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Turismo? Matera cerchi sostenibilità, ma con cultura d’impresa

Gira e rigira l’argomento in una città priva di Piano strategico di settore, di figure professionali che se ne occupino a tempo e pieno, con operatori di settore ripartiti in vari sodalizi di rappresentanza o in ordine sparso e di un Comune, anch’esso privo di strutture e competenze degne di tal nome, il tema del turismo fa capolino in campagna elettorale ed è indicato dai candidati sindaci di Matera come uno dei punti di forza delle politiche di ripresa. Tant’è che lunedì 12 maggio,alle 17.00 presso l’hotel san Domenico, ci sarà un incontro tematico con i cinque candidati sindaci, organizzato da Fiavet, CAM, Associazione B&B, Confartigianato, Confesercenti, Associazione Ristoratori, Cna Matera e Confapi Matera. Parlarne bene, dopo tante tavolate degli anni passati e le polemiche recenti sul bando comunale da Destination Manager, https://giornalemio.it/cronaca/turismo-bando-destination-manager-se-ne-occupera-il-nuovo-sindaco-di-matera/, che ha lasciato (inevitabilmente) polemiche nel metodo e nei contenuti e negli aspetti organizzativi….E ritorniamo all’assenza di cultura d’impresa e di visione lungimirante sulle cose da fare, magari facendo un passo indietro per farne due avanti. Sull’argomento interviene l’architetto Gianni Dalessandro, che cita- nella riflessione che segue- ”Momenti d’interpretazione unitari di un’unica realtà’, alla luce di quanto emerso lo scorso anno nel G7 turismo a Firenze e di quanto ribadito dal sociologo Aldo Musacchio nel rapporto su Matera del 1970. E Musacchio – scrive Dalessandro-pur riconoscendo le possibilità della città di divenire centro di attrazione turistica, allertava l’ignara classe politica … a non sottovalutare il rischio che si corre a progettare una turisticizzazione globale di Matera e convertirla in bene di consumo, espropriando la collettività locale dall’uso delle strutture urbane. … Processi del genere, sostiene il sociologo, non possono e non debbono divenire alternativi rispetto a prospettive di sviluppo più durature e portatrici di flussi di reddito aperti ad una più ampia piattaforma sociale”. Considerazioni di mezzo secolo fa. Oggi altre dinamiche del quale occorre parlare, ma con competenze e facendo sistema avendo ben chiari chi e con chi ? cosa ? come? si debba fare per non perdere ” censo e capitale” come ripete un antico adagio. Intanto si parla…in attesa dei fatti.

Turismo, sociologia, economia, città. Momenti d’interpretazione unitari di un’unica
realtà.
Quando parliamo di turismo, la prima considerazione da fare è di valutare l’efficienza delle
risorse organizzative e culturali locali; tracciare le linee guida del settore con un’attenzione
particolare alla promozione, investimenti, qualità, inclusione, formazione, sostenibilità.
Sostenere, a fronte di un turismo d’assalto gravoso da gestire, un turismo più interessato e
consapevole, inclusivo e sostenibile con politiche attente a far sviluppare offerte turistiche
sempre più ampie e differenziate, che permettano una distribuzione ordinata dei flussi
turistici nello spazio e nel corso dell’anno.
E ancora, promuovere l’interazione tra persone provenienti da luoghi diversi, appartenenti
a culture diverse, nel rispetto delle comunità locali e dell’ambiente; mettere al centro del
dibattito la dimensione sociale e compiere scelte etiche che guardino al benessere delle
persone, alla loro sicurezza e alla qualità dell’esperienza turistica.
A Firenze dal 13 al 15 novembre 2024, si è svolto il convegno del G7 Turismo. Durante
l’evento si è discusso sul turismo e lo sviluppo socio-economico, su un turismo sempre più
sostenibile dal punto di vista economico, sociale e ambientale, con un’attenzione specifica
alle opportunità di crescita per le comunità locali, garantendo stabilità delle condizioni
economiche e di sicurezza nel tempo.

E inoltre sulla digitalizzazione, sulle potenzialità di questa tecnologia che sta trasformando
radicalmente il modo in cui viaggiamo e organizziamo il turismo.
Per quanto di rilevante interesse il documento discusso nell’evento di Firenze, gli obiettivi
prefissati trascurano le problematiche complesse, i disagi, gli effetti negativi che l’industria
del turismo provoca alla vivibilità e alla cultura locale.
Quello a cui assistiamo è lo spostamento, per interesse culturale, curiosità, fini di svago,
riposo, di grandi masse di individui, fenomeno ampiamente diffuso fino a creare condizioni
di disagio sul territorio urbano e alle comunità ospitanti.
Sebbene giustificabile il bisogno di evasione che spinge queste popolazioni in movimento
verso località diverse da quelle d’origine, bisogno inteso come momento di fuga dalla
quotidianità, questo processo deve adeguarsi alle reali situazioni del luogo, tener conto
delle consuetudini della gente adottando una politica di prevenzione e di regolamentazione
del fenomeno. Una politica che deve garantire l’efficienza organizzativa delle risorse
pubbliche disponibili, nonché la difesa dei diritti sociali della popolazione ospitante, primo
tra tutti il diritto alla città.
Il turismo è un addensato di attività e servizi a carattere polivalente; una sfida complessa,
difficile da affrontare se ai problemi reali che questa attività manifesta sia nella
pianificazione che nella organizzazione strutturale, vanno a sommarsi le azioni, gli intrecci
di gruppi non sempre qualificati che operano nel settore, manifestando superficialità,
improvvisazione, scarsa conoscenza dei meccanismi in materia di gestione turistica che la
comunità locale è costretta a subire.

