lunedì, 19 Maggio , 2025
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Una ricarica da 977 euri e via …Ma la Polizia individua il truffatore

Dalle truffe reali a quelle virtuali, che viaggiano sul web o sul telefonino lungo la filiera social della messaggistica. Ormai le tentano tutte e, tra artizi e raggiri, riescono a far quattrini anche dove il buon senso dovrebbe indurre a fare più attenzione, vista la ”velocità” e a volte la scarsa ”affidabilità” dei pescecani della rete. Ma per fortuna c’è chi la rete la tira sù, come la Polizia di Stato, e risale alla identità dei truffatori incalliti. E’ il caso di un uomo di 48 anni, napoletano- come riporta la nota della Questura di Matera- al quale è stato notificato l’avviso di conclusione di indagini per il reato di truffa aggravata, avvenuto nell’ottobre del 2023, nei confronti di un uomo di mezza età di Matera, contattato tramite WhatsApp, simulando una conversazione con la figlia della vittima. Gira e rigira, e facendole credere di aver perso il telefonino, è riuscito a farsi pagare 977 euro su carta ricaricabile, per risolvere la questione. Una illusione, naturalmente, tant’è che il presunto benefattore si è reso irreperibile. Ma non per la Squadra Mobile, che con pazienza si è messa sulle tracce reali e virtuali del truffatore. Altro che ” Chi ha avuto ha avuto…Scurdamm’n o’ passat…” La Polizia ha memoria lunga anche su whatsapp.

IL COMUNICATO DELLA QUESTURA

Truffa aggravata: un 48enne napoletano individuato dalla Polizia di Stato di Matera.

Nel rispetto dei diritti della persona indagata, della presunzione di innocenza e della necessaria verifica dibattimentale, per quanto risulta allo stato attuale, salvo ulteriori approfondimenti e in attesa del giudizio, si comunica quanto segue.

La Polizia di Stato di Matera ha notificato ad un 48enne di Napoli, l’avviso di conclusione delle indagini preliminari, emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Matera, per il reato ipotizzato di truffa, commesso in forma aggravata, a Matera, nel mese di ottobre dello scorso anno.
Secondo l’attività d’indagine svolta dalla Squadra Mobile, l’uomo avrebbe contattato la vittima attraverso l’applicazione di messaggistica istantanea WhatsApp, simulando una conversazione con la figlia (della vittima). A quel punto, con artifizi e raggiri, l’avrebbe indotta a credere di aver subito la perdita del suo apparecchio telefonico e che, per questo, necessitasse una ricarica di 977 euro, su carta ricaricabile.

L’indagato riusciva così a indurre la vittima in errore e a procurarsi l’ingiusto profitto, per poi rendersi irreperibile. È stato, tuttavia, individuato e identificato dagli operatori della Questura che hanno svolto l’indagine.

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