mercoledì, 9 Luglio , 2025
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Scuola infanzia ex Onmi in memoria di don Mauro Padula

L’edificio di via Gramsci , per tanti anni asilo nido, ormai è ultimato dopo gli interventi di riqualificazione e a breve rientrerà nella fruizione pubblica. Sarebbe giusto, per quanto fatto in quella struttura per tanti anni, che venisse intitola al dottor Mauro ” don Mauro” Padula, medico materano, ricercatore nonchè studioso con la moglie Camilla di storie e vicende locali, come testimonia la corposa e diversificata pubblicistica realizzata nel tempo. Generazioni di bambini della città dei Sassi,infatti, lo hanno avuto come medico pediatra e altrettanti hanno fruito dei servizi e dell’organizzazione attivata all’interno dell’asilo dell’Opera nazionale maternità e infanzia . Quel vasto e moderno fabbricato dell’Omni, l’istituzione di assistenza istituita nel 1925 dal fascismo per la tutela della madre e del bambino, ha funzionato per gran parte della Prima Repubblica fino al 1975 per poi confluire nel demanio del Comune di Matera, che l’ ha gestito dapprima in maniera diretta e poi in gestione a privati con la cooperativa ”Jan Patocka”. Il segno dei tempi ha consigliato poi, dopo quasi 10 anni di abbandono, di attivare progetti di intervento e riqualificazione e messa a norma non più rinviabili. L’appalto con un mix di fondi (bilanco comunale, fondi regionali e finanziamenti da Fsc con accordo programma Regione Basilicata) con un importo a base d’asta di 1.400.000 euro, fu aggiudicato nel luglio 2015 all’impresa Tala costruzioni. E ora la vigilia, si auspica breve, della riapertura. E’ senz’ altro una struttura nuova al servizio del centro cittadino, che ha subito negli ultimi anni una forte urbanizzazione. I bimbi in giro si vedono, a cominciare dal ”boschetto” come continuano a chiamarlo i materani e come piaceva chiamarlo il dottor Padula. E del resto tanti segni e la storia di quel luogo parlano della presenza e del ruolo svolto da una persona affabile, comprensiva,sensibile, pronta a ripiegarsi su qualsiasi problema, con quel modo di muoversi proprio di quei materani pronti rimboccarsi le maniche e per due volte, come ricordano alcuni, quando si trattava delle esigenze dei piccoli. Le pagine in bianco e nero di schede sull’asilo ex Onmi di via Antonio Gramsci sono una miniera di dati, percorsi,protocolli di buone pratiche di politica della famiglia pensate per contrastare una mortalità infantile diffusa e per favorire l’incremento demografico. Politiche per la famiglia che, è un dato oggettivo, mancano nel BelPaese e i risultati di questo disagio e di questa carenza si vedono e contrastano con le ”liberalizzazioni” e le ”inconcludenze”, miste a paternalismo e a opportunismo, sull’immigrazione che vedono l’Italia ….abbandonata dall’Europa. Davvero un pessimo esempio di integrazione europea. E gli italiani? L’ex asilo dell’Omni serve a far riflettere sulle cose fatte da un regime, che in questo campo operò con lungimiranza, e che negli anni della storia repubblicana non ha investito nel futuro delle giovani generazioni. Il dato è questo. Ma aldià delle valutazioni politiche e sociali valgono le considerazioni su una esperienza e su un contesto, che portò Matera ad essere tra i centri più attivi nei progetti di assistenza alle madri e ai bambini.

Citiamo,in proposito, le riflessioni e gli studi svolti dalla ricercatrice Anna Cristina Ventura che, non appena ha saputo della conclusione dei lavori sull’edificio di via Gramsci, ha tirato fuori i suoi studi sulla edilizia dell’infanzia. ” Immediatamente -dice Anna Cristina Ventura- è riaffiorato nella mia mente un lavoro di ricerca di alcuni anni fa sull’architettura dell’infanzia in città che mi ha portato a conoscere la storia di questo luogo. Ne è derivata quella consapevolezza che in un attimo ha fatto balenare l’idea di rendere nota questa storia a quanti la ignorano. Siamo a Matera Capitale della Cultura 2019 e noi tutti dovremmo essere abitanti culturali e come tali conoscitori del patrimonio identitario dei luoghi che abitiamo e abitualmente frequentiamo. La scuola di via Gramsci ha sicuramente una sua identità storica e sociale degna di condivisione da parte di tutte le nuove generazioni che è destinata ad accogliere e formare”

