“Il consiglio dei ministri dovrebbe varare mercoledì prossimo la possibilità di “licenziare entro 48 ore chi viene beccato a timbrare il cartellino e andarsene”. E’ quanto annunciato, sabato, partecipando a una cerimonia alla Reggia di Caserta, Matteo Renzi, ripetendo quanto già detto venerdì al Tg5.
Per una volta, se alle parole seguissero i fatti (anzi gli atti legislativi), saremmo d’accordo in toto con Renzi. Cosa che chi ci segue sa che non è cosa abituale.
Però se per davvero si mettesse fine a questa vergogna che le inchieste della magistratura e le immagini della TV spesso ci documentano gli saremmo davvero grati.
E lo diciamo da pubblico dipendente, quindi non da nemico di chi lavora nel pubblico impiego, che però (insieme a tanti altri) è stanco di essere accomunato a questa immagine di nullafacenti che spesso sono i protetti della politica stessa.
Quando ad esempio “Striscia la notizia” documentò che taluni dipendenti della Prefettura di Matera timbravano e andavano via quali conseguenze costoro hanno subito? E gli impiegati del Comune di San Remo e quelli del museo di “Arti popolari” di Roma? Tutti filmati mentre timbravano e andavano via a fare le proprie faccende? Stanno ancora lì al loro posto? E’ un’indecenza.
E il fatto che i sindacati non abbiano mai assunto come prioritaria questa tutela della immagine del lavoratore pubblico macchiata da questi comportamenti è stato un clamoroso errore. Perché questo andazzo e gli episodi che lo hanno spesso documentato hanno creato il terreno fertile per tutti gli altri attacchi ingiustificati, ingenerosi e generalizzati che sono piovuti negli ultimi decenni (da Brunetta in su) all’intera categoria dei pubblici dipendenti.
Non si può negare che tanti dipendenti del pubblico impiego non intendano il loro come un vero e proprio “lavoro”. Ma la colpa non è solo loro ma di chi “sta sopra”. Del livello dirigenziale spesso colluso e compiacente di una politica che li vuole succubi e clienti.
Al pubblico dipendente, per le funzioni che deve garantire alla collettività, andrebbero garantite tutele serie rispetto ad una autonomia dalla politica ma con penalizzazioni severe rispetto a violazioni di leggi e norme a cui solo dovrebbero rispondere.
Ma così non è e la confusione al momento è grande con una politica sempre più di bassa qualità ai diversi livelli istituzionali che ingerisce pesantemente nella gestione da cui sarebbe per legge esclusa. E sindacati che hanno quasi abbandonato il campo (non vigilando nemmeno su propri rappresentanti là dove si trasformano in lacchè degli aministratori di turno)
Nel mentre i problemi sono enormi con il blocco del tourn over, il blocco dei contratti, una illegalità diffusa e la incertezza totale.
Ciò non toglie che per dignità su alcune questioni di base, come la presenza sul posto di lavoro, ci debba essere un rigore condiviso.
E’ pertanto stucchevole e porta acqua al mulino dei nemici del lavoro pubblico la presa di posizione di taluni sindacalisti contro questa norma annunciata, associandola al mancato rinnovo contrattuale.
Sono cose diverse.
Bene questa norma che deve fissare bene uno dei doveri fondamentali di chi prende lo stipendio con il danaro di tutti i cittadini .
E contestualmente lotta feroce per il rinnovo del contratto e tutte le altre rivendicazioni della categoria.
I lavoratori seri e il sindacato sarebbero molto più forti.

Iscritto all’albo dei giornalisti della Basilicata.
Parole sante.argomento spinoso. Ma c’e un sindacato trasversale dei fannulloni che continua ad alimentare le pagine di cronaca. Andrebbe sciolto con una ordinanza. Ma il Belpaese si bea di un certo malvezzo. I fannulloni e i profittatori vanno mandati a casa. Facciamo lavorare tanti giovani volenterosi, che aspettando da troppo tempo… Renzi sia conseguenziale.