Commozione, gratitudine e un invito alla preghiera, a stargli accanto, nel nuovo e importante incarico che monsignor Salvatore Ligorio, vescovo per oltre 11 anni della archidiocesi di Matera Irsina è stato chiamato a ricoprire, su volontà di Papa Francesco, alla guida della Arcidiocesi di Potenza, Muro Lucano e Marsico Nuovo.
Subentrerà , in data da concordare,a mons Agostino Superbo presidente della Cei di Basilicata, a conclusione di un apostolato contraddistinto da situazioni difficili per la chiesa potentina sui problemi del sociale e delle polemiche mai sopite che hanno portato alla chiusura della chiesa della Trinità, dove venne ritrovato dopo 17 anni il cadavere della giovane Elisa Claps.
Monsignor Salvatore Ligorio è un “pastore’’ nel senso pieno del termine, sempre pronto al sorriso e al dialogo, è stato scelto da Santo Padre per queste sue qualità e non è detto che Papa Francesco non compia l’anno prossimo una visita in Basilicata.
“Vediamo – ci ha detto mons Ligorio, a margine del saluto ai presbiteri e ai giovani- dipende dal Santo Padre, in base ai suoi impegni, e poi occorrerà sentire gli altri vescovi….Poi il Papa decide, in base ai suoi impegni’’.
Già, Papa Francesco è imprevedibile ed è anche giusto che le Diocesi decidano insieme (due sono scoperte come la stessa Matera e quella di Acerenza). Le istituzioni regionali in altre occasioni hanno rivolto un invito ufficiale al Papa a visitare la Basilicata, ma finora non si sono create le condizioni perché ciò accadesse. Vedremo. Attendiamo,intanto, la data dell’ingresso e dell’insediamento a Potenza. Monsignor Ligorio potrebbe restare a Matera fino all’apertura dell’anno giubilare della Misericordia, l’8 dicembre.
Occorrono, invece, tre mesi per la nomina del nuovo presule a Matera. E qui la ridda di ipotesi lascia il tempo che trova: una soluzione lucana oppure una nomina ex novo con trasferimento da altra Diocesi. Deciderà lo Spirito Santo… Undici anni toccò a Monsignor Salvatore Ligorio. Lo ricordiamo proveniente dalla diocesi di Tricarico, dove fu nominato il 18 febbraio 1998, in occasione del suo ingresso a Matera il 24 aprile 2004 e a riceverlo ci furono anche i compaesani della sua Grottaglie (Taranto), dove nacque nel 194.
Ligorio fu ordinato sacerdote il 13 luglio 1972 e a Matera ha avuto moto di gioire per eventi importanti come la ufficializzazione della candidatura della Città dei Sassi a capitale europea della cultura per il 2019, a stare accanto a tante situazioni di disagio, di precarietà e di indigenza e di crisi del settore produttivo. La partecipazione alle ricorrenze del 1 maggio nel Paip di Matera, accanto ai lavoratori e agli imprenditori o il sostegno allo sciopero della fame degli agricoltori del Metapontino, penalizzati da calamità e dalla crisi sono alcune delle testimonianze più vero di un impegno, che lo portato a visitare tutte le parrocchie della archidiocesi.
Ma ricordiamo anche gli appelli e gli auspici per riaprire al culto la cattedrale di Matera, ‘’casa’’ di Maria Santissima della Bruna patrona di Matera e della diocesi di Matera-Irsina. A Natale uno spiraglio si aprirà e in primavera la conclusione di una attesa, per restauri, durata quasi 13 anni. Tante le soddisfazioni che lo hanno ripagato, come ha ricordato nell’incontro con i presbiteri ( e tra di loro molti giovani) e nel saluto con mons Pierdomenico Dicandia, vicario della Arcidiocesi di Matera-Irsina.
“Ho ricevuto – ha detto mons. Ligorio – tanto dai presbiteri, in particolare da quelli ammalati perché hanno saputo darci fiducia. Ringrazio i giovani sacerdoti: se ci sono nuove vocazioni è perché è una Chiesa che prega, e quindi con la comunità preghiamo tutti insieme’. Un invito rivolto, come leggerete nella lettera di saluto alle comunità di Matera e Potenza a “pregare per me e di accogliermi nel vostro cuore“.
Una parola di stima e di ringraziamento anche per i giornalisti e per il positivo rapporto sul piano personale e istituzionale, che ha contraddistinto l’apostolato. Buon lavoro mons. Ligorio.
