venerdì, 7 Febbraio , 2025
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Tensione al C.A.R.A di Matera, dopo un incidente stradale

Una pentola a pressione che ribolle e basta poco per far saltare il coperchio, se non si hanno capacità di controllo e senso di responsabilità nel gestire l’ordine pubblico. Lo conferma quanto accaduto nella serata mercoledì 26 agosto al Centro richiedenti asilo (C.A.R.A) gestito dalla società Auxilium e ospitato nel Fast Motel di borgo La Martella (Matera).

Qualche vetrata in frantumi, il tavolo da ping pong finito in strada insieme a cassette di mele e bottiglie d’acqua e Polizia e Carabinieri, con Corpo Forestale e Vigili del Fuoco impegnati a monitorare la situazione e a calmare gli animi di una parte esagitata degli immigrati, che intorno alle 19.00 aveva raggiunto uno dei tornanti della Matera- Picciano dove era stato investito un nigeriano di 25 anni.

Quest’ultimo,ricoverato per traumi vari al Policlinico di Bari,  tornava in bici verso La Martella e procedeva- dalla ricostruzione fatta dagli inquirenti- in discesa nella stessa corsia da dove proveniva, diretta a Matera, una Fiat Multipla, condotta da un giovane del luogo.

Un urto tremendo che ha ferito gravemente il ciclista, a giudicare dal sangue sull’asfalto. L’autista del mezzo si è fermato chiedendo i soccorsi, con l’arrivo del 118 e dei Vigili del Fuoco.

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Ma sul posto sono giunti anche altri ospiti del C.A.R.A che avrebbero inveito e circondato il conducente e gli stessi soccorritori. Una situazione incandescente, ad alta tensione, che ha consigliato l’arrivo sul posto di Polizia e Carabinieri, tanto da bloccare la strada per oltre due ore.

Gli immigrati, una trentina, alcuni dei quali con pezzi di tavola in mano, sono stati invitati a tornare verso il C.A.R.A dove il tam tam di quanto era successo era stato comunicato con i telefonini.

La paziente azione mediatrice della Polizia, in particolare la responsabile delle Volanti dottoressa Maria Concetta  Piccitto, ha consentito di far attenuare la pressione, nonostante l’intransigenza di alcuni – e sottolineamo questo aspetto- degli immigrati appartenenti a varie etnie, forti di una legislazione garantista nei loro confronti.

Solidarietà, comprensione, ma non si può inveire contro le forze dell’ordine ripetendo con fare minaccioso ”No, cameras, no cameras!”  Non ci riprendete. E perchè mai? Fanno il loro dovere per garantire quanti vivono nella legalità.

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Già, perchè gran parte di essi sono in fase di riconoscimento e non è mica facile ricostruire la loro identità, se nei Paesi di provenienza l’anagrafe nemmeno esiste.

A Matera sono di passaggio, vogliono andare altrove  ripetendo frasi comprensibili  come ” Roma Free, Bologna free ecc..” o all’estero, per raggiungere famiglie o connazionali.

Ma all’estero, vedi Inghilterra, Francia, proprio non li vogliono e la patata bollente continua a restare da noi con tutti il peso e il rischio che la cosa comporta.

Chiedono di velocizzare l’iter amministrativo di identificazione, non sempre facile per i motivi detti sopra e per l’arrivo continuo di altri sventurati, di potenziare le corse bus per la città (problema comune ai residenti dei borghi La Martella e Picciano), di potenziare la illuminazione sulla vecchia provinciale e di ricevere un vitto migliore. Questioni che riguardano Ministero degli Interni, enti locali e gestori della struttura.

Gli immigrati, un centinaio, trascorrono la giornata in albergo. Alcuni vengono in città a piedi, in bici o in bus. Poche le opportunità di lavoro, ma il legislatore accanto alle garanzie di ospitalità, a spese del contribuente, deve prevedere iniziative per impiegare gli immigrati in opere  di pubblica utilità . Il dibattito in corso nel Paese lo conferma.

Sul posto anche attivisti della Lista Salvini, che in campagna elettorale avevano sollevato le incongruenze del  problema della immigrazione .

La situazione, poi, è stata ricondotta sotto controllo. Ma il Paese deve cambiare rotta, altrimenti finiremo alla deriva. Accoglienza sì, ma con garanzie, rispetto delle regole e della legalità e risposte conseguenziali con quanti non le rispettano.

 

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