Ragazze e mamme prese dalla bramosia di provarle tutte per la strada del successo, prima di mandare su facebook foto con abbigliamento intimo e pose ammiccanti, pensateci due volte…
Potrebbe essere l’inizio di una strada fatta di delusioni, ricatti e uso improprio della vostra vita sopratutto se le immagini riguardano minori.
Lo conferma la scoperta, da parte della Polizia Postale di Matera, di un trentenne della provincia coinvolto in uno strano giro di contatti sulle pagine facebook .
L’uomo, del quale non sono state fornite le generalità, contattava ignare adolescenti, in particolare, con richieste di foto per un provino da destinare al catalogo 2014-2015 della nota casa di abbigliamento intimo Yamamay.
Utilizzava uno pseudonimo, quello di Valentina Maran, sedicente gestore del negozio di Matera, attraverso impropriamente l’indirizzo di posta elettronica del marchio, rendendo tutto credibile con il rimando al sito parallelo della casa di lingerie e costumi da bagno, poi oscurato dopo la denuncia fatta sei mesi dalle minori.
La sedicente segretaria di redazione, dietro la quale si celava il trentenne, denunciato per truffa, detenzione di materiale pedopornografico e sostituzione di persona, millantava provini in corso per selezionare nuove modelle con la richiesta di foto in costume…
Le ragazze che hanno abboccato hanno ricevuto l’ invito per effettuare i provini e qualcuna, avvezza alle selezioni, si è anche premurata di chiedere se dovesse presentarsi truccata e portare scarpe con i tacchi.
Le prime 50 selezionate avrebbero ricevuto un compenso di 30 euro per ogni foto scattata con la prospettiva di essere le più ammirate nel catalogo Yamamay, con possibili ricadute (sfilate, contratti?) occupazionali.
Un inganno convincente, favorito dall’uso fraudolento di un link che realmente accedeva al sito Yamamay, ma risultato essere estraneo alla vicenda.
Il falso appuntamento per i provini era presso il negozio Yamamay della città di Matera, dove il gestore è caduto -come si suol dire- dalle nuvole.
Nessun provino, nessuna richiesta di foto e inesistente la fantomatica Valentina Maran.
Da qui le denunce,compresa quella del proprietario del negozio, e le perquisizioni che hanno portato a individuare e a denunciare l’autore della truffa fatta con altre persone.
Quanto alle centinaia di foto di minorenni saranno gli inquirenti ad andare a fondo sugli usi fatti e a risalire alle vittime, diffuse sul territorio nazionale.
Facebook, infatti, è un variegato e fornitissimo book fotografico e il protagonismo a tutti i costi ignora privacy e possibili usi e abusi.
Il lavoro di indagine condotto dalla Polizia Postale di Matera, guidata dall’ispettore superiore Filippo Squicciarini, ha consentito di individuare gli ”IP” possibili e di stringere il cerchio sul responsabile, che rischia fino a sette anni di reclusione.
Un futuro rosa…nero, dunque come i colori tra i più diffusi (oltre al rosso) della lingerie di tendenza.