E quale modo migliore, evidenzia la ricercatrice, vi può essere che fondare questa formazione sulla storia passata per generare un futuro consapevole e migliore!Due medici, attivi in settori diversi, come Mauro Padula Rocco Mazzarone (a quest’ultimo è dedicato il Centro diurno di via Lazzazzera) segnarono la vita dell’asilo ex Onmi.

“Nelle linee Linee Guida per l’Edilizia Scolastica del MIUR -a ggiunge Anna Cristina Ventura- già da qualche anno si parla di “architettura educativa” e di “spazio che deve insegnare” e nel nostro caso l’occasione della ripartenza dell’attività didattica in questo luogo diventa opportunità per ricordare la nascita dell’ONMI (Opera Nazionale Maternità ed Infanzia) il 18 Luglio del 1951 e, in particolare, la figura di don Mauro Padula Direttore Sanitario e responsabile dell’ambulatorio di pediatria della struttura materana, che supportato dal sostegno del dott. Rocco Mazzarone, direttore del Dispensario Antitubercolare di Matera, tanto ha dato a questo luogo in termini di professionalità, di innovazione della profilassi e dei servizi di protezione della mamma e del bambino (a questo scopo furono appositamente reclutate e impiegate le cosiddette “nipiologhe”, moderne puericultrici), ma anche degli spazi (con relativi arredi) destinati ad accoglierli. Questo accade nel secondo dopoguerra e in un momento ancor più difficile per la comunità materana che in quel periodo vive il drammatico sfollamento degli storici Rioni Sassi (Legge speciale per il risanamento dei Sassi, 1952). Ecco, oggi che questa scuola riparte in quel medesimo luogo dove ha avuto inizio la sua storia , mi piacerebbe che si ricordasse che quei bambini descritti qualche anno prima da Carlo Levi poveri, malati e maltenuti… seduti sull’uscio delle case, nella sporcizia, al sole che scottava, con gli occhi semichiusi e le palpebre rosse e gonfie; le mosche si posavano sugli occhi e quelli pareva che non le sentisserocoi visini grinzosi come dei vecchi, e scheletriti dalla fame; i capelli pieni di pidocchi e di croste… pance gonfie, enormi, e la faccia gialla e patita per la malattia” a distanza di qualche anno, potevano essere accolti sin dalla nascita insieme alle loro madri nella Casa della Madre e del Bambino di via Gramsci, dove ricevevano le adeguate cure ed erano educati ad uno stile di vita alimentare idoneo e salutare”. Ma una struttura va avanti, diventa affidabile e punto di riferimento e di ”sicurezza ” per una comunità se non ci sono risorse umane con la tempra giusta che ”volentieri” sottraevano tempo alla famiglia, ai propri figli, per dedicarli a quelli di altre famiglie come Mauro Padula.”Tutto questo -evidenzia la ricercatrice- grazie all’impegno e all’ostinazione di un “piccolo” uomo, altrettanto grande nella cultura medico-sanitaria e umana che aveva colto la necessità di ripartire da loro per ricomporre la trama del tessuto sociale materano. Per questo ritengo giusto e doveroso intitolare a lui la scuola che riparte rendendola così un’architettura in grado di parlare ed educare attraverso l’opera e l’esempio di quest’uomo, rilanciando, nel contempo, in termini di concretezza ed efficacia, lo slogan della cartolina inaugurale dell’ONMI che così recitava: “Tutti gli uomini di oggi per tutti gli uomini di domani”. Giriamo la richiesta al sindaco , al consiglio comunale e sopratutto alla città e a quanti hanno a cuore il ricordo e l’opera, e sono tanti, di quelli che hanno contribuito a farla crescere con piccoli ma concreti gesti quotidiani.

 

 

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