lunedì, 9 Settembre , 2024
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Sangiuliano e dintorni

Neanche negli incubi da un’abbuffata serale di peperoni Sangiuliano Gennaro avrebbe potuto vivere la figura di merda che lo consegnerà ai posteri. Sarebbe ingeneroso dire oggi che un tale pavoncello presuntuoso e inconsistente non poteva che collezionare figuracce; rimane però da constatare che il “governo del merito” non aveva trovato di meglio per una carica così importante in un paese con un patrimonio culturale come il nostro. E che, a suo dire -del governo del merito- non c’è neppure la scusante che il Gennaro fosse voluto a furor di popolo dagli elettori. Trattasi infatti di un trombato nelle passate elezioni.
Ciò nonostante, l’esigenza di strappare l’eggemonia culturale ai combagnucci ingombeva e quindi con la benedizione della statista della Garbatella, Gennarì ci ha dato dentro e fuori. Cominciando nientemeno con l’arruolamento di Dante, stabilendo che non può dirsi antifascista chi non è anche anticomunista, ecc.
Ora il Sangiuliano dal meraviglioso aplomb, specialmente quando si tira su i pantaloni come un melonaro di Forcella, rischiamo di perderlo a causa di una donna malamend e dal core ‘ngrato.
E vabbuono: quando le cose devono succedere, succede pure che possano capitare. Ma questa vicenda come le favole di Esopo ha contiene anche un insegnamento.
Sangiuliani di tutto il mondo! Le bocce sceglietele più piccole, discrete e meno accessoriate in senso lato e traslato. E non esibitile come prove di non si sa che cosa. Anche perché al momento giusto ci penseranno loro a far sapere a tutti come è andato il fatto e come va il mondo.
A rischio di diventare “questa persona”, la dama bionda, la tenditrice di trappole quando se ne parla in pubblico e si può immaginare come quando lo si fa in privato. Con i più intrepidi difensori di Gennariello che fanno notare che se, invece di una lussureggiante biondona, la Boccia fosse stata una trans, tutto questo scandalo non si sarebbe sollevato. E qualcun altro, fra cui lo stesso ministrello, che dice alludendo ad altre dame e bocche a forma di cuore: e allora Salvini e allora Franceschini.
Come alle elementari di un tempo quando i bambini si facevano la pipì addosso e ogni incriminato gridava: anche lui.
Quante Boccia ci sono nei luoghi del potere? Quante vi si sono intrufulate grazie a patron meno imbranati e antipatici del povero Sangiuliano? Dubito che verranno mai fuori e credo che il bailamme dei nostri giorni servirà a raffinare il sistema. Come aveva fatto la tangentopoli dei tempi di Dipietro che ha reso la corruttela più raffinata mentre la nuova (?) stagione politica nega perfino che una tangentopoli ci fosse stato.
L’Italia è un grande paese perchè dimentica tutto.
Cristoforo Magistro
Cristoforo Magistro
(Montescaglioso 1949), è laureato in lettere e ha insegnato Italiano e Storia nei corsi di scuola media per adulti a Torino. Appassionato di storia regionale, si è interessato al brigantaggio, all’emigrazione transoceanica, alla figura di Francesco Saverio Nitti, al fascismo e alle lotte per la terra del secondo dopoguerra. Vari suoi saggi e articoli si possono leggere sulle riviste Bollettino Storico per la Basilicata, Basilicata Regione, Mondo Basilicata e su libri di autori vari (Soveria Mannelli 2008: Villa Nitti a Maratea. Il luogo del pensiero; Torino 2009: Dalla parte degli ultimi. Padre Prosperino in Mozambico; Potenza 2010: Potenza Capoluogo (1806-2006)). Ha curato inoltre mostre foto-documentarie sull’emigrazione italiana, sugli stranieri in Italia, sulla vita e l’opera di F. S. Nitti, sulle donne al confino e sul confino degli omosessuali nel Materano. Quest’ultima è stata presentata finora in una quarantina di città e ultimamente a Firenze e a Cagliari nelle sedi regionali. Ampliando la ricerca sul suddetto o tema ha poi pubblicato il libro Adelmo e gli altri. Confinati omosessuali in Lucania (ombrecorte, Verona 2019) andato presto esaurito. Ha poi svolto un’ampia ricerca sugli stupri commessi nella regione negli anni del grande brigantaggio  e sui femminicidi e gli omicidi commessi da donne. L’una e l’altra sono in speranzosa attesa di pubblicazione.
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