Cantare e giocare, tenendo la ”cap o sciuck” la testa al gioco come si dice in dialetto materano. Il Matera Heroes Pride è stato anche questo fino a tardi, E abbiamo visto gente con cerchietti di margherite, coccarde, papillon, spillette, parrucche in testa o cuoricini sulla guancia seguire la sfilata o darsi alla danza, magari sulle note dei Village People o di Caparezza o di Giuni Russo. E così la fotogallery della festa è una esplosione di sequenze da consegnare agli annali dei momenti di sana partecipazione cittadina. Lo hanno conferma l’architetto Paolo Irene aprire la sfilata pedalando su un triciclo o finendo tra le braccia di un noto volontario(riconoscibilissimo) della Fondazione MT 2019 , o il direttore della stessa Paolo Verri cantare con un altro volto noto della Fondazione e poi politici, impiegati, creativi, sportivi, famiglie etero mescolarsi tra la folla e posare per l’ennesimo selfie per divertirsi e per testimoniare che sui temi dei diritti civili in generale c’è ancora tanto da fare. Dopo i colori della festa quelli del cambiamento. Ripartiamo da qui con senso di responsabilità, legalità e partecipazione.
