Mentre sui tavoli dell’inconcludenza, dell’apparire più che del fare ci si interroga, con tanta ipocrisia, sui dati fallimentari dell’economia e della continua emigrazione giovanile che lo Svimez ha confermato ,con il suo rapporto periodico, per il Mezzogiorno e per la Basilicata, ci sono realtà e figure che con umiltà, competenza e tanto entusiasmo tirano fuori progetti che possono contribuire a invertire la rotta. E tra questi è la Confederazione italiana dell’impresa (Confimea) che a Matera, con il suo presidente Roberto Nardella, ha annunciato l’attivazione nella Città dei Sassi ,nell’anno della capitale europea della cultura per il 2019, del primo punto di rete del progetto di “Promozione e Sviluppo delle aree di zone economiche e speciali (Zes) del Mediterraneo”. Lo ha comunicato, nella sala convegni del centro multifunzionale di Altrassociazione Matera, le cui finalità sono state illustrate dal presidente Agata Mele(una della realtà dinamiche che al Sud sta contribuendo alla crescita di Confimea)- nel corso della presentazione agli operatori economici del Materano del progetto di welfare aziendale destinato alla Zona franca urbana (Zfu) di Matera. E il circuito virtuoso di progettualità e potenzialità sul ‘’ Mediterraneo’’ si è chiuso e ha preso nuovo slancio proprio a Matera, dopo le positive esperienze con quanto messo in campo insieme all’Associazione Zona Franca Urbana Matera –presieduta da Nino Liantonio- per la Zfu Matera . E con il documento di zona economica speciale del coordinamento Zes Lucana 2017, presieduto da Pierluigi Diso, che ha portato a un proficuo lavoro di rete con la istituzione internazionale Femoza, che coinvolge Zfu e Zes, e interregionale con le realtà economiche ed istituzionali di Taranto in primis e di Bari.
Per farla breve Matera è la sede naturale del progetto messo a punto da Confimea Med per contribuire allo sviluppo di forme di integrazione, tra iniziative imprenditoriali e produttive dell’area mediterranea, e un rapporto più stretto con l’Europa. ” Abbiamo presentato il progetto di internazionalizzazione- ha detto il presidente Roberto Nardella- all’Unione Europea e attivato rapporti con realtà dell’area mediterranea dall’Algeria al Marocco al Portogallo e Matera, capitale europea della cutura 2019, è al centro di una cultura di impresa, fatta di collaborazione che legherà le economie delle due sponde del Mediterraneo all’Europa coinvolgendo potenzialità e risorse delle Zone economiche speciali e delle zone franche urbane. Si vuole creare una cultura di impresa che ha come obiettivo la delocalizzazione della produzione Made in Italy e non la delocalizzazione dei siti produttivi, al fine di esportare il sistema di fare impresa made in Italy e facilitare, quindi, lo
scambio, sia culturale sia delle merci’’.
*TUTTO SUL PROGETTO
- La descrizione è stralciata da documento programmatico che il presidente Nardella ha tenuto il 5 luglio a Roma nel corso dell’assemblea nazionale di Confimea.
UN PROGETTO PER IL MEDITERRANEO
È egualmente urgente che il sistema produttivo nel suo insieme disponga di
infrastrutture adeguate.
In tal senso bisogna sviluppare il “Progetto Autostrade del Mare”, inserendolo nel settore della logistica, al fine di agevolare il trasporto delle merci su tutto il territorio nazionale. Lo sviluppo di un tale progetto permetterebbe una distribuzione più capillare, in grado di servire al meglio le regioni italiane, facilitando in particolare il trasporto delle merci nella macroregione adriatico-jonica, oggi interessata da varie criticità e
nonostante ciò è una tra le aree produttive potenzialmente più interessanti d’Italia e del Mediterraneo. Confimea è molto sensibile a tale questione.
Il nostro progetto Confimea Med si pone proprio quale obiettivo centrale lo sviluppo industriale della regione più grande del mondo, il Mediterraneo. Attraverso ConfimeaMed si vuole creare una cultura d’impresa che ha quale scopo la “Delocalizzazione della Produzione Made in Italy” e non la delocalizzazione dei siti produttivi, al fine di esportare il sistema di fare impresa “Made in Italy” e facilitare, quindi, lo scambio, sia culturale sia delle merci.
Le associazioni delle PMI dei vari Paesi del Mediterraneo si uniscono, sotto il
cappello di Confimea Med, creando una internazionalizzazione basata sullo scambio e sulla cultura storica dei vari paesi al fine di inserire nelle loro imprese aderenti quella cultura di investimenti per arrivare ad una impresa globalizzata .
Le associazioni di categoria, all’interno di Confimea Med, scambiano ideali e valori che sono portatori di innovazione.
Cosa intendiamo affermare con tale progetto? Una cosa molto semplice.
Le imprese hanno bisogno di porti, aeroporti, infrastrutture telematiche, strade, e si rende necessario una sempre piu stretta intesa con lo Stato anche attraverso società a capitale misto e che si possano realizzare velocemente per un maggior efficientamento del Paese sempre con la massima tutela del territorio.
In questo senso, bisogna superare l’angustia del dibattito odierno, il quale oppone quanti vogliono che lo Stato intervenga massicciamente nell’ambito delle infrastrutture (nonostante i vincoli di bilancio) e chi invece si oppone a tale
prospettiva.
Le imprese hanno certamente bisogno di infrastrutture, ma sono in grado di
realizzarle da sé: assumendosi ogni onere ed onore se hanno poi la possibilità di creare ulteriori mercati.Già ora in Italia abbiamo formidabili aziende nel settore della produzione e della gestione di servizi di ogni tipo, le quali chiedono solo che vi sia un quadro normativo chiaro che permetta loro di agire con libertà e responsabilità. In questo mondo che sta cambiando a grande velocità le imprese (al Nord, al Centro e al Sud) non chiedono aiuti: chiedono invece spazi.
Anzi: le imprese rivendicano il loro legittimo diritto a operare, a servire il pubblico, a costruire ricchezza, a offrire opportunità lavorative.Ogni giorno constatiamo quanti vecchi tabù vengano messi in discussione.
È il momento di liberarsi anche dall’idea che solo ministri e assessori possono fare strade o aeroporti. Chi conosce il mondo del lavoro perché lo vive dall’interno, sa bene che una delle più decisive “invenzioni” del secolo scorso è stato il container: uno strumento che ha contribuito a spostare a enormi distanze e in tempi relativamente stretti ogni genere di
bene.Questa realtà non esisteva prima del 1956 ed è il frutto dell’intuizione di un
imprenditore americano.Liberiamo le imprese, e molti problemi, troveranno un po’ alla volta la loro risoluzione’’. Liberiamo le imprese…Parole sante e condivisibili, ma mettiamo in condizione di non rimetterci e di valorizzare e investire le risorse umane. Quanto ascoltato dal responsabile Nazionale Rapporti
sindacali e Contratti, Arnaldo Fiorenzoni, su cuneo fiscale per le imprese, defiscalizzazione, benefit e altre premialità per i lavoratori, andrebbe meglio pubblicizzato e applicato.E, ne siamo certi, contribuirebbe senz’altro ad attenuare i dati in rosso del Rapporto Svimez e di altri Osservatori che tengono il polso dell’economia nazionale a più velocità.Da Matera un cambio di rotta? Ce lo auguriamo, ma occorre lavorare sodo e con serietà.