E’ un tema spinoso, un insieme di problematiche che bisognerà affrontare creando una
voce plurale e potente di critica al modello attuale.
L’incidenza di questi problemi nelle diverse città non è omogenea, poiché spesso dipende
direttamente dal grado di turistificazione che l’estensione turistica produce e dalle capacità
ricettive ed organizzative impiegate.
Matera, entrata nel circuito turistico internazionale con i Sassi, insediamento umano di
interesse artistico-culturale, modello urbano in cui urbanistica e architettura si fondono in
quella che Bruno Zevi definisce – Urbatettura – , affronta gli stessi problemi e disagi di
altre località turistiche coinvolte in questa attività.
Da molti anni la città è invasa da una folla di turisti attenti, da una ingente massa di gitanti
e di croceristi interessati ai Sassi come Monumento piuttosto che come Documento.
Presenze più che curiosi visitatori, una sorta di invasione che relega ai margini fisici,
economici e sociali i residenti e che per la loro fugace apparizione non sono portatori di
flussi di reddito, non riescono a stabilire relazioni sociali, aprire un dialogo, a creare
benessere sociale.

Tale fenomeno determina la modificazione del concetto di cultura intesa come prodotto
umano che consente alle persone di entrare in contatto tra loro e condividere esperienze,
oltre a presentare problemi specifici legati ai bisogni, ai diritti irrinunciabili della comunità.
L’aumento della precarizzazione del diritto all’alloggio, provocato dall’acquisto massivo di
immobili e destinati al mercato turistico – Il processo della gentrificazione risultato di una
strategia promossa dal mercato, spesso ignorato, sottaciuto, sostanzialmente
speculativo associato all’arrivo di gruppi ad alto reddito, causa di svuotamento di
settori urbani per l’allontanamento di gruppi a reddito più basso in una evidente violazione
dei diritti sociali della popolazione – l’aumento dei prezzi e la proliferazione di attività
turistiche slegate dai bisogni delle popolazioni locali – la massificazione di strade e piazze
che rende difficile la vita quotidiana dei residenti – l’alta dipendenza dell’economia
locale dal settore turistico, con tendenza alla monocultura – la precarizzazione delle
condizioni lavorative della popolazione con le peggiori condizioni di lavoro, sono alcuni
degli effetti negativi che l’industria turistica incontrollata produce sulla città, sul territorio,
sulla comunità. Sono tematiche da affrontare per il futuro della città, per un’azione di limiti
e regolamentazioni del fenomeno, per la deturistizzazione dell’economia della città, per
incentivare altre economie più eque dal punto di vista sociale e ambientale.

Nel Rapporto su Matera (siamo nel 1970) Aldo Musacchio, pur riconoscendo le possibilità
della città di divenire centro di attrazione turistica, allertava l’ignara classe politica … a non
sottovalutare il rischio che si corre a progettare una turisticizzazione globale di Matera e
convertirla in bene di consumo, espropriando la collettività locale dall’uso delle strutture
urbane. … Processi del genere, sostiene il sociologo, non possono e non debbono
divenire alternativi rispetto a prospettive di sviluppo più durature e portatrici di flussi di
reddito aperti ad una più ampia piattaforma sociale.
Sia ben chiaro il turismo è senza dubbio un importante evento culturale ma è anche una
fonte di reddito precario, aggiuntivo.
Le considerazioni fatte non si pongono astrattamente contro il turismo. Sono una voce di
critica, una spinta per la valorizzazione del capitale umano, per un turismo che offra
opportunità di lavoro stabile, per un turismo più curioso e attento, più efficiente, sostenibile
e inclusivo, per la condivisione di esperienze a contatto con la comunità locale.
Non ci è dato sapere se sarà possibile poter coniugare i diritti sociali e i bisogni della
comunità con le richieste economiche, a dir poco irrinunciabili, di coloro che operano
nell’attuale modello turistico.
Nonostante la città si trovi immersa in questi rapidi processi di turistificazione, si può
ancora aspirare a politiche di prevenzione e di controllo del fenomeno.
Di certo, nel mondo contemporaneo in cui la gestione, il tatticismo, la governance hanno
soppiantato la politica classica, la strategia, è sicuramente difficoltoso recuperare un
modello che possa favorire un turismo alternativo.
E’ questa la sfida che si offre agli amministratori, agli operatori, ai gestori di attività (ma
d’altronde a tutti) che più sono responsabili degli effetti negativi causati da questo
fenomeno sulla città e sulla comunità.
Una sfida per un’esperienza turistica di qualità, inclusiva, rispettosa dei diritti, delle
necessità della comunità, per la lotta alla turistificazione globale della città e del territorio.”  architetto Gianni D’Alessandro
Matera 04/2025

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