Continuiamo e continueremo a parlarne, ma con i libri di storia alla mano, le testimonianze, libri, foto, documenti, filmati, rappresentazioni teatrali e le tante ”pietre di inciampo” sulle quali scivolano opportunisti, negazionisti, smemorati per scelta o convenienza o preferiscono – e questo è più grave- restare indifferenti. Basta poco per finire nell’oblio e favorire discriminazioni, persecuzioni, esodi di popoli e Paesi. Nell’immediato secondo conflitto mondiale le foibe e i profughi istriani e giuliani giunti a campo 65 e da qui nei vari centri della Murgia, da Altamura a Matera, dai luoghi di lavoro alle società sportive. Ne abbiamo parlato. Il post di Domenico Bolognese, che continua a dar voce ai ricordi, ai silenzi al dolore di ” Campo 65” sono la conferma che quella fiamma di ricerca e di impegno va ravvivata sopratutto tra le giovani generazioni.
In occasione delle commemorazioni del 10 Febbraio, ricordiamo tutti gli uomini e donne, provenienti dall’Alto Adriatico (e non solo) che hanno trascorso un periodo drammatico della loro esistenza nelle umili baracche del Campo 65, nel frattempo rinominato Centro Raccolta Profughi (tra il 1951 ed il 1962) ma solo dopo essere stato Centro di addestramento dell’Esercito Popolare di Liberazione della Jugoslavia (NOVJ) tra il 1943 ed il 1945.
Queste persone sono state 4 volte vittime: della Guerra Mondiale scatenata dalle politiche criminali di aggressione nazi-fasciste, delle pesanti persecuzioni dei governi delle Nazioni vincitrici, della indifferenza dello Stato Italiano e di un popolo impegnato a sopravvivere in un complicato dopoguerra ed, infine, di una strumentalizzazione politica e revisionista della storia in atto ai giorni nostri.
Oggi onoriamo la memoria di queste persone che, in punta di piedi e con grande umiltà e dignità, hanno incrociato i loro destini con i nostri. Lo facciamo pubblicando le foto delle opere di giovani artisti altamurani impegnati nella realizzazione di murales dedicati alle diverse fasi del Campo 65 ed a cui abbiamo fornito immagini note, meno note ed assolutamente inedite. Ma di questo progetto parleremo a breve in dettaglio.
La nostra associazione è impegnata sul “campo” e per il campo quotidianamente (e non per un solo giorno l’anno) con l’obiettivo di recuperare il luogo e le memorie di tutti coloro che, a diverso titolo, ne hanno calpestato il suolo. Senza nessuna preferenza, come un corretto approccio storico-scientifico ed il rispetto delle memorie (tutte) ci impone.
A proposito di memoria ricordiamo le parole proferite dal prof. Alessandro Barbero:
“In Italia, il tema della memoria è bruciante, usato e manipolato. Si parla troppo di memoria e molto poco di storia.
La memoria non può essere condivisa, è soggettiva, è la storia che dovrebbe essere condivisa. Anche se non è una scienza esatta, ha dei criteri, una verificabilità, un approccio critico che prescinde dal ricordo di ciascuno”.
Buon Giorno del Ricordo a tutti.