LA LETTERA DI SALUTO AL CLERO E ALLA COMUNITA’ MATERANA
Ai sacerdoti, ai diaconi, ai consacrati/e, alle famiglie, ai fedeli laici,
alle autorità e a tutti i cittadini dell’amata Arcidiocesi
di Matera-Irsina
Carissimi,
il Santo Padre, nella sua benevolenza, ha voluto chiamarmi ad un nuovo servizio nella Chiesa di Dio come Arcivescovo dell’Arcidiocesi di Potenza – Muro Lucano – Marsico Nuovo. Ringrazio papa Francesco per questo atto di fiducia verso la mia persona affidandomi un incarico di particolare rilevanza e delicatezza nella principale Diocesi dell’amata Basilicata. A lui va tutta la mia riconoscenza.Nell’accingermi ad assumere questo nuovo incarico, che ho accolto non senza trepidazione e qualche timore, con la speranza di poter corrispondere alle aspettative, il mio pensiero più affettuoso va però ora, in primo luogo, a tutti voi cari sacerdoti, diaconi, consacrati e consacrate, fedeli tutti, autorità e cittadini dell’amata Arcidiocesi di Matera- Irsina. In questi undici anni di ministero non so se sono riuscito ad esprimere tutto il bene che ho voluto a questa Chiesa e a ciascuno di voi, ma certamente posso attestare di aver ricevuto da voi tantissimo in stima, affetto e soprattutto in testimonianza di generosa sequela del Signore Gesù, di amore alla Chiesa e di carità verso il prossimo. Sono stato sempre edificato dalla fede genuina, dalla forte speranza e dalla carità sincera che ho trovato in tutti e in particolare tra i più semplici e umili. Il cammino pastorale, percorso insieme, i tanti incontri nelle parrocchie, con le aggregazioni laicali, nella società civile ed anche nelle case, soprattutto in occasione della Visita Pastorale, rimarranno indelebili nel mio cuore e nella mia mente. Ringrazio voi carissimi sacerdoti per la grande disponibilità a collaborare e per i tanti momenti condivisi assieme, a partire dalla Messa Crismale, gli incontri mensili del clero, i percorsi formativi con i preti giovani, il lavoro nelle Zone, le numerose ordinazioni, e i tanti colloqui personali che mi hanno edificato, anche quando si trattava di affrontare problemi e difficoltà. Del pari, porterò sempre con me un vivo ricordo della visita pastorale canonica.Un grazie sincero e grato a voi diaconi permanenti ed ai candidati a questo ministero e alle vostre famiglie; abbiamo aperto per la Diocesi una nuova esperienza, auguro che possiate servire sempre meglio la Chiesa diocesana. Non potrò dimenticare la speciale grazia che il Signore ha fatto a questa Chiesa con i numerosi seminaristi che si formano nel Seminario Regionale. Ho cercato di essere presente sia nella vita delle comunità parrocchiali, che nei luoghi quotidiani del vivere umano, come le fabbriche, le scuole, gli ospedali, le Istituzioni, la nostra Casa per anziani “Mons. Brancaccio” e la Casa Circondariale. Mi scuso se a volte posso aver deluso le aspettative di qualcuno. Ho cercato di servire il bene comune nella fedeltà al Vangelo e al Magistero della Chiesa. Non mi sono sottratto al dialogo e al confronto e ho sempre nutrito rispetto anche verso chi considero come frequentatore del “Cortile dei Gentili”.Spero che i progetti pastorali, maturati in occasione dei Convegni diocesani, soprattutto verso la famiglia, con i relativi cammini che cercano di tradurre e di incarnare gli orientamenti pastorali della C.E.I. per il decennio, “Educare alla vita buona del vangelo”, restino come contributo prezioso per la crescita pastorale di una Chiesa che cammina sotto lo sguardo benevolo della sua Patrona la Madonna della Bruna. A lei abbiamo da poco rinnovato l’affidamento di Matera “Civitas Mariae”, nel 60° della ricorrenza.In questi anni, purtroppo, abbiamo assistito all’aggravarsi della crisi economica, ma si è anche accresciuto l’impegno solidaristico della comunità ecclesiale, in modo speciale con i progetti della Caritas Diocesana e delle Caritas parrocchiali, con la Mensa “Don Giovanni Mele” e delle tante realtà caritative presenti in diocesi e nelle parrocchie. Porterò sempre con me anche il ricordo dell’impegno corale profuso per la riapertura della Cattedrale, gioiello di fede e arte, e del restauro della Concattedrale di Irsina, assieme alla costante attenzione per il recupero e la valorizzazione dei beni culturali ecclesiastici. Potrei citare tante altre cose che abbiamo insieme realizzato, frutto della partecipazione di tanti e della benevolenza divina.Non posso non esprimere, in questa circostanza, un vivo ringraziamento ai media locali, sempre attenti e corretti nei confronti della Chiesa locale e del suo Pastore.Sentimenti di vivissima gratitudine desidero esprimere in fine, ai più stretti collaboratori, che ho sentito sempre vicini e disponibili, pronti a condividere gli impegni e le responsabilità pastorali.Ho cercato con i miei limiti di farmi “tutto a tutti” (1Cor 9,22), esortando e incoraggiando tutti a vivere con coerenza una vita cristiana gioiosa e generosa, pur nelle inevitabili difficoltà. Vi assicuro che vi porto tutti nel cuore, e spero di poter anch’io rimanere un po’ nel vostro; confido sul vostro ricordo nella preghiera.
