E lo diciamo con convinzione dopo aver visitato nella sala delle Arcate di Palazzo Lanfranchi, con il sottofondo di audio e scritte che simboleggiavano quella ”rivoluzione” devastante che agli inizi del Secolo scorso che Filippo Marinetti e altri
innescarono nell’arte, nello sport, nella danza, nel cinema e anche in politica con quella ”F” che si accompagnò inizialmente con l’interventismo Fascista e con le sfide del ” Vate”, Gabriele D’Annunzio, con la nascita di quella ”Repubblica” o reggenza del Carnaro coincisa con l’occupazione di Fiume. Non sappiamo cosa sarebbe diventata quella ”esperienza” dannunziana, con uno statuto troppo avanzato e di stampo futurista, se si fosse innescata la marcia dei gran premi delle sfide ”comunque” e a ”oltranza”.
Ma quanto apprezzato nelle forme scultoree con la ”materia”, modellata dal vento o dalla forza, i cavalli ”vapore” delle auto lanciate a tutta velocità nel circuito della Perugina avessero tagliato il traguardare dell’osare sempre. Il futurismo fu una sfida, che rompeva schemi, modi di pensare e di essere, ma si sapeva dove voler andare…con la civiltà delle macchine che imponeva di dare una accelerata a tutto, ma con idee, principi, uomini e donne pronti a dare e a mostrare il massimo di stessi. E la mostra ” Futurismo italiano, il contributo del Mezzogiorno agli sviluppi del Movimento è stata l’occasione, per quanti hanno voglia di fare e di aver un disegno di città, di regione e di Paese, di farsi avanti. La mostra ha consentito a tanti di sapere e ammirare che Fortunato Depero nell’anno XVI dell’era fascista (il 1938) si era cimentato anche per lo stemma di Matera.
Bozzetto , visibile nella sala del consiglio regionale di Basilicata. E poi il primo futurista d’America, quel Joseph Stella,originario di Muro Lucano a proprio agio nel nuovo Mondo.
Due spunti,tra i tanti, venuti fuori dalla coinvolgente mostra inaugurata alla presenza del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, del direttore generale dei Musei Masssimo Osanna, del curatore Massimo Duranti,dei direttori del Museo nazionale di Matera Annamaria Mauro e del direttore regionale dei Musei del Veneto, del sindaco di Matera Domenico Bennardi. A Matera serve una botta di futurismo e menti che sappiamo guardare con lungimiranza alla sua storia, identità, che ebbe uno scossone proprio con la nomina di Matera , nel 1927, a capoluogo di provincia.Un periodo di crescita e di fervore per una città, chiamata a svolgere un ruolo moderno e di relazione con il territorio. E un ripasso, per smemorati o alienati della dimensione social, ci sta tutto. Ma dopo aver visitato con la dovuta attenzione la mostra futurista e chissà che Matera non superi la condizione di ”bella addormentata” sul posto…
FUTURISMO ITALIANO
Museo nazionale di Matera Palazzo Lanfranchi MATERA 20 ottobre 2023 – 10 gennaio 2024
FUTURISMO ITALIANO.
Il Contributo del Mezzogiorno agli sviluppi del Movimento
Matera, Museo nazionale di Matera – Palazzo Lanfranchi
20 ottobre 2023 – 10 gennaio 2024
Mostra ideata da Annamaria Mauro e Daniele Ferrara e curata da Massimo Duranti, promossa dal Museo nazionale di Matera in collaborazione con la Direzione regionale Musei Veneto – Museo nazionale Collezione Salce.
Apertura per la Stampa e Inviti: venerdì 20 ottobre, ore 12:00
Apertura al pubblico: venerdì 20 ottobre, ore 16:00
Comunicato Stampa
Matera, 20 ottobre 2023
È stata inaugurata, oggi a Matera, al Museo nazionale, alla presenza del Ministro della Cultura,
Gennaro Sangiuliano, e del Direttore generale Musei, Massimo Osanna, la mostra “Futurismo
Italiano. Il contributo del Mezzogiorno agli sviluppi del Movimento”.
