Era l’estate del 1975 e da poco aveva pubblicato il suo primo “45 giri” Rino Gaetano. Ma non ne sapevamo nulla a San Mauro Forte, quando “l’impresario” Rosario Volino -da noi soprannominato nel tempo “o fumm‘” dopo che ci aveva propinato un “effetto speciale” consistente in una nuvola di fumo in cielo su cui veniva proiettato il simbolo del PCI- e a cui ci rivolgevamo per qualche presenza extra (che costasse poco) alla annuale Festa de l’Unità- ce lo propose assicurandoci che era “uno bravo“. Fortunatamente gli credemmo, anche perchè ci costava solo 150 mila lire e avremmo dovuto aggiungere solo il service, un impianto voce che ci garantiva la federazione provinciale del “partito“. Prima che arrivasse la data della Festa (cinque giorni sempre intorno a ferragosto e sempre nella Villa comunale, dal 1973) ci capitò di ascoltare quel brano per radio e ci piacque. Quando arrivò il giorno che si doveva esibire, lui era già nei viali della festa affidato alla compagnia del nostro Giuseppe Casale, impareggiabile intrattenitore di ospiti, quando un imprevisto giunse come un fulmine. L’impianto non sarebbe arrivato più. E mo? Come si fa? Soluzione obbligata: cantare con il microfono collegato alle “trombe” usate sia per annunciare i comizi dalle auto che per parlare dai palchi. Tanto era lui e la sua chitarra. Disse subito di no. Ma poi si convinse e si esibì confermando .pur in questa condizione limite- la sua innata bravura. A fine esibizione riuscì anche abilmente a driblare la richiesta insistente di alcuni “compagni” anziani che volevano cantasse “bandiera rossa“. Poi panino, birra e quant’altro dal ristoro della festa, chiacchiere ed abbracci prima che ripartisse, con la promessa di rivederci a settembre a Firenze, alla Festa nazionale de l’Unità (che quell’anno si svolse al Parco delle Cascine dal 30 agosto/14 settembre) dove c’era in cartellone una sua esibizione. Li in effetti ci rivedemmo e quella fu l’ultima volta. Ma ci bastò per apprezzare lo spessore umano ed artistico di quello che è diventato (purtroppo per troppo poco tempo) una figura che ha segnato il panorama musicale italiano. Originale, mai banale, con quel suo apparente “non sense” che aveva, invece, molto ma molto senso, con quelle frasi/pennellate che costituivano gli affreschi che erano i suoi brani. In fondo lui diceva che “Io cerco di scrivere canzoni ispirandomi ai discorsi che si possono fare sui tram, in mezzo alla gente, dove ti rendi subito conto dell’andazzo sociale. Non voglio dare insegnamenti, voglio soltanto fare il cronista.” Ed infatti sono tanti pezzi di cronaca reale del tempo in cui ha vissuto. Tra essi c’è n’è uno attualissimo: “Nuntereggae più“. Una tra le più significative e irriverenti denunce sociali della storia della musica, pubblicato nel 1978 (momento in cui iniziava il cosiddetto “riflusso” dalla politica). Dentro ci sono tutti: dai politici corrotti ai programmi televisivi, passando per spose, stupratori, avvocati, cantautori, partiti politici, facendo nomi e cognomi delle personalità più influenti del tempo, senza paura o distinzioni, dagli Agnelli ai Pirelli. Racconta dell’Italia del tempo, quella della DC, PCI, PSI, di Andreotti, Craxi, Pertini, dei delitti di mafia come quello di Impastato, del crollo delle borse, dell’Italia che come denunciava in quegli anni Pasolini diventa «un paese sempre più stupido e ignorante». Il tutto declinato con la sua ricetta vincente di sorriso, sottile ironia e incredibili giochi di parole, fino a sfociare in un canto liberatorio. Risultato? Uno dei suoi brani più riusciti, in cui esplode quel senso di stanchezza dei “falsi miti” che cominciava a pervadere la società. Un brano di denuncia sociale e nel contempo di estrema disillusione che quanto sollevato potesse trovare un qualche ascolto (“Ma chi me sente?) da chi di dovere. Da allora le cose, purtroppo, sono peggiorate sempre più, con il suo pessimismo divenuto sostanzialmente chiaroveggenza. Oggi sarebbe stato il suo compleanno. Infatti, Rino Gaetano, al secolo Salvatore Antonio Gaetano, nasceva a Crotone il 29 ottobre del 1950 (morì poi a Roma in un incidente d’auto il 2 giugno 1981). Oggi avrebbe avuto 74 anni e chissà quante altre belle canzoni avrebbe cantato per noi.
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