Vi benedico con paterno affetto. + Salvatore Ligorio
Arcivescovo
E QUELLA ALLA COMUNITA’ DI POTENZA
Ai sacerdoti, ai diaconi, ai religiosi, alle religiose e ai fedeli laici
dell’Arcidiocesi di Potenza – Muro Lucano – Marsico Nuovo
Matera, 5 ottobre 2015
Carissimi,
accolgo nella fede la chiamata di papa Francesco a svolgere il ministero episcopale tra voi, nell’Arcidiocesi di Potenza – Muro Lucano – Marsico Nuovo Per portarvi con grande affetto il mio primo saluto e per esprimere la gioia e la trepidazione che ho nel cuore, in questo giorno per me molto particolare, faccio riferimento alle parole dell’apostolo Paolo: “Fateci posto nei vostri cuori” (2 Cor 7,2) Certo di venire a servire con le forze che ho, senza nascondere i limiti, vi dico: “Fatemi posto nel vostro cuore. Nel mio già ci siete”.
La Provvidenza ha voluto, attraverso la volontà del papa Francesco che mi chiama a guidare la vostra Chiesa, che le nostre strade si incontrassero nell’esaltante prospettiva di costruire insieme la Chiesa del Signore. In questo momento, il mio affettuoso pensiero carico di riconoscenza va a Papa Francesco, per la fiducia che mi ha voluto dimostrare chiamandomi a questo nuovo incarico.
Invio un fraterno saluto a S.E. Mons. Agostino Superbo che mi ha preceduto alla guida di questa Arcidiocesi. Un abbraccio paterno a tutti voi fratelli e sorelle che condividete con Cristo la povertà e la sofferenza nel corpo e nello spirito.Saluto tutte le Istituzioni civili e militari con le quali certamente avremo occasione di collaborare, nella distinzione dei rispettivi ruoli, nella realizzazione del bene comune.
Nell’attesa di incontrare ognuno, saluto i giovani, le famiglie con le loro gioie e le loro fatiche e gli anziani ai quali assicuro la mia preghiera ed una benedizione particolare; esprimo vicinanza paterna ai fratelli carcerati nei quali il Signore ci invita a scoprire la Sua presenza.Il mio ministero tra voi inizierà in coincidenza con i primi giorni dell’Anno Santo della Misericordia, un Anno nel quale, secondo le parole del Santo Padre, la Chiesa deve «ritrovare il senso della missione che il Signore le ha affidato il giorno di Pasqua: essere segno e strumento della misericordia del Padre». È questo l’entusiasmante “programma pastorale” che attende anche la nostra Chiesa di Potenza – Muro Lucano – Marsico Nuovo, consapevoli che «questo non è il tempo per la distrazione, ma al contrario per rimanere vigili e risvegliare in noi la capacità di guardare all’essenziale». L’Anno santo ci aiuterà di sicuro a sentire «forte in noi la gioia di essere stati ritrovati da Gesù, che come Buon Pastore è venuto a cercarci perché ci eravamo smarriti, … a percepire il calore del suo amore quando ci carica sulle sue spalle per riportarci alla casa del Padre, … ad essere toccati dal Signore Gesù e trasformati dalla sua misericordia, per diventare noi pure testimoni di misericordia … perché questo è il tempo della misericordia. È il tempo favorevole per curare le ferite, per non stancarci di incontrare quanti sono in attesa di vedere e toccare con mano i segni della vicinanza di Dio, per offrire a tutti, a tutti, la via del perdono e della riconciliazione» (Dall’omelia del Santo Padre Francesco, Sabato, 11 aprile 2015).
Invito fin da questo momento tutti, ma soprattutto i presbiteri, miei “fedeli collaboratori” (Fil 4,3), a vivere la misericordia come impegno centrale della nostra Chiesa e stile di vita nell’esercizio del ministero sacerdotale.
Affido il mio impegno a guidare la nostra Arcidiocesi al sostegno materno di Maria che spero di venerare presto nei nostri Santuari e alla intercessione dei nostri santi patroni.
Vi benedico tutti di vero cuore.
+ Salvatore Ligorio
Arcivescovo