/04/1945 ha lavorato dal 1974 come informatico presso lo IACP di Matera e poi in un una società da lui fondata.
La moglie Rosa Pistoia è nata a Ginosa ( Taranto) il 21/04/1948 . Professoressa di Italiano e Storia presso l’Istituto Cabrini di Taranto ha ,poi, insegnato Metodologie Operative presso l’Istituto Isabella Morra di Matera. E la scuola fece incontrare i due giovani nei primi anni delle medie superiori.Rosa dopo la Scuola Media a Ginosa ha frequentato l’Istituto Magistrale a Matera e dal primo anno di scuola è iniziata l’avventura con Aldo. E non potevamo non citare i figli. Il primogenito Marco è nato nel 1976.Gestisce una società di consulenza e vendita prodotti informatici. E’ sposato con con Pierangela Parisi, chef. Ha due figli maschi, il più grande ha 18 anni. E poi Fabio ,nato nel 1980, Ingegnere aerospaziale, allievo della SSSUP Sant’Anna di Pisa, esperto nella transizione energetica, sposato con Elizabeth, storica dell’America Latina e dei Caraibi.Vive a Londra dal 2007, e si occupa al momento di strategia e innovazione per l’energia pulita per centri dati di Amazon.Ha tre figli maschi nati a Londra, il più grande ha 14 anni. Una tradizione che continua nel solco di papà Aldo e mamma Rosa., salutato da applausi e da un volo di colombe
Chiesa della Madonna Santissima delle Virtù (Nuova)
Situata nel Sasso Barisano, e precisamente nel Rione Vetere, la chiesa di Madonna delle Virtù Nuova fu costruita verso la fine del XIX secolo e solennemente consacrata nel 1895 da mons. Diomede Falconio (1895-1899), Arcivescovo di Matera e Acerenza.
La realizzazione dell’edificio si rese necessaria allorché la duecentesca chiesa rupestre di Madonna delle Virtù, situata nel Rione Civita e attualmente utilizzata dal Circolo “La Scaletta” come sede per le grandi mostre di scultura contemporanea, a causa dell’eccessiva umidità degli ambienti, fu ritenuta inadatta al culto.
La facciata, dalle linee molto semplici, presenta un bassorilievo della Madonna con il Bambino detta “delle Virtù”, accompagnata dall’iscrizione “A divozione del popolo”, e un semplice rosone circolare sul portale di accesso.
Ai lati dell’ingresso, entro due nicchie, le statue di San Michele Arcangelo (a sinistra, guardando il portale) e San Leonardo (a destra). Nella parte terminale della chiesa trova posta il piccolo campanile con le due campane di fine ‘800.
L’interno, a navata unica, presenta un altare maggiore in marmo bianco, realizzato – ad eccezione degli angeli posti alle estremità – contestualmente all’erezione della chiesa, e una seicentesca alzata in tufo, proveniente dall’ex chiesa di Gesù Flagellato. Al centro dell’alzata, il mosaico della Madonna con il Bambino (Madonna delle Virtù), con accanto le tele di Sant’Alfonso Maria de Liguori e San Bernardo da Chiaravalle (II metà XX sec.), firmate dall’artista materano Francesco Pentasuglia. La portella della custodia del SS. Sacramento, il Crocifisso e i candelieri dell’altare, tutti in ottone, risalgono anch’essi alla fine dell’800.
A destra dell’ingresso, è collocata una statua di Santa Lucia, sul tipico basamento in legno dorato utilizzato per le processioni. A seguire, l’armadio contenente la statua di Sant’Antonio Abate, commissionata nel 1895 da Pasquale Montemurro e da questi donata alla Confraternita di Gesù Flagellato, affinché la custodisse entro la vicina chiesa di Sant’Antonio Abate. La statua è custodita qui per via dei lavori di restauro che interessano la chiesa omonima.
A sinistra dell’ingresso, entro una nicchia ricavata nella muratura, si trova la piccola statua di San Brunone; a seguire, entro un armadio, la statua ottocentesca della Madonna delle Virtù. In controfacciata trova posto un grande armadio ligneo, utilizzato per conservare i parametri e i vasi sacri.
Le quattro finestre della parte superiore della chiesa sono decorate con vetrate moderne, con i simboli delle quattro virtù cardinali, fondamenta di una vita dedicata al bene: prudenza, giustizia, fortezza e temperanza.
