Tutti al capezzale del glorioso cineteatro Duni, che ha chiuso per necessità- fatta eccezione per gli impegni già presi- in attesa che si imbrocchi la strada giusta per restituirlo a Matera ‘’Capitale europea della cultura 2019’’.
Potrebbe essere una fondazione pubblico-privata, con modalità e tempi da individuare, la soluzione percorribile per rilanciare quel contenitore culturale ”attraverso un progetto di riqualificazione e di diversificazione delle funzioni”. L’ipotesi è tra quelle avanzate dai proprietari in una conferenza stampa nella quale hanno annunciato la chiusura della struttura progettata nel 1949 dall’architetto Ettore Stella, a causa di difficoltà gestionali, il cui importo non è stato quantificato, aggravate negli anni dalla crisi del mercato cinematografico e degli spettacoli in genere,e dalla necessità di adeguare e potenziare i servizi del teatro (anche per l’attività convegnistica) con una spesa ipotizzata di oltre due milioni di euro.
In questi anni i privati hanno dovuto fare i conti con la realtà e tentato di resistere invano, ricevendo dal “Pubblico” pochi spiccioli, perché numeri e parametri di riferimento non hanno consentito di accedere a risorse preziose come quelle per le ristrutturazioni e adeguamenti funzionali.
All’incontro, presieduto dal regista Antonio Andrisani che ha denunciato la scarsa sensibilità negli anni della politica verso il Duni, hanno partecipato gli altri proprietari della struttura delle famiglie Nicola Duni, Antonio Padula, Giovanni Carnovale, il rappresentante legale Carmelo Scalise e i sei candidati sindaci per le elezioni amministrative del 31 maggio 2015.
I proprietari, nel ribadire la volontà di mantenere l’integrità e le funzioni del Teatro hanno chiesto l’istituzione di un tavolo tecnico con l’Amministrazione comunale in primis per valutare insieme le diverse ipotesi di gestione: privata, pubblica e mista (mediante locazione, fondazione e contratto di disponibilità) e comunque di supporto per ”dotare Matera capitale europea della cultura 2019” di un contenitore adeguato.
Proprio le opportunità del 2019, come ha ricordato il sindaco Salvatore Adduce, aprono una ”finestra importante sulla soluzione del problema sia per l”immediato, consentendone la riapertura, sia a lunga scadenza sulla gestione e rilancio dello stesso”. Volontà, sostegno e suggerimenti che vanno dal progetto di Fondazione all’investimento privato sono venuti dai candidati sindaci Angelo Tortorelli, Raffaele De Ruggieri, Franco Vespe, Antonio Cappiello e Antonio Materdomini e dall’architetto Luigi Acito, cultore dell’operato di Ettore Stella e impegnato a recuperare con idee e proposte per valorizzare il teatro Duni che ha ospitato spettacoli di vario tipo e continua a essere un punto di riferimento per generazioni di materani.
Ma occorre essere concreti. La ripresa di un tavolo tecnico, che dovrà coinvolgere anche la nuova Amministrazione comunale, è tra questi. Non sono possibili acquisizioni o società partecipate o svincolare capitoli di spesa come quelli per 6 milioni di euro da destinare ai contenitori culturali di proprietà comunale. Occorrono creatività, serietà e che ognuno, a cominciare dai privati faccia la propria parte per riaprire e rilanciare il vecchio Duni che si avvia verso i 70 anni…
In tanti si auspicano che possa tirare su il sipario con un nuoto tendone, nella fattura, nei programmi e nell’innovazione. Ma non è escluso che accanto all’opera di Ettore Stella la città si doti di una nuova struttura che prenda a esempio la ‘’multifunzionalità’’ e la ‘’remuneratività’’ delle moderne strutture polivalenti che operano all’estero.
Sono tra queste le proposte avanzate dal Comitato promotore per un nuovo teatro Matera, la proposta del circolo La Scaletta contenuta nella pubblicazione ‘’Una prova di futuro il Guerrieri di Matera’’, gli imput lanciati dal sindaco Salvatore Adduce per un nuovo teatro da realizzare con l’apporto dei privati nell’ex area del pastificio Barilla o in via Aldo Moro (il sito dell’attuale scuola media F. Torraca) e poi le proposte degli ‘’archistar’’ che abbiamo visto in mostra nella stazione delle Fal per il concorso di riqualificazione di piazza della Visitazione durante l’Amministrazione guidata da Emilio Nicola Buccico. Ma ricordiamo l’annuncio fatto nel 2014 dal presidente della giunta regionale, Marcello Pittella, per il teatro del Mezzogiorno a Matera per finire l’ipotesi di portare nella Città dei Sassi, in un luogo da individuare, l’Arca di Prometeo, il teatro modulare progettato da Renzo Piano nel 1984 per uno spazio architettonico voluto dal compositore Luigi Nono.
Due teatri per Matera 2019? Occorrono una partitura e committenti. Il brand ‘’Matera 2019’’ tira e chissà che uno o più investitori non siano allettati dal farlo per eventi di portata europea e internazionale: dal genere classico, all’opera, al balletto al cafè chantant o delle soirèes con piume, sensualità e champagne degli spettacoli parigini. E’ auspicabile