“Il Futurismo, movimento che dall’Italia si affermò in tutto il mondo, seppe lasciare tracce a tinte forti anche nel Meridione nel segno di una sfida culturale al rinnovamento e alla creazione di una modernità – ha detto il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano – Ricostruire i passaggi a Sud di questi visionari delle avanguardie è una delle sfide vinte dagli organizzatori della mostra che hanno centrato innanzitutto l’obiettivo del recupero conoscitivo di questo fenomeno che ha contagiato tutte le discipline artistiche, lasciando un’eredità di pensiero e di creatività ancora attuale”.
Ad essere proposti a Palazzo Lanfranchi sono più di 130 dipinti, sculture, disegni, provenienti da musei pubblici, fondazioni, archivi e collezioni private. Completano il percorso documenti d’archivio editi e inediti provenienti da diverse istituzioni. Dal Museo nazionale Collezione Salce sono giunti alla mostra di Matera ben 25 manifesti futuristi, a conferma della collaborazione tra il Museo nazionale di Matera e la Direzione regionale Musei Veneto intorno al progetto “Futurismi”.
La mostra, ideata da Annamaria Mauro e Daniele Ferrara, curata da Massimo Duranti, è promossa dal Museo nazionale di Matera in collaborazione con la Direzione regionale Musei Veneto. Per il Direttore generale Musei, Massimo Osanna: “La vocazione del Museo nazionale di Matera come centro di ricerca e memoria della tradizione storica e culturale del Meridione trova piena espressione nella mostra dedicata al Futurismo. L’esposizione focalizza l’apporto degli artisti del Mezzogior-no nella nascita e nello sviluppo di questa importante esperienza artistica del secolo scorso. La collaborazione del Museo nazionale di Matera con la Direzione regionale Musei Veneto e la pluralità dei prestatori rappresentano le potenzialità del lavoro corale e dello spirito di cooperazione che anima il Sistema museale nazionale”.
“Una rilettura del ruolo avuto dal Mezzogiorno nella diffusione ed elaborazione del Movimento che vuole riprendere il discorso dell’Italia, dalla Campania e dall’Abruzzo in giù e fino alle isole maggiori, come il più grande ‘luogo’ del Futurismo, luogo animato non solo dai futuristi nati e vissuti nel Mezzogiorno, ma anche da tutti i futuristi italiani che negli eventi e manifestazioni svoltesi nel Meridione parteciparono attivamente da protagonisti, comprimari e attori”, evidenzia la direttrice del Museo nazionale di Matera, Annamaria Mauro.
“Nel catalogo – sottolinea il curatore Duranti – nell’ambito degli esiti della ‘Ricostruzione futurista dell’Universo’, è richiamato il manifesto del 1915, firmato da Giacomo Balla e Fortunato Depero, che segna la continuità e l’evoluzione della prima stagione ‘eroica’ del Futurismo e che teorizzava l’interesse del movimento per ogni forma di espressività e dunque letteratura, poesia, cinema, teatro, musica, arredo, cucina. Per questo motivo, una sezione della mostra è dedicata alle arti applicate: mobili, arazzi, abiti, maioliche. Importante è la presenza dell’‘Intonarumori’ di Russolo, nella ricostruzione di Pietro Verardo che ripropone sonoramente l’invenzione del futurista in materia di musica-non musica.
Accanto a questo apparato e sempre in materia musicale, vengono esposti gli spartiti, conservati al Conservatorio di musica Lorenzo Perosi di Campobasso, di Nuccio Fiorda”.
Accanto ai nomi dei protagonisti Boccioni, nativo della Calabria, Balla, Severini, Carrà, Depero, Prampolini, Dottori, Benedetta ci sono anche quelli di personaggi meno noti, ma non meno significativi come Roherssen, Bologna e Castellana.
Per quanto riguarda gli aeropittori, saranno presenti opere di numerosi futuristi le cui peculiarità furono declinate da Marinetti stesso nel 1939: Prampolini e Crali inseriti nella “Aeropittura stratosferica cosmica biochimica”; Fillia e Diulgheroff nell’ “Aeropittura essenziale, mistica ascensionale simbolica”; Dottori, Benedetta, Bruschetti, Peruzzi, Tano e Angelucci in quella trasfiguratrice lirica spaziale; Tato nella “sintetica e documentaria”. Opere di Dottori, Fillia e Bruschetti rappresentano l’Arte Sacra Futurista, codificata dal manifesto del 1931.
