Riceviamo e pubblichiamo una lettera aperta inviataci dal proprietario di una azienda agricola che insiste nell’agro della diga di San Giuliano (che ha chiesto esplicitamente l’anonimato) e che da metà aprile scorso, quando la Provincia di Matera a seguito di caduta di detriti all’interno di una galleria, ha provveduto cautelativamente alla chiusura al transito della strada provinciale 26, lamenta di subire disagi e “gravi ripercussioni sulle nostre attività quotidiane” oltre che in generale “sull’economia locale”. Ma soprattutto viene stigmatizzata la mancanza di notizie in merito alla evoluzione della situazione e ai tempi che saranno necessari per ripristinare l’agibilità delle Galleria Catenazzo e della SP 26. Immaginiamo che la struttura tecnica e il Presidente della Provincia di Matera, Francesco Mancini, potranno fornire le informazioni richieste utili non solo all’interpellante ma a tutti gli interessati a questo blocco momentaneo della viabilità intorno all’invaso di San Giuliano. Ecco a seguire la nota che abbiamo ricevuto.
Lettera aperta di un cittadino esasperato: “La SP 26 chiusa da settimane, la diga di San Giuliano isolata. Basta silenzi!”
“Sono un cittadino, un agricoltore, un imprenditore rurale. Possiedo un terreno agricolo nei pressi della diga di San Giuliano, un luogo che dovrebbe essere simbolo di bellezza, natura e accoglienza. E invece, da oltre due settimane, è diventato un simbolo di abbandono e disinteresse istituzionale. Dal 16 aprile, la Strada Provinciale 26 “Destra San Giuliano” è chiusa al traffico a causa della caduta di detriti all’interno della galleria Catenazzo. La chiusura è stata disposta con ordinanza n. 12-25 dal dirigente dell’Area Tecnica della Provincia di Matera, Pasquale Morisco, per eseguire accertamenti tecnici e lavori di messa in sicurezza. Da allora, il silenzio. Nessuna comunicazione, nessun aggiornamento, nessuna previsione di riapertura. Nel frattempo, noi cittadini, agricoltori, operatori turistici, siamo costretti a percorsi alternativi lunghi e disagevoli, con gravi ripercussioni sulle nostre attività quotidiane e sull’economia locale. La diga di San Giuliano non è solo un invaso: è un’area naturalistica di pregio, un’oasi faunistica, un luogo di turismo sostenibile. Proprio qui è stata recentemente inaugurata la “Ciclovia Giuliana”, un percorso ciclabile che collega la Cripta del Peccato Originale alla diga, con un investimento di 950mila euro. Ma a cosa serve investire in infrastrutture turistiche se poi le strade di accesso vengono chiuse e dimenticate? Le istituzioni regionali hanno annunciato stanziamenti per la viabilità provinciale: 24 milioni di euro per la Provincia di Matera. Ma questi fondi non devono restare sulla carta. Devono tradursi in interventi concreti, tempestivi, efficaci. Chiediamo alle autorità competenti: quando verrà riaperta la SP 26? Quali sono i tempi previsti per i lavori di messa in sicurezza della galleria Catenazzo? Perché non ci sono comunicazioni ufficiali ai cittadini? Non possiamo più tollerare l’inerzia e il silenzio. La nostra comunità merita rispetto, attenzione, risposte. La diga di San Giuliano e le aree circostanti non possono essere isolate per settimane senza che nessuno se ne preoccupi. Invitiamo tutti i cittadini, le associazioni, gli operatori economici a unirsi a questo appello. Facciamo sentire la nostra voce. Chiediamo trasparenza, interventi immediati, soluzioni concrete. Non possiamo più aspettare.” Un cittadino esasperato.

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