“Ringraziamo le tante cittadine e i tanti cittadini lucani che si sono recati alle urne esercitando un diritto che è alla base di un Paese democratico. Lo abbiamo detto fin dall’inizio della campagna elettorale: il nostro non era un batti-quorum, ma il modo per riportare il tema del lavoro all’attenzione del governo nazionale, che comunque dovrà ascoltare la voce di chi si è espresso sulle leggi che hanno reso il lavoro in Italia povero, insicuro e precario, e sulla cittadinanza. E su questo il risultato prefissato lo abbiamo raggiunto, incontrando dal vivo milioni di persone nelle piazze e nei luoghi di lavoro: casa per casa, quartiere per quartiere. La nostra regione ha raggiunto la percentuale auspicata: il 31,27 % degli aventi diritto si è recata alle urne, circa 134 mila persone. Il dato è espressione di un disagio, a conferma di quanto denunciamo da tempo su come il lavoro determini la condizione di vita dei lucani e delle lucane, soprattutto dei giovani che lasciano la nostra terra in cerca di un’occasione di riscatto al Nord o all’estero. La nostra regione ha bisogno di politiche del lavoro serie, che escano dall’assistenzialismo spesso utilizzato come forma di ricatto per mantenere consensi. Bisogna cambiare rotta con urgenza. Chiederemo a breve un incontro al presidente della Regione Basilicata Vito Bardi per aprire un tavolo sul lavoro e sulla sicurezza. La Cgil non indietreggia. I temi affrontati restano sul tavolo e continueremo a batterci con tutti gli strumenti a disposizione, dalla contrattazione alla mobilitazione, contro il precariato, i licenziamenti illegittimi, la catena dei subappalti, per l’ottenimento della cittadinanza“. Lo afferma il segretario generale della Cgil Basilicata Fernando Mega commentando i dati sull’affluenza al voto al referendum su lavoro e cittadinanza.

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