Oltre all’Aeropittura, negli sviluppi futuristi si manifesta la tendenza meccanicistica che viene
rappresentata da opere di Depero, Pannaggi e Prampolini che manifesterà poi l’idealismo cosmico, presupposto dell’astrattismo. Particolare attenzione è riservata in mostra, guardando specificatamente al Meridione, ai “Circumvisionisti”, il gruppo dei futuristi campani attivi già dal 1914: pittori, poeti paroliberi, scrittori e intellettuali che animarono la presenza futurista a Capri e Napoli. Vengono così presentate opere dei fratelli Francesco e Pasqualino Cangiullo, Buccafusca, Cocchia, Peirce, Lepore, Maino protagonisti di un percorso culturale che dal Futurismo giunge al teatro napoletano di Antonio De Curtis. il contributo del Mezzogiorno agli sviluppi del Movimento
FUTURISMO ITALIANO
Museo nazionale di Matera Palazzo Lanfranchi MATERA 20 ottobre 2023 – 10 gennaio 2024
il contributo del Mezzogiorno agli sviluppi del Movimento
FUTURISMO ITALIANO
Museo nazionale di Matera Palazzo Lanfranchi MATERA 20 ottobre 2023 – 10 gennaio 2024
Un focus è riservato al contributo al Futurismo della Lucania: ad essere esposte sono due rarissime opere di Joseph Stella, nativo di Muro Lucano, ma trasferitosi a 19 anni negli Stati Uniti, definito “il primo futurista d’America”.
La mostra rimarrà aperta fino al 10 gennaio 2024.
Per orari di apertura e tutte le info: https://www.museonazionaledimatera.it/
IL CONCETTO DELLA MOSTRA
Museo nazionale di Matera Palazzo Lanfranchi MATERA 20 ottobre 2023 – 10 gennaio 2024
Concept
La mostra Futurismo Italiano. Il contributo del Mezzogiorno agli sviluppi del Movimento, curata da Massimo Duranti, realizza una rilettura della prospettiva culturale e territoriale del sud dell’Italia come “luogo” privilegiato del Futurismo, soprattutto a partire dagli anni Venti, attraverso le opere dei più importanti protagonisti del Movimento non solo del Mezzogiorno, “luogo” dove si tennero mostre importanti fra Capri, Napoli, Salerno, Bari, Palermo.
Pittura, scultura, grafica, oggetti di arte applicata in mostra evidenziano esiti della Ricostruzione futurista dell’Universo, manifesto firmato nel 1915 da Giacomo Balla e Fortunato Depero, come conferma storico-critica dell’unità temporale e artistica (1909-1944) dell’avanguardia marinettiana.
Le opere e gli autori, anche i documenti in catalogo, sono frutto di ricerche attente che non si sono limitate ai protagonisti più noti del Futurismo che, pure, sono presenti, ma mettono in luce anche esperienze e figure meno note. Originale è poi la scelta di lavorare sulla contaminazione tra i dipinti e le sculture con i manifesti futuristi della Collezione Salce, di presentare la ricostruzione dell’Intonarumori di Luigi Russolo, la rivisitazione degli abiti futuristi di Emanuel Zoo e alcune suggestioni fotografiche futuriste contemporanee.
Un allestimento multimediale di Inera presenta spettacolarmente il Futurismo con immagini della mostra e di Matera. Nel catalogo edito da Gangemi Editore International, nelle due edizioni in italiano ed in inglese, è pubblicata un’ampia cronologia aggiornata che ricostruisce l’itinerario storico del Futurismo nel Mezzogiorno attraverso le mostre, gli articoli e gli eventi più significativi di quel periodo.
ALCUNE OPERE DELLA MOSTRA
L’EVENTO INAUGURATO DAL MINISTRO DELLA CULTURA GENNARO SANGIULIANO
IL BOOKSHOP DI PALAZZO LANFRANCHI